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Scherma: cannibale Errigo, fiorettisti alle Olimpiadi

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Voce del verbo dominare. E’ un giochino che con Arianna Errigo ci azzecca sempre bene. Perché la fiorettista lombarda, da anni ormai, vince in lungo e in largo sulle pedane di tutto il mondo. Sabato ha firmato l’ennesima perla, con il primo posto di Danzica (Polonia, sua per la quarta volta) alla ripresa post natalizia. E’ già qualificata per Rio 2016 insieme all’olimpionica Elisa Di Francisca (in ombra, invece, e sconfitta al secondo turno dalla padrona di casa Martyna Jelinska) e, in Brasile, attendiamoci la rivincita dalla finale di Londra 2012. Nulla di più semplice. Anche perché la russa Inna Deriglazova, forse al momento l’unica in grado di mettere i bastoni tra le ruote alle azzurre, ha confermato di soffrire Errigo con il 12-15 della semifinale e con la stoccata decisiva della finale a squadre.

Martina Batini è tornata sul podio: l’avevamo chiamata e non ha deluso le attese. Dopo un 2014 da sogno, la pisana ha pagato lo scotto di tanti infortuni. Tenace, non ha mai mollato. Nel quartetto che non andrà ai Giochi ma che ha vinto la terza tappa su tre in stagione è sempre una certezza. Le serviva sbloccarsi a livello individuale, ed ecco il terzo posto polacco grazie anche a un tabellone agevole. E’ uscita quasi subito di scena Alice Volpi, che necessita ancora di esperienza e continuità, mentre Valentina Vezzali ha dovuto rimandare nuovamente l’appuntamento con una delle ultime medaglie della carriera. Da qui a giugno, Europei di Torun (sempre Polonia), la speranza è che l’addio avvenga da vincitrice, come già 6 volte alle Olimpiadi, 16 ai Mondiali, 13 agli Europei, 79 in Coppa del Mondo e 30 agli Assoluti.

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

Il ritorno di Andrea Cassarà dopo l’infortunio è servito agli uomini per conquistare il primo podio di squadra della stagione. Il bresciano, Andrea Baldini, Giorgio Avola e Daniele Garozzo sono campioni del mondo in carica e, con l’accesso alla finale di Parigi, hanno anche staccato aritmeticamente il pass per Rio 2016. Pazienza se poi, in vantaggio contro gli Usa di uno scatenato Race Imboden, al livornese si sia spenta la luce: il 43-45 conclusivo lascia l’amaro in bocca, sì, ma è una sensazione temporanea perché quest’Italia ha tutte le carte in regola per ripetere l’oro di Londra 2012.

Avola e Garozzo si sono rivelati i migliori della prova individuale. Qui, gli azzurri sono fermi al terzo posto conquistato da Lorenzo Nista al Grand Prix di Torino. Con il massimo rispetto, un po’ poco visto il potenziale della squadra che si manifesta, puntualmente, nel quartetto. Soprattutto perché le frecce nell’arco del Bel Paese sono cinque o sei. Vero, in autunno è mancato Cassarà, ma serve sbloccarsi del tutto anche nel sabato. Perché la concorrenza è tosta, ma l’Italia è l’Italia. I quarti di finale, nella scherma e soprattutto nel fioretto, devono tornare a essere l’obiettivo minimo, non massimo.

 

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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