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Sci di fondo, Pellegrino stella delle sprint. Come cresce De Fabiani!

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La Coppa del Mondo di sci di fondo è arrivata al suo primo giro di boa dopo un mese di gare tra Ruka, Lillehammer, Davos e Dobbiaco. Il secondo periodo della corsa alla sfera di cristallo inizierà con l’attesissimo Tour de Ski, vero punto di svolta della stagione sebbene sia Martin Johnsrud Sundby che Therese Johaug sembrano già i padroni indiscussi dell’anno. In casa Italia la corsa a tappe sarà preparata al solito con minuzia di particolari, visto che tra gli uomini non mancheranno ghiotte opportunità per strappare dei risultati di prestigio, sia nelle sprint che nelle gare distance, e considerando il rendimento tenuto fin qui, lo staff ne avrà ben donde.

La nota più lieta è stata senz’altro Federico Pellegrino. Il valdostano si è imposto definitivamente come il miglior interprete della velocità a tecnica libera al mondo ed, in generale, come uno dei migliori sprinter al mondo. L’apice è stata la gara di Dobbiaco, dominata dalle batterie fino all’atto conclusivo con irrisoria facilità nel modo di gestire e controllare lo sforzo durante i vari turni. Una vittoria di testa, prima ancora che di gambe, quelle che invece ha dovuto mettere in moto a Davos per bissare il successo dello scorso anno, a dimostrazione di come il poliziotto di Nus abbia imparato a vincere in qualunque modo. E ora la coppetta di specialità è un obiettivo quantomai concreto. Pellegrino inoltre ha evidenziato sostanziali progressi sulla distanza, come testimoniato dalla staffetta di Lillehammer in cui ha tenuto il passo dei migliori addirittura in tecnica classica. Una notizia migliore, in ottica staffetta, non ci poteva essere.

Dopo due prime settimane brillanti, invece, Francesco De Fabiani ha sensibilmente rallentato tanto da non conquistare nemmeno un punto in classifica dopo lo splendido weekend di Ruka. Il valdostano di Gressoney aveva aperto in maniera eccezionale la sua stagione, sfiorando il podio nel mini tour finlandese e classificandosi al quarto posto, battuto soltanto in volata dal norvegese Krogh. Un chiaro segnale della costante crescita del 22enne dell’Esercito, che tuttavia ha pagato dazio alcune gare dal chilometraggio proibitivo ed una pista (quella di Dobbiaco) non amata particolarmente dal vincitore della 15km di Lahti. Il Tour de Ski, però, sembra l’occasione giusta per ripartire.

I due valdostani, tuttavia, sono anche gli unici atleti capaci di strappare un reale sorriso all’Italia. Dietmar Nöckler, di fatto, è rimasto troppo nell’ombra fin qui, tanto da raccogliere qualche punticino soltanto nel mini tour di Ruka. Disastrosa, invece, la prima parte di stagione di Roland Clara, il cui miglior risultato fin qui è stato un 19esimo posto a Davos. Potrebbe aver svoltato a Dobbiaco la propria annata Maicol Rastelli, capace di raccogliere un positivo 17esimo posto nell’ultima 15km a tecnica classica.

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Foto: Pentaphoto

Decisamente di un altro tono la stagione della squadra femminile, che si barcamena in un anonimato prevedibile in autunno e per il quale non si intravedono pozioni magiche per uscirne a breve termine. Qualche lieve miglioramento, rispetto al disastroso scorso anno, si può percepire viste le ben cinque atlete portate in zona punti (non succedeva dal 2010), ma il lavoro da compiere è anche considerevole.

Nelle sprint Gaia Vuerich ha dimostrato di poter anche essere una carta da semifinale, sfumata a Dobbiaco per pochi decimi. La valdostana è lontana dagli standard dell’inverno 2014, ma step by step la 24enne potrebbe pensare di ritornare tra le prime 12 al mondo in tecnica libera. La strada, tuttavia, appare ancora piuttosto lunga.

Sulla distanza, invece, le uniche a districarsi in maniera discreta nelle retrovie della zona punti sono Virginia De Martin Topranin e Debora Agreiter. La prima entra regolarmente nelle prime 30 in ogni gara in tecnica classica, seppur mai la 23esima posizione, ma la sua esperienza può essere fondamentale in un gruppo che necessita di ricambi e della spinta delle giovani. Su Agreiter gravano ancora le incognite di natura fisica che l’hanno costretta a saltare l’intera stagione precedente, eppure il 22esimo posto raccolto a Davos sembra essere di buon auspicio per la 24enne dei Carabinieri. Le sue qualità sono indubbie, del resto, sono indubbie ed una Agreiter al top della condizione può pensare di aspirare a piazzamenti anche più prestigiosi.

I risultati di Virginia De Martin Topranin

I risultati di Debora Agreiter

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Credit Fisi

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