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Un torneo ATP e una esibizione per Lorenzo Musetti prima degli Australian Open 2026

Federico Rossini

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Musetti / LaPresse / Olycom

Per Lorenzo Musetti il 2026 sarà un anno di riconferme. Partendo, peraltro, da qualcosa di nuovo: nel suo team, infatti, entra José Perlas, già capitano spagnolo di Coppa Davis nel 2000 e 2004 (due anni non a caso, visto che sono stati vincenti), nonché coach di Carlos Moya, Albert Costa e, in chiave italiana, Fabio Fognini, al quale è riuscito a dare la convinzione di poter arrivare (molto) in alto come poi il ligure ha fatto.

Il toscano comincerà a mettersi in gioco a Hong Kong. Si tratta di un torneo che non gli ha mai dato troppa fortuna, e che nel 2025 lo ha visto uscire al secondo turno. Stavolta lo affronterà da testa di serie numero 1, il che non gli garantisce di sicuro un cammino soft ogni volta (girano nomi come Borges, Marozsan, Etcheverry, Cilic tra i privi di seeding), ma senz’altro lo mette nella condizione di poter sperare d’incamerare partite e fiducia in vista di Melbourne.

Poi ci sarà una tre giorni che, lo scorso anno, era saltata. Il Kooyong Classic torna nel 2026: è l’esibizione più famosa che esista Down Under e si gioca sui campi che hanno ospitato gli Australian Open a Melbourne (su erba ai tempi: oggi la superficie è un “classico” duro) fino al 1987, prima dell’approdo a quello che allora era Flinders Park e oggi è Melbourne Park. Con lui diversi elementi di spicco, compresi Flavio Cobolli e Matteo Berrettini.

E poi gli Australian Open, quelli che finora non sono stati mai propriamente teneri con lui. Si tratta dell’unico Slam in cui non è mai andato oltre il terzo turno, raggiunto lo scorso gennaio con sconfitta contro Ben Shelton (l’americano avrebbe poi battuto anche l’altro Lorenzo, Sonego, che è presente a Hong Kong, e si sarebbe fermato solo di fronte a Jannik Sinner). Mai come nel 2026 c’è la possibilità di far bene, anche in vista di una parte di calendario che è quasi priva di punti pesanti da difendere. Il che vuol dire solo una cosa: possibilità di stabilizzarsi in vista delle inevitabili cambiali su terra rossa.

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