Ciclismo

Oscar 2015 – L’Uomo Italiano dell’anno è… Un assolo, una magia, un attacco: da Paltrinieri a Minisini

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Il 2015 è stato un anno meraviglioso per lo sport italiano che ha vissuto e ammirato tantissimi successi. Come da tradizione OASport conferisce i suoi premi e onora i migliori atleti azzurri della stagione che si sta per concludere con i consueti Oscar.

Arriva il momento della speciale classificata riservata ai 10 migliori uomini italiani della stagione. Una top 10 tutta azzurra, dei nostri migliori 10 rappresentanti, quelli che hanno regalato più emozioni e trionfi.

Per conoscere i dieci migliori uomini italiani dell’anno clicca in ordine sulle pagine 2, 3, 4 e via dicendo. Dalla decima alla prima posizione, per scoprire dal basso verso l’alto la nostra speciale classifica.

 

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GIORGIO MINISINI

Un Pioniere, un Precursore, un Visionario. Paladino della parità dei sessi e rivoluzionario disintegratore della barriera che impediva agli uomini di sognare medaglie in sport tradizionalmente considerati femminili.

Come se fossimo ancora nell’era del rosa e dell’azzurro, del bianco e del nero. Residui di retrò spazzati via da una ventata d’aria fresca portata da un leggendario Giorgio Minisini che diventa Reginetto (“neologismo” voluto in barba a chi vietava di vedere uomini in acque femminee) ai Mondiali di nuoto sincronizzato. Disciplina bloccata, chiusa in se stessa ma portata all’apoteosi da un 19enne meraviglioso, umile, simpatico e molto gradito al pubblico femminile.

Epico in coppia con Manila Flamini per conquistare il bronzo nel duo misto tecnico, altrettanto fantascientifico per salire sul terzo gradino del podio del duo misto libero in compagnia di Mariangela Perrupato. Prima del suo avvento l’Italia aveva conquistato una sola medaglia iridata in questa disciplina (a Roma 2009), naturalmente è il primo uomo a salire agli onori della cronaca nel nuoto sincronizzato.

Ha riscritto almanacchi e libri di storia sportiva, ispirerà generazioni a venire, ha commosso i presenti entrando nella leggenda con Bill May e Aleksandr Maltsev. Grazie alla sua impresa l’Italia riuscirà così a conquistare almeno una medaglia in tutte le discipline nella stessa edizione dei Mondiali di nuoto: non era mai successo nella storia, imprese titaniche riuscite solo a colossi del calibro di USA e Russia!

 

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GIOVANNI PELLIELO

Quando l’anagrafe è solo un inutile e poco significante numero. Quanto l’età non conta davvero nulla. Quando avere 45 anni suonati significa mettere insieme l’esperienza del veterano, l’intelligenza del vecchio lupo, il cuore e il coraggio di un aitante giovanotto d’armi.

È quasi magia, Johnny. Verrebbe così da dire, ricordando la sigla di un noto cartone animato che sicuramente ricorderà uno dei più grandi Campioni di tutto lo sport italiano. L’argento ai Mondiali grida vendetta, quando il titolo iridato era solo a un piattello e lì forse è tremata un attimo la mano al cospetto di una nuova leggendaria impresa di una carriera irripetibile. L’argento anche ai Giochi Europei e l’argento in Coppa del Mondo: mai così bene in un anno preolimpico dal 2003.

Alle Olimpiadi riuscirà a cogliere quel tanto agognato oro a cinque cerchi che insegue da una vita intera? Nessuno come lui merita l’apoteosi: un infinito azzurro della scuola anni novanta che va oltre ogni limite.

 

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SIMONE RUFFINI

“Aurora, mi vuoi sposare?”. Quell’immagine ha fatto il giro del mondo: la fatidica proposta alla fidanzata Aurora Ponselè sul podio della rassegna iridata non ha avuto eguali e si è guadagnata la copertina di molti quotidiani (poi poco importa che la storia d’amore sia finita solo qualche mese dopo).

Simone Ruffini è Campione del Mondo della 25km di nuoto di fondo, la quint’essenza del nuoto in acque libera, la vera Maratona, una follia ai limiti dell’umano che per quasi cinque ore va a spasso in uno specchio d’acqua lottando contro gli avversari ma soprattutto contro se stesso. Il 26enne lotta a lungo con chi ha azzardato di resistergli, ha piazzato il rush finale nel momento opportuno e ha trionfato splendidamente.

 

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LUCA MATTEOTTI

Italia Regina della Tavola. Non in cucina, ma sulle nevi. Lo snowboard si tinge d’azzurro a Kreischberg, il Mondiale è tutto nostro. Il cross si inchina al cospetto di un vertiginoso Luca Matteotti che domina tutte le sue run, attacca in finale, si invola verso l’apoteosi e un oro che i connotati della magia dell’impossibile: Campione del Mondo!

 

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ROLAND FISCHNALLER

A 35 anni confeziona l’impresa inseguita per tutta una vita. I Mondiali sono sempre più azzurri, la neve sorride ai nostri colori, lo slalom parallelo di Kreischberg è la meta dei sogni di Roland Fischnaller che conquista il primo oro iridato dopo essere salito altre tre volte sul podio. Fenomenale la semifinale vinto sul Marguc, in finale Sobolev si inchina: Campione del Mondo!

 

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VINCENZO NIBALI

Un assolo, un volo d’Aquila, una fuga d’altri tempi, un attacco in discesa, un colpo da maestro da incorniciare, una lezione impartita al meglio del ciclismo internazionale.

Vincenzo Nibali vince il Giro di Lombardia grazie a quelle curve pennellate a testa in giù dal Civiglio, meraviglioso fino a Como per riportare l’Italia al trionfo di una Grande Classica dopo un digiuno che sembrava infinito.

Uno Squalo giallo vestito col tricolore, a braccia alzate con una bandiera appiccicata al petto, quasi segno del destino, regalo a tutto il Paese di cui porta indosso il tricolore.

Impareggiabili anche le emozioni regalate al Tour de France. La tappa di La Toussuire-Les Sybelles entra di diritto nell’epica pura del ciclismo: un attacco iniziato a oltre 50km dal traguardo, sciroppati pedalata su pedalata in solitaria per annichilire gli avversari e respingere le critiche ricevute dopo due settimane al top che gli hanno impedito di lottare per la maglia gialla, il simbolo da lui indossato nel 2014.

 

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VALENTINO ROSSI

Motore, gas, azione. Un Mondiale inscenato dal miglior cast di ogni epoca, scritto da sceneggiatori di Hollywood prestati al circuito delle due ruote. Sportellate, battaglie senza esclusioni di colpi, duelli carena contro carena, parole al vento, scontri verbali, clima incandescente.

Valentino Rossi sogna il decimo sigillo iridato, comanda la classifica a lungo, è a un passo dall’entrare ulteriormente nella leggenda del motociclismo. Il centauro di Tavullia incappa però nel celebre spalla a spalla di Sepang con Marquez, non riesce a digerire l’atteggiamento dello spagnolo che sembra voler favorire il connazionale Lorenzo e a Valencia è impossibile recuperare dall’ultima posizione contro il terzetto iberico che porta in carrozza il compagno della Yamaha. Il Mondo si ricorderà del numero 46 anche se non ha vinto: la vittoria che davvero conta.

 

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FABIO ARU

Il suo gladio è il manubrio, il suo destriero un fiero velocipede, i suoi scudieri sono otto compagni di squadra, la sua tenzone è la Vuelta di Spagna conquistata con un’impresa d’altri tempi.

Il Cavaliere dei Quattro Mori, dopo una crescita graduale, esplode in tutta la sua dinamitarda potenza e conquista la sua prima grande corsa a tappe, confermandosi come uno dei talenti più limpidi del ciclismo italiano e internazionale.

La squalifica di Nibali lo rende a tutti gli effetti capitano unico dell’Astana e lancerà ufficialmente il duello ai super big Froome, Quintana, Valverde, Rodriguez. Lo scontro finale con l’ostico Dumoulin sarà epocale e, con una tattica di squadra encomiabile e impeccabile, lo abbatterà nella tappa di Cercedilla. Sarà El Cid Campeador, premiato Cavaliere a Madrid a 25 anni, al termine di una stagione da urlo, incorniciata anche dal terzo posto al Giro d’Italia dove ha firmato una doppietta da urlo: due successi di tappa consecutivi, due tapponi di montagna all’attacco, stroncando la resistenza degli avversari, due cioccolatini ad alta quota tra Cervinia e Sestriere da cartolina dello sport. Ajò!

 

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FRANK CHAMIZO

C’è uno spirito ancestrale in quel gesto. C’è un velo di misticismo in quel scambio di carezze mascoline. In quella sfida tra corpi statuari respira l’essenza dello sport. Lotta libera, la generatrice di tutto, un’arte pittorica che da migliaia di anni dipinge le tele dell’olimpismo.

Las Vegas, gioco, divertimento, scommesse sfrenate, ma per Frank Chamizo quel giorno il living style statunitense si mescola con l’arte del combattimento puro. Lo Spartacus Azzurro ha già ottenuto gloria con Cuba, sua Patria natia, ma l’amore lo ha reso italiano.

Con quella tuta sbaraglierà chiunque si troverà dinnanzi, stenderà con foga e vigore il meglio del circuito internazionale. Tra le lacrime di un pianto greco, tra l’incredulità di un afflato latino, Frank Chamizo è Campione del Mondo di lotta libera. Mai, mai, mai un italiano aveva conquistato l’oro iridato in questa specialità nello sport che è essenza delle Olimpiadi e che addirittura rischiava di uscire.

Per lui è il secondo podio in un Mondiale dopo il bronzo regalato alla sua Isola, Gladiatore indomabile che ha tenuto sveglia per tutta la notte la sua nuova Patria, ritornata a festeggiare con un urlo sotto il cielo stellato della città che non dorme mai. Un altro, gigante “Living in America”, per dare il là all’apoteosi del tennis italico a New York.

 

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GREGORIO PALTRINIERI

“L’arte di vincere”. Ci sono tre protagonisti: un impavido ragazzo coraggioso, un piccolo fantasmino e trenta vasche da bere tutto d’un fiato. Un cavaliere italiano passato per tanti rodei fin da piccolo e ora pronto per il Palio più importante, un cinese favorito sparito solo Dio sa dove, 1500m tra un sogno e la realtà.

Salta il duello con Sun Yang che non si è presentato ai blocchi di partenza. Il testa a testa atteso per un anno intero, trascinato per una settimana ai Mondiali di nuoto, svanisce in maniera imprevista e imprevedibile. A Gregorio Magno poco gliene cale, perché lui ha la sua battaglia da vincere: deve toccare la piastra per primo, e anche con un ottimo tempo, per dimostrare (come se ce ne fosse bisogno) ai prevedibili detrattori che se la sarebbe giocato anche col Drago Cinese in piscina che qualche giorno prima lo aveva battuto sulla mezza distanza (non olimpica)…

Respirazione perfetta, una bracciata costante e sempre in avanzamento, una sintesi di ritmo, agilità, potenza, forza virgulea, palpitazioni. Sarà una “lenta” cavalcata indomabile, un Imperatore che apre il campo di battaglia per scrivere una pagina di leggenda. Della storia del nuoto azzurro che incorona un nuovo Campione del Mondo dei 1500 metri, un ventenne spavaldo e dall’impegno encomiabile, da clonare e imitare.

Finita lì? Macché. Scarico, carico, Europei in vasca corta e una nuova magia è servita. Da Kazan a Netanya, dalla Russia a Israele, da Campione del Mondo (con record europeo) a Campione d’Europa con record del Mondo, spedendo in soffitta addirittura Grant Hackett, uno degli Dei del nuoto degli ultimi venti anni.

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