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ESCLUSIVA Boxe, Francesco Invernizio: “Fare esperienza e puntare al tricolore”

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Francesco “Ciccio” Invernizio (sulla destra nella foto), ventiquattrenne tra qualche giorno, è un giovane pugile siciliano dei pesi leggeri. Reduce da un incontro che lo ha visto sfidare a Torino il veterano Marco Siciliano, classe 1980, lo abbiamo intervistato per scoprire com’è nata la sua passione pugilistica e quale è stato e sarà il suo percorso nel mondo della boxe.

Innanzi tutto ti chiediamo di fare una breve presentazione di te stesso, per farti conoscere meglio dai nostri lettori.

Sono Francesco Invernizio, nato a Vittoria (Ragusa), un semplicissimo ragazzo diplomato geometra, ma non trovando sbocco in quella strada ho deciso di lavorare presso l’impresa edile di mio padre. Perché qui senza dubbio non si campa di boxe, quindi bisogna lavorare obbligatoriamente. almeno parlo per me. E dopo le mie nove ore di lavoro al giorno mi dedico alla boxe ogni santo giorno“.

Come ti sei avvicinato allo sport della boxe?

Fino all’età di diciassette anni ero il classico ragazzo privo di passioni, che non faceva nessuna attività sportiva, pensavo solo al divertimento. Sino a quando un giorno decisi di iniziare a fare qualcosa ed iniziai con la kick boxing, praticata per circa due anni. Mi allenavo due volte a settimana, ma sempre in maniera superficiale e priva di passione: non m’interessava più di tanto, lo facevo perché dovevo farlo, tanto per mettermi in movimento. Mentre un giorno ebbi la fortuna di conoscere il mio attuale maestro Emanuele Schinnà: ho fatto il primo allenamento con lui – parliamo di pugilato, ovviamente, quindi non più di kick boxing – e devo dire che mi ha affascinato sin da subito, ed ho iniziato da lì ad allenarmi tutti i giorni, incitato molto da lui che vedeva delle potenzialità in me da sempre trascurate. Dopo i primi tre mesi di allenamento feci il primo match da dilettante: ho perso, è andato un disastro, ma dopo quel match è successo qualcosa di straordinario in me, nel senso che è nata una passione che da allora non è mai tramontata, anzi è andata sempre crescendo, sino a diventare il mio tutto: la boxe, la mia vita, la mia unica passione…“.

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Di recente hai sfidato a Torino un pugile esperto come Marco Siciliano, perdendo ai punti al termine di un incontro combattuto. Raccontaci com’è andata.

L’incontro con Marco Siciliano. al di là del verdetto, è stato un match fantastico. Mi è servito da morire per la mia crescita sia pugilistica che mentale. È stato meglio di aver avuto dieci vittorie, aver fatto un bel match con un campione come Siciliano, per me è stata una soddisfazione magnifica. Ho perso, vorrà dire che ho ancora tanto da imparare, ed ho già iniziato ad imparare subito dopo quel gran match. Siciliano è un gran pugile con molta esperienza, non ho potuto far altro che apprendere dai miei sbagli e appunto dalla sua esperienza. E mi complimento con lui. Ripeto, per me la soddisfazione è stata grande quanto una vittoria“.

Tra pochi giorni compirai ventiquattro anni, e sei nel professionismo già da quando ne avevi ventuno. Come mai hai deciso di intraprendere subito questa strada? Non hai mai pensato di tentare prima con la boxe olimpica?

Dal momento in cui è nata in me la passione per la boxe, sono stato sempre affascinato dalla boxe professionistica. Diciamo che il mio obbiettivo iniziale era quello di passare tra i “pro”. Purtroppo ho fatto due volte gli assoluti e non sono andati bene, quindi ho pensato che arrivare nella boxe olimpica sarebbe stata una cosa quasi impossibile. Quindi ho deciso di raggiungere il mio obbiettivo principale una volta fatto il punteggio di prima serie, cioè quello di passare “pro” e magari inseguire il mio grande sogno da “pro”, dato che da dilettante non sono stato una cima“.

Per ora hai disputato undici incontri, tutti sulla distanza delle sei riprese. Pensi di disputare match più lunghi prossimamente?

L’unica cosa che penso di fare prossimamente è quella di fare esperienza il piú possibile. Certo, magari provare un match sulle otto riprese non sarebbe male, ma ovviamente tocca al mio coach decidere se secondo lui sia pronto o meno”.

Quali sono i tuoi prossimi impegni ed i tuoi obiettivi per il futuro?

Purtroppo prossimi impegni per il futuro non ne ho. Si sa che la boxe in Italia si trova in una situazione abbastanza triste, l’unica cosa da fare è allenarsi per mantenersi sempre in forma, e quando arriva la chiamata farsi trovare pronti. Ovviamente il mio obbiettivo per il futuro è senza dubbio diventare sfidante per il tricolore“.

Hai un pugile al quale ti ispiri, italiano o straniero?

Il mio pugile preferito in assoluto ed al quale mi ispiro è l’italo-americano Arturo “Thunder” Gatti“.

A parte la nobile arte, quali sono i tuoi hobby?

A parte la nobile arte, amo correre. Faccio parte di una società podistica qui in città, la “no al doping”, mi dedico molto anche ad essa a livello agonistico. Il podismo mi appassiona molto, soprattutto se praticato in compagnia di magnifiche persone”.

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giulio.chinappi@oasport.it

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