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Nuoto, Europei Londra 2016. Il pagellone. Ferraioli, staffettista perfetta. Dotto e Polieri niente ciliegina

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ERIKA FERRAIOLI 8: è vero, non aveva di fronte i mostri sacri della specialità ma per l’ennesima volta dimostra di essere la donna delle staffette azzurre. Gestisce con intelligenza l’ultima frazione della mista e infila la Finlandia nella lotta per l’ennesimo argento che porta a casa in un Europeo dai due volti.

CARLOTTA ZOFKOVA 7: riuscisse solo a risolvere metà dei problemi tecnici che caratterizzano le sue gare sarebbe lì a giocarsela con le migliori. I problemi restano, anche se Gyertyanffy sta provando a risolverli. Di sicuro lei non si risparmia. Nuota più o meno sui livelli del sesto posto europeo e lancia in modo più che dignitoso la staffetta d’argento, andandosi a prendere il primo podio europeo della carriera.

MARTINA CARRARO 7: stanca ma tutto sommato razionale e performante nella sua prestazione pomeridiana che la vede combattere gomito a gomito con doverse specialiste di primo livello. Nel percorso che porta ad essere un’atleta di alto livello lei sale sicuramente diversi gradini in questo europeo e il podio in staffetta dà grande fiducia.

ILARIA BIANCHI 7: non riesce a ripetersi sui livelli della finale individuale anche perché ha il difficile compito di riportare l’Italia a tiro medaglie. Ci riesce senza strafare. Ha speso tanto nei “suoi” 100 e si vede però si va a prendere un’altra bella soddisfazione che potrà aiutare mentalmente in vista della corsa verso Rio.

SILVIA DI PIETRO 6.5: si conferma sui suoi livelli nella finale dei 50 stile libero, andandosi a prendere un sesto posto che è il migliore risultato individuale della rassegna per lei. Avrebbe voluto un altro crono e magari anche un’altra posizione ma in tempi di magra bisogna accontentarsi. A Rio ci sarà, ora al lavoro pèer farsi trovare pronta all’appuntamento più importante.

ALESSIA POLIERI 7: aveva illuso tutti, anche se stessa con quel crono da sogno in semifinale. Aveva illuso ma anche speso, evidentemente perché non è brillante come in semifinale. Riesce a recuperare con virata e subacquea una fase nuotata meno brillante ed efficace del giorno prima ma non basta per arginare lo strapotere di Hentke e Szilagiy che sparigliano le carte partendo fortissimo e non lasciando alla Polieri il modo di gestire la gara che preferisce. Chiude con quello che sarebbe stato fino a ieri pomeriggio il suo personale (sbriciolato in semifinale) e un quinto posto che è il suo migliore ad un Europeo. Forse maledirà l’occasione persa ma può festeggiare anche senza medaglia, ne ha facoltà.

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LUCA DOTTO 5: il voto, sia chiaro, riguarda solo l’ultima giornata e non un Europeo complessivamente da 8.5. Nella finale dei 50 non riesce mai ad essere protagonista pagando dazio a chi ha solo questa gara nelle braccia e nelle gambe e a chi la sente più sua come i primi tre del lotto. Non è una questione di stanchezza perché poi nella ultima frazione della 4×100 piazza un 47”2 lanciato da leccarsi i baffi. La partenza anticipata vanifica tutto anche se cancellare un quarto posto è sempre da considerare un peccato veniale. Ci ha provato a fare l’ultimo miracolo che avrebbe aperto il processo di beatificazione, non ci è riuscito.

SIMONE SABBIONI 5.5: non c’era bisogno di grandi conferme per capire questo non è il vero Sabbioni. In un Europeo vissuto tutto in altalena a bassa quota l’ultima giornata è emblematica: 53”9 al mattino in batteria (meglio della finale individuale), 54”3 al pomeriggio in finale. Un lancio che mette ansia ai compagni, costretti a rincorrere e a forzare i cambi. Piace la consapevolezza e la capacità di prendersi le responsabilità. Arriveranno tempi migliori.

ANDREA TONIATO 5.5: in una staffetta dove ci sarebbe bisogno del meglio da tutti per salire sul podio anche lui non riesce ad esprimersi come potrebbe: 60”60 lanciato con un finale faticatissimo stride con il 60”4 della finale individuale. Sembra aver dato tutto lì, nei 100 e di non avere smaltito la tensione per un Europeo nel quale comunque ha disputato tre finali ed messo una seria ipoteca sulla chiamata per Rio.

PIERO CODIA 5.5: anche per lui una prestazione lanciata al di sopra di quella individuale. Dà tutto nella vasca di andata dove riporta l’Italia in zona medaglia ma soffre tantissimo dai 75 metri in poi dove si vede sfilare tutti gli avversari, un segnale in più che il 100 deve essere ancora digerito del tutto dal punto di vista tattico.

FEDERICO TURRINI 7.5: non è il Turrini sfavillante di Riccione ma tanto basta per conquistare il bis di bronzo all’Europeo. Verraszto di un altro pianeta, almeno oggi. Forse poteva scalare un gradino perché Nagy non sembrava imprendibile però è mancata la brillantezza dei giorni migliori soprattutto nelle frazioni centrali. Comunque una sicurezza.

LUCA MARIN 5: sembra essere tornati indietro di un anno quando arrancava nelle retrovie agli Assoluti. Ha speso tutto a Riccione, guadagnando la chiamata olimpica. E dire che per tre quarti di gara non era stato affatto male. Gli è mancato lo stile libero per conquistare una finale che, su questi livelli, era ampiamente alla portata del trentenne azzurro che la cartuccia, evidentemente, la tiene per il duello più importante.

DILETTA CARLI 6: si prende la seconda finale di un Europeo tutt’altro che indimenticabile e, fino a 70 metri dal traguardo, è in piena corsa per un quarto posto che non sarebbe stato nulla di eccezionale ma avrebbe fatto morale. Le manca qualcosa per essere quella dello scorso anno. Qui come a Riccione. Cosa lo dovrà capire assieme al suo gruppo di lavoro. Brava comunque a non mollare.

MARTINA DE MEMME 7.5: un quarto posto che vale una medaglia. Le tre davanti troppo forti per lei ma la toscana cresce gara dopo gara e se riuscirà a mantenere o incrementare la forma in vista del Sette Colli potrebbe anche rientrare nel progetto olimpico a livello di staffetta ma anche individuale. La classe e l’esperienza non mancano.

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