Ciclismo
Lorenzo Finn: “Un altro anno da U23 per allungarmi la carriera. Con Seixas non ho notato differenze abissali”
Trentotto giorni di corsa, tre vittorie e una stagione 2025 che profuma già di futuro. Lorenzo Finn ha appena 18 anni, ma il suo nome pesa come quello di un veterano. Tra i successi che ne hanno certificato l’esplosione spicca il bis iridato di Kigali, una consacrazione arrivata al termine di un’annata vissuta sempre all’attacco, senza paura e senza compromessi. Il talento della Red Bull Bora Hansgrohe ha iniziato a far parlare di sé sin dall’ingresso nella categoria juniores: prima con il CPS Professional Team, poi con la Grenke–Auto Eder, seguendo un percorso coraggioso e per certi versi pionieristico. Finn è stato infatti uno dei primi azzurri a lasciare l’Italia in giovane età per formarsi all’estero, abbracciando il metodo della squadra juniores tedesca. Un passo che lo ha portato naturalmente nella formazione ‘devo’, dove correrà anche nella prossima stagione, prima del grande salto nel World Tour. Finn corre come pensa e pensa in grande. In gruppo si muove con una naturalezza disarmante, dialoga e si confronta con compagni e avversari più esperti come se il tempo fosse già dalla sua parte. Spavaldo e istintivo quando pedala sembra avere già chiaro il suo destino: “Sono portato per la salita, per le gare dure e per le corse a tappe. Il sogno è un giorno essere al via del Tour de France, la corsa più importante al mondo, vincere una tappa e mettermi alla prova nei Grandi Giri. Ma c’è tempo», ha raccontato ad OA Sport con lucidità.
Come procede la preparazione invernale e quali novità stai apportando?
“La preparazione sta andando bene. I primi giorni di ritiro a Maiorca sono stati piuttosto impegnativi perché avevamo diverse attività collaterali, ma ora sono entrato nel pieno del lavoro. Sto utilizzando parecchio la bici da cronometro, facendo anche test aerodinamici: stiamo investendo tanto su questa disciplina. A dicembre, comunque, non sto esagerando con i carichi: è ancora un mese relativamente tranquillo”.
Dopo aver vinto il Mondiale U23, che rappresenta il massimo della categoria, quali nuove ambizioni ti poni per una nuova stagione tra gli U23?
“Sarebbe bellissimo vincere, o comunque fare molto bene, al Giro Next Gen e al Tour de l’Avenir, che sono le due corse a tappe più importanti della categoria. Mi piacerebbe mettermi in mostra soprattutto lì. E poi c’è sempre il Mondiale…”.
Al Tour de l’Avenir ti sei confrontato con corridori come Seixas e Nordhagen, già nel World Tour: quali differenze hai notato tra te e loro?
“Non ho notato differenze abissali. Sicuramente loro, avendo già disputato un calendario World Tour, sono più abituati a certi ritmi e a un chilometraggio più elevato nelle corse”.
Finora hai ottenuto i risultati migliori nelle gare di un giorno più che nelle brevi corse a tappe. In prospettiva ti senti più uomo da Classiche o da Grandi Giri?
“Al momento non lo so ancora. Mi piacciono entrambe le tipologie di corsa, sia le gare di un giorno sia quelle a tappe. Vedremo come andrà questa stagione, ma sento grande fiducia da parte del team anche in ottica corse a tappe”.
Giulio Pellizzari ha speso belle parole nei tuoi confronti. Qual è il tuo rapporto con lui?
“Andiamo d’accordo ed è bello avere dei compagni di squadra italiani. Avere Giulio come riferimento è importante: quest’anno ha dimostrato di poter competere nei Grandi Giri ed è sicuramente molto stimolante”.
Sai già a quali corse per professionisti parteciperai nel 2026?
“Inizierò con la Challenge Mallorca a fine gennaio, poi dovrei fare il Giro di Sardegna, la Milano-Torino, la Coppi&Bartali e il Tour of the Alps. Questo dovrebbe essere il programma della prima parte di stagione per quanto riguarda le corse con i professionisti”.
Pensi che questo anno in più tra gli U23 possa essere utile, in prospettiva, per allungare la tua carriera?
“Sì, l’idea è proprio quella: crescere con calma, senza stress, per arrivare pronti e più maturi al salto nel World Tour”.
Quali sono i tuoi principali obiettivi stagionali per il 2026?
“Il Giro Next Gen, il Tour de l’Avenir e il Mondiale. L’obiettivo principale resta comunque continuare a crescere, così da avvertire il meno possibile il passaggio nel World Tour nel 2027”.
Qual è il sogno nel cassetto che vorresti realizzare nella tua carriera?
“Uno l’ho già realizzato: diventare professionista, cosa che accadrà nel 2027. Poi mi piacerebbe partecipare al Tour de France e riuscire a vincere una tappa”.