Nuoto
Nuoto, ritorni e scoperte dagli Italiani di Riccione da Lisa Angiolini a Emanuele Potenza
Si sono appena conclusi i Campionati Italiani Assoluti in vasca corta a Riccione, che mettono un punto alla stagione 2025 per gli azzurri. Nonostante i pochi giorni di distanza dalla fine degli Europei in vasca corta di Lublino, dove i nuotatori italiani hanno brillato come non mai, con una sfilza di record e personali, gli atleti non hanno spento né testa né propulsione, mostrandosi ancora una volta preparati e dando sfogo a risultati di livello internazionale.
La nuotatrice del campionato è senza dubbio Lisa Angiolini. La trentenne toscana, assente agli Europei a causa di un virus, ha potuto dare sfogo alla sua forma impeccabile proprio a Riccione. Qui l’atleta dei Carabinieri, complice proprio la rabbia per l’occasione mancata, ha mostrato la forma migliore di sempre, perlomeno in vasca corta. Con una tripletta d’oro nella rana, Angiolini è soprattutto autrice di un record Italiano che cercava da anni, nei 200 rana. Ha vinto il titolo Italiano 100 rana con 1’04″42, costruendo la gara su un passaggio iniziale molto veloce, un tempo che è il suo nuovo primato personale e la 4ª prestazione italiana all-time. Ha ottenuto anche un secondo posto nei 100 misti con 59″39. La vittoria e il record Italiano nei 200 rana in vasca corta è arrivato con 2’18″96, superando il precedente primato di Francesca Fangio (2’19″17)
Ancora una tripletta in campo femminile, arriva stavolta da Elena Capretta. Convocata in Nazionale per la prima volta l’anno scorso, in occasione dei Mondiali in vasca corta di Budapest, l’azzurra ha dimostrato la sua solidità sui 25 metri durante questo campionato. La delfinista ha infatti conquistato un oro nei 50 e nei 100 farfalla, realizzando in entrambi i suoi record personali, rispettivamente di 25″29 e di 57″03, accarezzando la barriera dei 56 secondi. La sorpresa è però arrivata nei 100 stile libero, dove, nonostante la presenza di atlete specializzate, la nuotatrice classe 2002 ha cavalcato il picco di forma del momento, riuscendo a toccare prima delle connazionali Agata Ambler e Viola Scotto di Carlo. Con questa vittoria dalla corsia 1, Capretta migliora l’ennesimo record personale, portandolo a 53″53, quasi mezzo secondo in meno del suo precedente.
C’è poi un ritorno di forma che fa ben sperare e che riguarda Alessandro Ragaini. Dopo l’anno complicato, tra maturità e aspettative, il 19enne sembra star ritrovando quella fluidità in acqua che l’aveva posto tra i migliori interpreti azzurri del mezzofondo. Il marchigiano conquista infatti l’oro nei 400 stile libero, migliorando il proprio personale fino a 3’39″74 ed entrando nella top-10 italiana della specialità. Questo crono lo proietta al settimo posto italiano all-time, appena sotto il tempo di Massimiliano Rosolino. Un rientro di alto profilo è quello di Michele Lamberti, forte di un palmarès che vanta importanti medaglie europee negli anni scorsi. Il dorsista bresciano ha dimostrato di aver ritrovato una condizione eccellente, suggellata dalla vittoria nei 50 dorso con il crono di 22″90, scendendo finalmente sotto la barriera dei 23 secondi e aggiungendosi al panorama affollatissimo di italiani in grado di nuotare così veloce. A completare il suo campionato, arrivano l’argento nei 100 dorso e il bronzo nei 200 dorso, confermando il suo ritrovato ruolo di rilievo nella specialità.
La conferma arriva da Gabriele Mancini, che preserva il suo stato di forma riuscendo a vincere i 100 rana in 56″89 (nuovo primato personale) e i 200 rana in 2’04″11. Queste ottime prestazioni sono state incalzate dal ritrovato Alessandro Fusco, che ha ottenuto l’argento nei 200 rana con 2’04″14.
Poi ci sono i nuovi. Su tutti gli interpreti delle distanze dell’assente Alberto Razzetti. Emanuele Potenza, classe 2006, realizza un tempo nei 400 misti di 4’01″68 che lo pone a livello internazionale. Con questo tempo, che gli regala il titolo italiano assoluto, il talentuoso nuotatore delle Fiamme Oro avrebbe conquistato la medaglia d’argento con estrema facilità agli Europei di Lublino (Max Litchfield ha vinto l’argento con 4’03″25), portandosi anzi estremamente vicino al crono del compagno di nazionale Razzetti. Il nuovo campione italiano presentava in precedenza un personale di sette secondi più lento. In quest’ottica diventa difficile relegare il suo nuovo livello mostrato alla sola vasca corta, e sebbene la stagione in vasca lunga debba ancora iniziare, questi sono risultati che fanno ben sperare per il futuro. Un altro nome che si fa strada è quello di Andrea Camozzi. Sempre in “campo Razzetti”, il classe 2005 realizza nei 200 farfalla un tempo da élite di 1’51″62, migliorando di ben due secondi il suo primato personale e confermando il suo valore nella distanza.
Un bonus da segnalare è il miglioramento ulteriore di Anna Pirovano, che vince il titolo nei 200 misti con un tempo di 2’07″93. Questa prestazine si inserisce esattamente nella narrativa di cui soono protagoniste anche Capretta e Angiolini: costrette a guardare gli Europei da casa, si sono rimboccate le maniche pronte a metter in acqua ciò che valgono davvero. Entra così anche nella storia italiana della distanza in vasca corta, valendo il 7° posto nella graduatoria italiana all-time dei 200 misti femminili.
Rassegne del genere, di carattere nazionale, quando poste in seguito a un Campionato internazionale come gli Europei, perdono spesso parte del proprio prestigio. Nonostante le premesse, quest’anno la Nazionale Azzurra ha dimostrato una profondità e densità del movimento stravolgente. Se infatti da un lato, ci sono stati atleti reduci dalla kermesse polacca che sono riusciti a mantenere quello stato di forma, addirittura migliorandosi (il caso di Mancini), o comunque garantendo gare di una certa qualità, coloro che non erano stati coinvolti nella trasferta hanno dato prova di tutto quello che avrebbero potuto offrire. Atleti come Elena Capretta e Michele Lamberti dimostrano nuovamente la propria abilità in vasca corta. Giovani ritrovati come Alessandro Ragaini, e altri che invece si scoprono oggi. Come il caso di Emanuele Potenza e Andrea Camozzi che non si fanno scomporre dalle assenze di Alberto Razzetti, ma fanno anche di più, non ponendosi solo come degni sostituti del genovese, ma anche come possibili nuovi innesti di questa Nazionale. Tutte queste sono ulteriori evidenze di come la squadra italiana di nuoto sia frutto di un movimento che parte dal basso, e stia allargando sempre di più gli orizzonti e la rosa di atleti, aumentando densità e profondità e rendendo l’Italia una protagonista sempre più corale.
Un’Italia che oscilla tra la vecchia generazione, che non cede di un millimetro e continua a stupire tutti, a partire da sè, e la nuova generazione, che non vuole più restare a sognare e tifare i grandi risultati di squadra ma vuole farne parte dall’interno.