Scacchi
Scacchi: Magnus Carlsen è ancora Campione del Mondo rapid, Goryachkina vince tra le donne. Lodici risale
Magnus Carlsen, per la sesta volta in carriera, conquista il titolo mondiale rapid. Il norvegese continua a rimpinguare la propria già insensatamente ampia bacheca di titoli, aggiungendo il 19° iridato tra classico, rapid e blitz. Con una terza giornata, a Doha, di quelle da dimostrazione assoluta circa chi è il più forte di tutti, Carlsen chiude a 10,5/13 e si porta a casa un alloro che, ieri, non tutti gli accordavano viste le vicende di giornata (inclusa una telecamera della tv norvegese bruscamente allontanata dopo la sconfitta con Artemiev).
Seconda posizione proprio per il già citato Vladislav Artemiev: dopo la vittoria con Carlsen il russo colleziona solo patte (sei in fila, di cui quattro nella terza giornata) e deve dunque lasciare le speranze di successo conclusivo. Terzo l’indiano Arjun Erigaisi, che beffa il duo americano composto da Hans Moke Niemann (per certi versi decisiva la sua sconfitta con Carlsen all’11° turno) e Leinier Dominguez Perez. A parità di punti per i quattro citati (9,5/13) conta sempre il primo spareggio tecnico, una versione modificata del Buchholz che tiene conto della somma dei punteggi degli avversari affrontati eccetto uno (il più basso).
Sempre nell’ambito degli spareggi tecnici, del gruppone a 9/13 finiscono in top ten, in questo ordine, il francese Maxime Vachier-Lagrave, sesto, l’uzbeko Javokhir Sindarov, settimo, l’americano Wesley So, ottavo, l’olandese Anish Giri, nono, e il russo (che, come tutti, gioca sotto bandiera FIDE) Andrey Esipenko, decimo. Tra i grandissimi protagonisti, però, ce n’è uno che chiude 15°: il potenziale futuro degli scacchi, il tuco Yagiz Kaan Erdogmus, che a 14 anni si ritrova al penultimo turno a giocare contro Carlsen. Poi perde quella partita e anche l’ultima, ma Magnus ha solo grandi parole per lui ai microfoni della NRK, la tv di Stato norvegese: “Lui è il miglior 14enne che il mondo abbia mai visto. Sentiremo parlare moltissimo di lui nel futuro“. Restano nel gruppo a 8,5/14 con Erdogmus anche Caruana, Abdusattorov, il Campione del Mondo Gukesh, Firouzja e Praggnanandhaa, che proprio con questo risultato è ufficialmente l’ultimo qualificato per il Torneo dei Candidati 2026.
Capitolo Italia: si parte, naturalmente, da Lorenzo Lodici, che rimette in piedi la propria classifica e termina 135° a 6,5/13, in sostanziale linea con il numero 124 di partenza (e in compagnia, comunque, di fior di giocatori). Al 10° turno al numero 1 italiano, in un concitato finale di Torre con pedone in più, sfugge un tatticismo che consente all’egiziano Mohamed Ezat di assicurarsi la patta. L’appuntamento con la vittoria è rinviato di poco: è brillante con il marocchino Mohamed Tissir e poi anche con il vietnamita Khoung Duy Dau. L’ultimo turno potrebbe regalare scintille contro l’ottimo svedese Nils Grandelius, e in effetti le scintille ci sono: bellissimo sacrificio di Cavallo alla 10a mossa cui segue un’iniziativa di Donna al gusto di partita con un sano pizzico di follia. Alla fine è scacco perpetuo e patta. Per lui ora c’è parecchio da puntare sui Mondiali blitz, dove l’anno scorso è stato a lungo in alta classifica, anzi altissima. Ad oggi è all’incirca a metà dello schieramento al via, ma stavolta non dovrebbe trovare Carlsen, bensì uno degli ultimi della lista (verosimilmente uno dei qatarioti in gara per l’occasione).
Per Nicola Altini, invece, chiusura da 2,5/4 nell’ultimo giorno e 5,5/13 conclusivo, il che lo colloca al 199° posto (da 129 di partenza). Dopo la sconfitta con il kazako Mark Smirnov, arrivano la vittoria contro l’emiratino Sedrani Ammar e, subito dopo, la patta contro quello stesso Tissir che poco prima si era trovato davanti Lodici. L’ultimo turno è vincente contro l’egiziano David George Samir.
In campo femminile, invece, bisognerebbe fare un appunto e non di poco conto alla gestione del torneo da parte della FIDE. In pochissimi, infatti, si erano accorti di una stortura regolamentare. Nella sezione Open, infatti, il regolamento ora prevede che in caso di parità a più di due in testa ci sia un playoff di spareggio (blitz) con tutti gli interessati. In quella femminile, invece, il sistema è rimasto quello vecchio, con lo spareggio tecnico che, con più di due in testa, determina un unico playoff blitz tra le due meglio piazzate in questo senso.
Ed è proprio ciò che si verifica al termine degli 11 turni regolamentari, perché in testa a 8,5/11 si trovano la cinese Zhu Jiner, la russa Aleksandra Goryachkina e l’indiana Humpy Koneru. Quest’ultima, peraltro, è stata a un passo dal vincere da sola, non riuscendo però a convertire un finale praticamente vinto con la connazionale Shri Savitha. Il peggior primo criterio di spareggio tecnico condanna Koneru a non poter giocare lo spareggio, riservato così alle altre due: la speranza è che questa stortura tra torneo Open e femminile venga corretta al più presto, magari già l’anno prossimo. Alla fine dei conti, lo spareggio premia Goryachkina, che vince la prima partita blitz e poi resiste ai tentativi di forzare di Zhu Jiner nella seconda chiudendo la questione con il 2-0. Si tratta della prima volta in cui si prende il titolo iridato rapid.
Quarta la già citata indiana Savitha, davanti alla connazionale Vaishali Rameshbabu (che, com’è ormai arcinoto, è la sorella di Praggnanandhaa) e alla turca Ekaterina Atalik. Per tutte loro 8/11. Del gruppo a 7,5/11 vanno in top ten, in questo ordine, la cinese Lei Tingjie, l’indiana Divya Deshmukh, la russa Kateryna Lagno e la cinese Tan Zhongyi.
Veniamo alle italiane: Alexandra Shvedova conclude al 63° posto (partiva come numero 57) con 6/11. L’ultimo giorno, con tre partite, la vede inizialmente pattare (gettando però al vento un ulteriore mezzo punto in un finale di Torre e due pedoni di vantaggio che pareva vinto) contro la georgiana Anastasia Kirtadze. Quasi per compensazione, però, quel mezzo punto lo riprende per i capelli contro la russa Veronika Shubenkova e, infine, arriva la vittoria sull’armena Mariam Mkrtchyan. Quanto ad Aleksandra Dimitrijevic, invece, c’è il 113° posto (partiva dal 58) a 4,5/11. Per lei vittoria iniziale sulla norvegese Monika Machlik, poi sconfitta con la georgiana Kesaria Mgeladze e patta con l’uzbeka Nilufar Yakubbaeva. Particolarmente incredibile la vittoria su Machlik: sotto di una Torre netta nel finale, sfrutta una finezza tattica per avere almeno lo scacco perpetuo, ma l’avversaria sbaglia mossa pur di evitarlo e si espone a uno scacco matto in tre mosse, puntualmente eseguito.
Da domani, come si diceva, i Mondiali blitz: si gioca a cadenza 3’+2″ con 19 turni per l’Open e 15 per le donne, dopodiché le prime quattro posizioni si giocheranno tutto in semifinali e finale con minimatch da quattro partite.