Ciclismo

Vincenzo Nibali sul Giro d’Italia 2026: “Percorso tecnico da dieci, Blockhaus primo momento chiave”

Mattia Fierro

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Vincenzo Nibali/La Presse

Lunedì 1° dicembre è stato finalmente rivelato il percorso del Giro d’Italia 2026, in programma dall’8 al 31 maggio prossimi. Confermate le anticipazioni emerse nelle ultime settimane con la partenza e le prime tre tappe che verranno disputate in Bulgaria, poi ci si trasferirà in Italia, per affrontare un percorso moderno, con tappe corte ma ugualmente insidiose.

Sull’edizione 109 della corsa a tappe italiana si è espresso anche Vincenzo Nibali, vincitore nel 2013 e nel 2016. Il siciliano, ultimo italiano ad alzare il trofeo, come riportato da cyclingpronet, ha così analizzato il percorso: “Ci sono arrivi inediti, ci sono sicuramente tanti tranelli, sarà un Giro veramente molto affascinante. Un disegno tecnico, non scontato, che lascia spazio alla giusta interpretazione, nel senso che ci sono delle tappe che possono essere dei tranelli. Il Blockhaus sarà uno dei primi momenti chiave, perché se è vero che a volte la prima salita fa vedere chi è più in condizione, mostra anche chi non lo è, o chi magari verrà fuori un pochino più avanti”.

Sulla salita abruzzese ha aggiunto: “Il Blockhaus non è una salita sulla quale ci si può nascondere molto, va presa di petto. Nell’anno in cui vinse Tom Dumoulin, si confrontò con Quintana in super condizione, ma poi il Giro lo vinse Dumoulin ed io andai in sofferenza nella parte finale. È una salita veramente dura, tosta”.

Sulla seconda metà della Corsa Rosa ha concluso: “La cronometro di Massa sarà molto importante, attenzione anche al vento. Potrebbe essere l’ago della bilancia, partire prima o dopo, anche per gli specialisti, sarà essenziale. È una cronometro da non sottovalutare, 40 chilometri completamente piatti: massima espressione della velocità. La doppia scalata di Piancavallo non è roba da poco. Arrivare alla fine del Giro d’Italia, alla ventesima tappa, con una frazione così, bisognerà capire quali saranno le energie rimaste. Anche la tappa dolomitica sarà durissima, c’è anche la tappa di Andalo da non sottovalutare. Comunque, nel complesso, è un Giro d’Italia da 10”.

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