Rugby

Pro12 2015/2016, si parte: i Warriors e le irlandesi per il titolo, Treviso e Zebre vogliono riscattarsi

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L’attenzione dei media di tutto il mondo è naturalmente catalizzata sui Mondiali in Inghilterra e sui test di preparazione delle varie nazionali, ma dall’Irlanda questa sera prenderà il via anche la quindicesima edizione del Pro12. Fino a novembre la lega celtica sarà pesantemente influenzata dalla concomitanza con la Coppa del Mondo, con rose ridotte all’osso e possibili sorprese per almeno i primi due mesi.

La griglia di partenza vedrà scattare al comando i detentori del titolo, quei Glasgow Warriors capaci di riscrivere la storia conquistando il primo titolo nella finale contro Munster. Gli scozzesi, però, dovranno fare a meno di ben venti giocatori a causa dei Mondiali, per cui potrebbero pagare qualcosa in quanto a profondità. Le basi gettate da coach Gregor Townsend negli scorsi anni, tuttavia, sono estremamente solide. Alla loro ruota, proveranno a prendersi la rivincita le tre big irlandesi, con il Munster in particolare. La Red Army non potrà contare sulla bandiera Paul O’Connell, passato a Tolone, ma può contare sulla consueta solidità, su un Thomond Park sempre caldissimo e sul neozelandese Francis Saili in più nel motore. All’insegna del romanticismo, invece, la campagna acquisti del Leinster. I dublinesi, clamorosamente fuori dai playoff lo scorso anno, proveranno a riprendersi il titolo forti di un Jonathan Sexton tornato alla base dopo la parentesi parigina e sul ritorno di Isa Nacewa, ritiratosi inizialmente nel 2013. Ma non solo, perché in panchina si siederà nient’altro che Leo Cullen, storico capitano del Leinster delle tre vittorie in Heineken Cup. Parte leggermente un passo indietro, invece, l’Ulster, ma i nordirlandesi vorranno essere più competitivi rispetto alla scorsa stagione un po’ altalenante. Le assenze saranno pesanti anche per la franchigia di Belfast, ma diverse pedine importanti come Trimble, Gilroy, Nick Williams saranno di grande supporto nella prima delicata fase di stagione. Come di consueto, invece, saranno gli Ospreys l’unica speranza gallese per entrare nel giro delle semifinali. Al pari dell’Ulster, la franchigia di Swansea sembra essere un gradino sotto rispetto a Warriors, Leinster e Munsteur, ma l’impianto di squadra è ormai bel collaudato da anni e garantisce certezze, così come l’innesto di un gran giocatore come l’ex Zebre Brandon Leonard.

La lotta per i primi quattro posti, insomma, sembra essere limitata alle solite cinque potenze celtiche. Gli Scarlets, del resto, non paiono in grado di offrire continuità lungo tutto il corso della stagione, nonostante una rosa di ottima qualità; la qualificazione in Champions Cup sarà il loro obiettivo principale. Vuole confermarsi il Connacht di Pat Lam, sorpresa della scorsa stagione (settima) e intenzionato a cavalcare l’onda dell’entusiasmo creatosi a Galway durante l’ultimo anno. Gli irlandesi e l’Edimburgo rincorreranno il sesto posto che vale l’accesso alla Champions Cup, con gli scozzesi decisamente migliorati nei recenti mesi. Poche certezze, invece, in casa dei Dragons, con la franchigia di Newport destinata con tutta probabilità ad un’altra stagione di basso profilo.

Tutte da scoprire, al contrario, Benetton Treviso e Zebre, pesantemente rivoluzionate ancora una volta. Ben sedici gli acquisti per entrambe le franchigie, a fronte di diciotto addii per la franchigia veneta e di quindici per quella parmense. Alla Ghirada si respira grande entusiasmo, non solo per i ritorni di Alberto De Marchi, Robert Barbieri e Luke McLean (quest’ultimo in Inghilterra per la RWC), ma per la sensazione di aver consegnato a coach Casellato una squadra completa e apparentemente equilibrata. Favaro e Campagnaro hanno salutato, ma in compenso sono arrivati il talentuoso Braam Steyn ed è rimasto un giocatore sopra la media come Jayden Hayward. Se l’entusiasmo si tramuterà in buoni risultati, poi, solo il campo potrà dirlo.

Qualche incertezza in più intorno alle Zebre, per il semplice fatto che a guidarle sarà l’esordiente Gianluca Guidi, approdato a Parma dopo due scudetti consecutivi a Calvisano. L’ex coach dei lombardi, però, avrà un’interessante materiale a disposizione, a partire da un fuoriclasse come Mils Muliaina (100 caps con gli All Blacks) e da Luke Burgess, fino ad arrivare a Marcello Violi, Carlo Canna (impegnati al Mondiale), Paul Derbyshire e alla scommessa sudafricana Jean Cook. Anche in questo caso, la rosa sembra essere stata costruita con criterio, vuoi per gli errori commessi negli altri anni, vuoi per il maggiore tempo a disposizione. Per entrambe le italiane, però, l’obiettivo principale sarà uno soltanto: riscattare le magre figure della scorsa stagione.

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