Scherma

Scherma: Italia, Mondiali sottotono! Magro bottino a livello individuale, non accadeva da oltre dieci anni

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Giro di boa dei Mondiali 2015 di scherma. L’Italia è a quota due medaglie, l’oro di Rossella Fiamingo nella spada e il bronzo di Arianna Errigo nel fioretto, ma non impressiona. E, soprattutto, raccoglie più delusioni che gioie. Perché, oltre alle due ragazze sul podio, ad andarci più vicino sono gli spadisti Enrico Garozzo e Andrea Santarelli, gli unici a raggiungere i quarti di finale insieme a Bianca Del Carretto sconfitta nel derby dalla bicampionessa iridata. Per tutte le altre armi, invece, tanti ko prematuri che per una stagione sembrano privare l’Italia dello scettro di dominatrice della manifestazione.

A onor del vero, comunque, l’edizione moscovita dei Mondiali di scherma sta regalando molte sorprese. La Russia padrona di casa è pimpante, vanta già cinque podi con tre ori, ma non fa la voce grossa come in passato accadeva nel duopolio con l’Italia. Per questo a medaglia ci sono molte rivelazioni e, per esempio, nella spada maschile la corazzata francese si inchina all’ungherese Geza Imre, classe 1974, 41enne mai oro iridato che la prima medaglia internazionale l’ha vinta a L’Aia nel 1995. Un esempio che dice molto, come anche i molti medagliati fuori dalle prime dieci posizioni del ranking.

Per l’Italia, comunque, è innegabile un trend negativo in questi tre giorni appena vissuti. Le uniche in grado di confermarsi sono come detto Rossella Fiamingo, in stato di grazia, e Arianna Errigo, seppur frenata da qualche problema fisico. Male gli altri, soprattutto a livello mentale: spesso e volentieri gli assalti degli azzurri hanno il medesimo copione. Partenza positiva e break subito dal rivale che indirizza a suo piacimento il match. Per non parlare poi delle molte occasioni sprecate a quota 14: Elisa Di Francisca (che era 14-12) e Andrea Santarelli (a 13) su tutti, partiti con ambizioni ovviamente diverse ma accumunati dallo stesso amaro in bocca che ora andrà trasformato in grinta extra per le gare a squadre.

E’ dal 2002, edizione di Lisbona, che l’Italia non chiude le gare individuali con sole due medaglie. In quell’occasione arrivarono l’oro di Simone Vanni nel fioretto e il bronzo di Luigi Tarantino nella sciabola, curiosamente gli stessi metalli di adesso. Poi un altro podio, quello degli sciabolatori con già Aldo Montano in quartetto, e nulla più. I numeri sono cresciuti negli anni a venire, con l’Italia quasi sempre in cima al medagliere: concentrando il focus solo sulle gare individuali si contano 6 gioie nel 2003, 4 nel 2005, 5 nel 2006, 7 nel 2007, 5 nel 2009, 4 nel 2010, ben 8 a Catania nel 2011, 4 nel 2013 e 5 nel 2014. Qualcosa sta cambiando nella scherma mondiale, è palese. Ma l’Italia di certo non è morta: da domani il via alle gare a squadre per tornare a vincere tutto, o quanto meno provarci.

 

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

1 Commento

  1. Gabriele Dente

    16 Luglio 2015 at 23:35

    Quello del 2002 fu un mondiale un po’ particolare (potremmo ripeterlo nel 2015…) ma l’Italia, anche prima, ha fatto sempre grandi cose, tranne per brevi periodi.
    Mi preoccupa il lavoro fatto da Cerioni con le russe. La sua bravura, unita alla grande disponibilità di risorse di ogni tipo (umane, economiche, materiali, tecniche, fisiche) e allo studio ossessivo delle azzurre, ha portato le russe allo stesso livello delle nostre. Si è verificato ciò che temevamo. Anche se c’è da dire che la migliore Arianna Errigo la rivedremo a Rio. Almeno me lo auguro.
    Ormai quel poco di buono che produce lo sport italiano è tutto al femminile. Atleti maschi italiani, se ci siete battete un colpo!
    🙂

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