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Calcio Femminile, dichiarazioni Belloli: un problema di forma e di sostanza

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Non si spengono gli echi delle polemiche sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Lega Dilettanti Felice Belloli, balzato agli “onori” della cronaca per queste frasi vergognose nei confronti del movimento del calcio femminile: “Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche“, avrebbe detto Belloli durante l’assemblea del Consiglio del dipartimento di calcio femminile tenutasi lo scorso 5 marzo, stando al verbale della riunione consegnata ora alla procura Figc che indaga sulla vicenda. Su repubblica.it le conferme vengono da Sonia Pessotto, ex calciatrice e consigliere del dipartimento calcio femminile della Figc: ““Io c’ero: quella frase sulle ‘quattro lesbiche’ Belloli l’ha detta. Ora si deve dimettere da presidente della Lega Dilettanti”. Le reazioni, come è logico che sia, sono arrivate da più parti, anche dalle calciatrici che per protesta, nel sabato delle semifinali di Coppa Italia, inizieranno i match con 15′ di ritardo.

In tutto questo, il presidente della Lega Dilettanti professa la non paternità delle considerazioni attribuitigli, parlando addirittura di “Golpe contro di me”. In poche parole, un bel pasticcio all’italiana con un’altra figura di spicco del nostro calcio che sembra essersi lasciata andare ad affermazioni che di edificante hanno poco. Non è la prima volta. Ricordiamo tutti la frase di Carlo Tavecchio sugli atleti di colore, costata un’inibizione a livello europeo dalle riunioni del “palazzo”.

Quali sono le soluzioni? Le solite che professiamo da sempre: bisogna partire dal basso e da un concetto di sport e cultura più ampio. Già, belle parole ma come applicarle in concreto? Si perchè dopo questo tintinnio di manette contro Belloli che, per carità, giustificato ma poi? Cosa resta? Un problema di forma ma soprattutto di sostanza. Focalizzandoci nell’organizzazione del calcio femminile, dietro le parole del presidente c’è proprio un’ignoranza non solo frutto di quell’espressione ma anche di quello che essa nasconde. Di cosa parliamo? Di un calcio femminile che continua ad essere ignorato dalla Federazione Italiana Gioco Calcio e anche da emittenti tv che, nei loro interessi, ragionano in ottica di share e non sfortunatamente di servizio. La conseguenza è il quasi oscurantismo in cui cade un campionato di Serie A di cui pochi sanno poco o nulla. Le tanto attese riforme promesse dalla FIGC ancora sono un miraggio a maggior ragione che la gestione del calcio femminile è ancora, in qualche modo, proprio sotto il controllo della Lega Dilettanti. Un primo passo potrebbe essere quello che sia la stessa federazione ad assumersi determinate responsabilità e far sì che il “pallone in rosa” cominci ad avere le attenzioni dovute. Parliamo di una programmazione sensata, fatta di Academy, centri federali per sfruttare anche gli stessi finanziamenti della FIFA, come riportato in questo articolo.

Pertanto, se verranno accertate le responsabilità di Belloli, è giusto che la massima carica della LND paghi ma nello stesso tempo non ci si fermi alla superficie e si agisca per far sì che il movimento del calcio delle donne viva come meriti in una società sedicente evoluta.

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Immagine: profilo FB Valentina Giacinti

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