Artistica

Ginnastica, Anversa 2013: le pagelle di un’Italia magica e storica

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Una magica Italia sta tornando dal Belgio dove ieri si sono conclusi i Mondiali di ginnastica artistica. Ecco le pagelle delle nostre magiche azzurre scese in pedana ad Anversa 2013.

 

VANESSA FERRARI: 10. Araba Fenice, continuerò a ripetere. Leggendaria e storica per la ginnastica artistica italiana. La migliore ginnasta azzurra di sempre. Nessuno la demolisce. Nessuno la abbatte. Giurie, infortuni, ingiustizie: niente scalfisce una Campionessa grande quanto tutto il movimento nazionale. Non ci sono intoppi che tengano: la Cannibale di Orzinuovi si mangia i furti, azzanna la Polvere di Magnesio come mai nessuna e si regala un nuovo incredibile, trionfo.

Medaglia d’argento al corpo libero. La bresciana torna su un podio iridato dopo il bronzo nel concorso generale conquistato a Stoccarda 2007. Sei anni dopo! Migliora il terzo posto ottenuto ad Aarhus al quadrato magico, due giorni dopo essere diventata reginetta per una notte e per tutta la vita; riscatta il quarto posto delle Olimpiadi, quando tra furti e regolamenti stupidi, scoppiò in un pianto a dirotto e meditò seriamente al ritiro.

Questa è la quinta medaglia mondiale per super Vany, la prima d’argento di una carriera dorata e sempre più irripetibile (è il 49esimo sigillo nella storia del nostro Paese, il sesto al femminile).

E poteva pure fare cinquanta ed entrare ancora di più nella leggenda se il ricorso degli Stati Uniti non le avesse tolto il bronzo alla trave che aveva già in tasca e che sarebbe stato sorprendente. Stava festeggiando, poi vede il tabellone segna punti che si muove, la Biles che la sopravanza e lei che finisce al quarto posto… Ma non torniamo sulle dolenti note. Il quarto posto finale, però, è il miglior piazzamento dell’Italia sui 10cm negli ultimi 63 anni (dal bronzo di Licia Macchini nel 1950).

Il sesto posto nel concorso generale consacra la sua interezza, la sua integrità, la sua immensa capacità. A quasi 23 anni è ancora qui, sulla cresta dell’onda contro ragazze che, quando lei trionfava ad Aarhus, andavano ancora alle elementari…

Mancano tre anni alle prossime Olimpiadi. Enrico Casella ha chiaramente detto: “Non abbiamo ancora finito…”. Il sogno a cinque cerchi è più vivo che mai.

 

CARLOTTA FERLITO: 8,5. Non voleva più fare l’all-around e arriva undicesima: dimostrazione che il lavoro, se ben mirato, paga sempre anche quando non si eccelle in un attrezzo (e le parallele non sono state un “disastro”). Nettamente migliorati i piazzamenti di Londra 2012 e di Tokyo 2011.

Temevamo che non si qualificasse per la finale alla trave (sottoscritto in testa, ma esclusivamente per il valore delle avversarie) e invece non solo è entrata tra le magnifiche otto per la prima volta in carriera ma ha addirittura terminato al quinto posto. La siciliana, però, non è andata d’accordo con i giudici per tutta la settimana: sempre sottovalutata, spesso inspiegabilmente, fino al quinto posto finale alla trave. Non le viene riconosciuta un’importante combinazione, il D Score ne risente e il punteggio precipita.

L’esercizio di ieri è stato ottimo. Certo ci sono stati tre, quattro sbilanciamenti a cui i giudici si sono potuti attaccate, non neghiamolo. Ma l’esecuzione è stata eccessivamente penalizzata: le hanno tolto praticamente 1.8 punti, come la Biles che ha sbagliato cose clamorose!

Ad ogni modo la 18enne deve tornare da Anversa contenta di se stessa, dei propri mezzi e pronta a provarci nelle prossime occasioni. Anche se certi treni passano solo una volta in carriera: li puoi prendere, ma se poi non ti obliterano il biglietto…

 

FRANCESCA DEAGOSTINI: 7,5. Primo Mondiale, prima vera uscita internazionale tra le grandi. La 17enne torna alla grande in pedana dopo 18 mesi tormentati: infortunio alla mano, operazione alle ginocchia, mancata convocazione alle Olimpiadi. La leoncina milanese risponde al meglio alle sollecitazioni e alle aspettative, guadagna addirittura un sorprendente undicesimo posto alla trave (sarebbe stata riserva se non ci fosse la stupida regola dei passaporti) grazie a un esercizio molto elegante e ben tenuto.

Si toglie la soddisfazione di entrare nel codice dei punteggi grazie alla sua fantasiosa entrata alla trave (è una semplice A, ma sarà per sempre nella Bibbia della Polvere di Magnesio). Un’ottima base su cui costruire il futuro e un’ottima medicina per riprendere convinzione nei propri mezzi.

 

ALESSIA LEOLINI: 7. Valutiamo positivamente la toscana perché era al primo anno da senior e ha subito vestito il body azzurro nell’appuntamento più importante. La sedicenne si è fatta prendere da una grandissima emozione che a tratti non ha gestito, commettendo diverse imperfezioni. L’importante, però, era fare esperienza, sentire il profumo che tira a un Mondiale, vedere le grandi, gareggiare in un contesto importante. Ne farà tesoro per un futuro in cui sarà un pezzo importante della Nazionale: proprio per questo motivo, valutiamo positivamente anche la sua convocazione.

 

ITALIA: 10 e lode. Cinque finali, una medaglia, un quarto posto, un quinto posto. Torniamo a casa con un podio come non succedeva dal 2010 (Matteo Morandi). Per la prima volta nella storia due azzurre nella finale alla trave. Non potevamo sperare in un bilancio migliore.

E non dimentichiamoci che avevamo a casa quattro infortunate di peso: Giorgia Campana, Elisabetta Preziosa, Erika Fasana (cioè tre olimpiche) più Adriana Crisci, convocata e poi infortunatasi a Vigevano, che avrebbe lottato fino all’ultimo per una finale al volteggio.

 

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stefano.villa@olimpiazzurra.com

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(foto Federginnastica)

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