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Nuoto, Europei vasca corta Netanya 2015: il pagellone finale dell’Italia. Fondamentale il recupero di Detti
Ieri sono terminati gli Europei di nuoto in vasca corta a Netanya (Israele), rassegna più che felice per l’Italia che ha raccolto nel complesso 17 medaglie (7-5-5), timbrando anche un nuovo record del mondo grazie all’assolo di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero.
Gli azzurri, ben preparati all’appuntamento snobbato da nazioni come Francia e Spagna, sono piaciuti anche e soprattutto per i tantissimi primati personali (61) e record italiani (17) caduti nella manifestazione. Infine, ci sono da sottolineare i tanti podi con vari significati di Gabriele Detti (ritorno al top), Simone Sabbioni (prima volta) e Matteo Rivolta (salto di qualità), ottime indicazioni in vista della seconda parte di stagione, che porterà a Rio 2016, dove tutto ovviamente sarà diverso.
Ecco il pagellone finale dei protagonisti azzurri di Netanya 2015:
Gregorio Paltrinieri, 10: ormai non stupisce più. A 21 anni ha già vinto tutto – medaglia olimpica a parte, ma quella è work in progress – e si prende pure il primo record del mondo della carriera, cancellando non Sun Yang in lunga ma una vera e propria leggenda del nuoto, Grant Hackett e il 14’10”10 che resisteva dal 2001 e che non era caduto neanche con l’avvento dei costumoni gommati. E meno male che non era al top della forma…
Federica Pellegrini, 9.5: fa il suo, e lo fa al solito al meglio. Oro nei 200 stile libero, il quinto della carriera a dieci anni di distanza dalla prima volta di Trieste, e il giorno prima è quinta nei 100 con tanto di record italiano. Cos’altro? Ah, un oro in staffetta (4×50 sl femminile) seppur senza spingere. E’ già affamata, la Divina.
Gabriele Detti, 9: è bronzo di cuore nei 400 stile libero, è argento di talento dei 1500 sl. Peccato che a Rio non ci saranno gli 800, la specialità che sembra poter calzare al meglio sulle sue doti acquatiche. Ma questi Europei vanno in archivio con un verdetto importante: il 2015 buio è alle spalle. Il toscano c’è e ci farà sognare.
Silvia Di Pietro, 9: la vera grande sorpresa dell’Italnuoto a questi Europei. La 22enne romana è una furia, smart ma efficacissima, che si toglie lo sfizio di salire sul podio dei 50 farfalla di fianco all’oro e all’argento di Kazan (Sarah Sjoestroem e Jeanette Ottesen) dopo il record italiano della semifinale e continua a stupire anche nelle altre gare. Suo pure il nuovo RI dei 50 sl (in apertura della staffetta d’oro al femminile) e tris servito con la 4×50 mista mista e la 4×50 sl mista più il bronzo nella 4×50 mista donne. Infine, ecco il nuovo personale nei 100 delfino, in cui soffre ancora in resistenza ma scende per la prima volta sotto i 57”. Da applausi.
Simone Sabbioni, 9: alla vigilia chiedevamo la prima medaglia individuale, per sbloccarsi definitamente, ed ecco che il bronzo arriva nella maniera più aspettata, in quei 200 dorso che “non sono la mia specialità, ma da oggi lo diventeranno, soprattutto in corta“. Poi il 19enne romagnolo è oro con la 4×50 mista mista e con la 4×50 mista, chiude quinto nei 100 – in una gara comunque dall’altissimo livello – e si prende l’argento ex aequo nei 50, ovviamente con altri tre record italiani in sequenza. C’è una lieta costante nella crescita di Simone: il miglioramento continuo, a ogni gara, in ogni periodo. A Netanya 2015 cambia la storia del dorso azzurro: addio ai primati gommati di Damiano Lestingi, ora comanda Sabbioni.
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Matteo Rivolta, 8.5: come sopra, doveva essere l’Europeo del salto di qualità e il voto è senza dubbio ottimo. Il lombardo raccoglie fin da subito i frutti del trasferimento a Roma: doppio record italiano nei 100 farfalla e, finalmente, un argento che lo proietta in una nuova dimensione, più matura – come lui stesso ha scritto su Instagram – per diventare un campione. I 50 non sono la sua vera specialità, ma è comunque sesto con un altro primato nazionale., e nella staffetta contribusce all’oro.
Una foto pubblicata da Matteo Rivolta ?? (@teorivolta) in data:
Marco Orsi, 8.5: il Bomber si è sbloccato. Aveva lasciato un po’ tutti con l’amaro in bocca (e se stesso in primis) perdendo ingenuamente i 50 stile libero per appena cinque centesimi. Sapeva di aver commesso errori imperdonabili. Ma ha saputo riscattarsi in staffetta (argento nella 4×50 sl e oro nella 4×50 mista mista) prima di vivere una giornata memorabile domenica, con il trionfo agevole nei 100 stile libero (e il muro dei 46” prima o poi cadrà) e il terzo titolo nella 4×50 mista. La vasca corta rimane terreno suo.
Erika Ferraioli, 8: perde il record italiano nei 100 stile libero da Federica Pellegrini e rimane lontana dal podio nella gara che più ama, in cui comunque spiccano fuoriclasse del calibro di Sarah Sjoestroem e Ranomi Kromowidjojo, ma dopo circa un’ora contribuisce in maniera fondamentale all’oro della 4×50 stile libero donne e, come Di Pietro, è protagonista anche nei successi della 4×50 mista mista e della 4×50 sl mista e nel bronzo della 4×50 mista. A 29 anni dà ancora tanto al nuoto azzurro.
Filippo Magnini, 8: voto al carisma, al talento immenso di un fuoriclasse che in vasca si fa sempre rispettare. Nei 200 stile libero sogna la medaglia fino ai 150 metri, poi cede al doppio bronzo russo e belga per cinque centesimi soltanto. Ma poco dopo guida i compagni della 4×50 stile libero, una squadra per metà rivoluzionata dopo il terzo posto di Kazan, all’argento dietro all’inarrivabile Russia. E’ il capitano, e svolge al meglio il suo ruolo.
Fabio Scozzoli, 7.5: come valutare l’operato dell’ex campione del mondo, che l’Italia aspetta al top ormai da oltre due anni – si ruppe il crociato nel settembre 2013 – al netto di due ori in staffetta, un quarto posto nei 100 rana e un deludente settimo nei 50? Diamo un voto (molto) positivo, per incoraggiarlo ulteriormente nel lavoro verso il futuro. All’Italia serve un gran ranista per la 4×100 mista e, a dirla tutta, dietro Adam Peaty e Cameron Van Der Burgh altri fenomeni non ce ne sono. Tornerà mai quello pre Londra?
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Alessia Polieri, 7.5: è fortunata, vero, perché con Katinka Hosszu in gara difficilmente avrebbe arpionato il bronzo nei 200 farfalla. Ma è anche brava, perché coglie al meglio l’occasione (e la fortuna, in sé, non basta) e timbra il nuovo primato nazionale tornando a medaglia dopo tre anni. Un autunno da incorniciare verso la definitiva regolarità anche in vasca lunga.
Federico Bocchia, 7.5: il King Shark, abituato a dare spettacolo soprattutto fuori dalla vasca, veste a Netanya gli umili panni del gregario delle staffette e, con due prestazioni positive, contribuisce all’argento della 4×50 sl maschile prima e all’oro della 4×50 sl mista poi. Meno show e più spirito di sacrificio: nuova vita?
Erica Musso, 7: timbra i nuovi record personali negli 800 stile libero (uscendo causa limite di due soli atlete per squadra in finale) e nei 400, in cui è settima. E’ esplosa la scorsa primavera, si è già presa un argento mondiale in lunga grazie alla 4×200 sl, ma continua a migliorare per farsi trovare sempre pronta.
Ilaria Bianchi, 7: maledetti due centesimi. Ha meno energie di molti compagni e compagne di squadra, ma sa leggere al meglio i 100 farfalla e per poco non sfiora il colpaccio. E’ quarta sapendo di aver dato tutto.
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Martina Carraro e Ilaria Scarcella, 7: brave. In coppia, perché sono entrambe genovesi, entrambe classe 1993 e si sono entrambe ritrovate al meglio in quest’autunno ricco di meeting prima di volare in Israele e abbassare più e più volte i propri personali nei 50, 100 e 200 rana. Pur senza Ruta Meilutyte e Yulia Efimova i podi rimangono distanti, ma era prima di tutto importante vincere contro se stesse.
Stefania Pirozzi, 7: quarta con personale abbassato di quasi un secondo nei 200 farfalla e progresso anche nei 400 misti (quinta). Anche lei, come il fidanzato Gabriele Detti, termina con il sorriso un anno difficile. E verso il Brasile può essere fondamentale anche nella 4×200 sl.
Diletta Carli, 6.5: la toscana piace più negli 800 (quarta) che nei 400 (ottava), registra comunque due PB e continua nella particolare evoluzione in mezzofondista, strano per lei che nel 2013 vinse i Mondiali junior nei 200. Ma tant’è: e con Stefano Morini i mezzofondisti vanno particolarmente bene.
Piero Codia, 6.5: Europeo positivo anche per il delfinista, che si porta a casa due primati personali (50-100) e un rammarico: il podio nella distanza maggiore non era impossibile. Peccato.
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Luisa Trombetti, 6.5: ritrova l’azzurro ed è sesta nei 400 misti con doppio personal best. Fa il suo e ha pochi rimpianti.
Niccolò Bonacchi, 5: oscurato da Simone Sabbioni in tutte e tre le distanze del dorso, fatica ancora a compiere il salto di qualità.
Luca Mencarini, 5: non ama la vasca corta, ma è uno dei pochi giovani che non si migliora nonostante sia dotato di un gran talento. Rimandato a settimana prossima in America.
Federico Turrini, ng: non giudicabile la prestazione del miglior mistista azzurro, autore di un tempo altissimo nei 400 perché colpito da un virus esattamente come ai Mondiali di Doha e poi ko per la mezza distanza. Perde l’occasione di poter difendere il bronzo nel 2013 e continua a fare i conti con la sfortuna.
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francesco.caligaris@oasport.it