Pallavolo
Luca Porro: “Programma troppo fitto, la Superlega perde importanza. Chi va in Nazionale non stacca mai”
Luca Porro, schiacciatore di Modena è stato uno degli ospiti dell’ultima puntata di Volley Night, trasmissione che va in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il giocatore classe 2004 è intervenuto assieme al fratello Paolo, a sua volta protagonista nella Superlega, ma con la maglia di Piacenza.
La compagine emiliana sembra avere imboccato la giusta direzione, confermandosi una piazza importante per la pallavolo: “Non sono uno che ama parlare troppo o sbilanciarsi. Dico solo che è troppo presto per fare sogni. Sicuramente stiamo giocando bene e ritengo che abbiamo lasciato qualche punto qua e là in qualche trasferta. Potevamo fare meglio ma penso che tutto questo vada visto in un processo di crescita di una squadra giovane. Mi pare che potremo fare ancora tanto. Dove stiamo sbagliando? Direi in battuta, un po’ troppo. In questo modo rischiamo di toglierci un po’ di ritmo. Ci stiamo lavorando tantissimo in palestra. Se sistemeremo questa aspetto potremmo davvero diventare una spina nel fianco per tutti”.
Essendo presente, come detto, anche il fratello Paolo la domanda della possibile inversione tra i due non poteva mancare: “Da piccolo mi piaceva fare il libero più che il palleggiatore. Ovviamente fare l’alzatore sarebbe interessante. Piace a tutti come ruolo, ma non è da tutti. Sei sempre coinvolto e sei la mente della squadra. Il 29 ottobre abbiamo giocato contro. Sicuramente una sensazione sempre particolare. Vedere Paolo dall’altra parte della rete fa effetto. I primi tempi forse di più, ora magari ho fatto un po’ l’abitudine. Ogni match poi, inizia in maniera particolare, poi ti sciogli e non ci pensi più, specialmente dopo 3 anni”.
Ricordiamo che Luca Porro è stato parte della spedizione azzurra a Parigi 2024: “Come ho vissuto la chiamata? L’ho scoperto ufficialmente durante il ritiro di Cavalese. Era già nell’aria, ovviamente, i ruoli si erano più o meno già capiti. Quando è arrivata l’ufficialità comunque l’emozione è stata forte, ma non l’ho fatta vedere troppo, altrimenti gli altri mi prendevano in giro” sorride.
Il mondo del volley, come con i fratelli Porro, sembra sempre più attento ai giovani: “Molte volte si dice che debbano giocare per forza. In un campionato come la Superlega devi essere anche pronto per giocare e per affrontare un livello simile. A volte mandare allo sbaraglio un ragazzo solo per la carta d’identità potrebbe essere anche controproducente. Poi, ovviamente, se sono forti ben venga, se italiani ancor di più. Penso però che le nuove leve debbano anche compiere un percorso di crescita, dimostrando di poter essere con merito a quei livelli. La maturità? Nel volley arriva penso attorno ai 30 anni. Anche se, ovviamente, dipende da giocatore a giocatore e dal ruolo. Il palleggiatore o il libero maturano più avanti rispetto a opposti o schiacciatori. Per quello dico 30 anni. Il momento in cui l’esperienza ti dà modo di affrontare nel migliore dei modi le difficoltà che ti si presentano davanti”.
Cosa ruberebbe a suo fratello Paolo? Luca sembra avere le idee chiare: “Direi la sua capacità di rimanere calmissimo durante i match, in ogni situazione. Lo vedo sempre sotto controllo anche perché il suo ruolo glielo richiede. Io non sono messo male da quel punto di vista, ma continuo a lavorarci”.
Essere due fratelli che, sin da subito, sono stati additati come due sicure stelle in divenire, ha messo pressione? “Io penso solo di avere la fortuna di fare quello che mi piace. La pressione non mi si addice. Anzi, forse più gente parla di te come giocatore vuole dire che stai facendo qualcosa di buono”.
Ultima battuta sul calendario compresso della Superlega: “Penso che questo programma così fitto non dia la giusta importanza a questo campionato. Meriterebbe di più. Con un calendario così breve anche la regular season perde importanza. Tutto è troppo ravvicinato ed anche per noi giocatori i ritmi sono troppo stressanti. La capacità di preservarti è fondamentale. Chi va in Nazionale, poi, non stacca mai. Noi a Modena non abbiamo le Coppe europee, per cui penso a chi le ha e devi ritmi sono davvero difficili da sostenere”.
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