Calcio

Da Lisbona a Milano: Real-Atletico tra 92’48” e giustizia divina

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92’48”. Numeri che non direbbero niente, se non fosse che l’argomento trattato sia la finale di Champions League prevista domani allo stadio Giuseppe Meazza di domani e che dunque si parli, ancora una volta, di Real Madrid contro Atletico Madrid. Due anni fa, nell’atto conclusivo dell’edizione 2014 disputato a Lisbona, Sergio Ramos trovò il gol del pareggio con un colpo di testa su azione da corner proprio al 92’48”, portando la contesa ai supplementari e spianando cioè la strada verso la Decima dei Blancos, con Carlo Ancelotti in panchina, un generosissimo Angel Di Maria addirittura mezzala e i muscoli di Cristiano Ronaldo in bella mostra dopo il rigore del definitivo 4-1.

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Un altro colpo di testa, quello di Diego Godin nel primo tempo, risultò dunque inutile per il risultato finale. Anzi, illuseColchoneros di un altro Diego, Simeone, di poter conquistare una doppietta leggendaria, in Liga davanti al Barcellona (i biancorossi festeggiarono all’ultima giornata, pareggiando 1-1 al Camp Nou in rimonta) e in Champions battendo i cugini del Real. San Siro ospiterà il replay, per l’Undecima delle Merengues o la Primera dell’Atletico. E anche quest’anno il verdetto sembra più incerto che mai.

Da una parte Zinedine Zidane e Cristiano Ronaldo, Gareth Bale (che ha detto “Nel Real nessuno dei calciatori dell’Atletico giocherebbe titolare) e James Rodriguez, Sergio Ramos e Marcelo. Dall’altra il Cholo e Antoine Griezmann, Fernando Torres (Non ho mai vinto un titolo con l’Atletico, sarà la partita della vita) e Koke, ancora Godin e Filipe Luis. Il derby della capitale sarà anche monastico: il re Juan Carlos tifa Real, il principe Felipe Atletico. Due filosofie opposte, calcistiche ma non solo.

Il Real Madrid ha cambiato allenatore a stagione in corso: Rafa Benitez è stato silurato dopo lo 0-4 casalingo nel Clasico d’andata e al suo posto è stato promosso dal Castilla (la squadra B) Zinedine Zidane, alla sua prima vera esperienza da tecnico. Il francese ha sofferto più di quanto non dica il 4-0 complessivo con la Roma agli ottavi, ha rimontato da 0-2 a 3-2 nei quarti contro il Wolfsburg (grazie a una tripletta di Cristiano Ronaldo) e ha punito con cinismo il Manchester City in semifinale, 1-0 con un tiro-cross di Gareth Bale. Nel Clasico di ritorno, in Liga, ha espugnato 2-1 il Camp Nou nonostante l’inferiorità numerica. Tuttavia è ancora a secco di titoli in stagione.

L’Atletico Madrid fa dello spirito mai domo del suo allenatore, il Cholo Simeone da cui il Cholismo rappresentato alla pari delle idee rivoluzionarie di Che Guevara su una recente prima pagina della Gazzetta dello Sport, il suo punto di forza. Vicinissimo al Barcellona in campionato (ma comunque battuto), migliore in Champions: sconfitto 2-1 all’andata ma vincente 2-0 al ritorno del Vicente Calderon, pur tra le proteste per la conduzione di gara di Nicola Rizzoli. Anche un altro grande ex catalano, Pep Guardiola, si è inchinato in semifinale: Bayern Monaco ko in virtù dei gol in trasferta.

I precedenti in Liga vedono favorito l’Atletico: 1-1 e 0-1 al Santiago Bernabeu. Ma nella gara secca sarà tutto diverso, 50% e 50% con i dettagli, come sempre, a fare la differenza. Eppure, vista la beffa del 2014 e la grinta sorprendente dei poveri di Madrid ormai nell’élite del calcio internazionale, non è poi tanto sbagliato quanto recentemente dichiarato da Gianluigi Buffon: “Se esiste una giustizia divina, trionferà l’Atletico“.

 

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Twitter: @FCaligaris

Foto da: Wikipedia

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