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Lorenzo Bilotti e la rinascita del bob: “Prima ci sottovalutavamo, adesso siamo vicini ai mostri sacri”

Erik Nicolaysen

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Bob Italia / Lapresse

Lorenzo Bilotti è intervenuto come ospite nel corso della nuova puntata di Salotto Bianco, trasmissione di approfondimento sulle discipline olimpiche invernali visibile sul canale Youtube di OA Sport, condotta da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi. Il frenatore romagnolo classe 1994 (componente dell’equipaggio capitanato dal pilota Patrick Baumgartner) è reduce dalla conquista di uno straordinario terzo posto nell’evento di bob a 4 andato in scena lo scorso weekend sul tracciato austriaco di Igls nella seconda tappa stagionale di Coppa del Mondo dopo il test event olimpico di Cortina.

Credo che in realtà Cortina sia stata il trampolino di lancio anche giusto per una stagione così importante. Quello che ci siamo detti anche tra noi ragazzi dopo la gara è che in realtà tutti gli aspetti della gara di Cortina sono stati positivi, nel senso che capire cosa dover migliorare, cosa non dovere fare più o capire che cosa hai fatto bene ti dà già la possibilità di costruire quella competizione che noi stiamo preparando ormai da mesi, ma in realtà da anni. Quindi da lì ci siamo presentati ad Innsbruck nella maniera migliore, determinati e consci del fatto che siamo veramente più vicini e che se riusciamo ad esprimerci col nostro potenziale possiamo dire la nostra. Lo abbiamo dimostrato. Questo si intende sia dal punto di vista della spinta che dal punto di vista della guida ma eventualmente insieme ai tecnici anche della scelta dei materiali, e tutto ciò ci ha permesso di essere molto più competitivi e molto più vicini, che è l’aspetto secondo me davvero positivo. Vedere di essere lì e avere comunque ridotto un pochino il gap anche da questi mostri sacri alimenta ancora di più la nostra fame fondamentalmente“, racconta l’azzurro.

La pista di Cortina ci inorgoglisce tantissimo e ci fa super piacere. L’effetto e la sensazione di sentirsi a casa secondo me non ha eguali, soprattutto per chi come noi non ha mai vissuto la realtà di una pista di casa. Siamo magari atleti comunque ormai esperti, però dopo tanti anni in realtà non abbiamo mai avuto la possibilità di scendere in una pista in Italia, quindi questo sicuramente ci inorgoglisce. Sentiamo tanto la vicinanza delle nostre famiglie quando abbiamo avuto la possibilità di fare la gara qua, ma oltretutto anche delle persone di Cortina, perché ricordiamo che lì c’è una grandissima tradizione di bob e si sente. L’effetto che ti fa poi andare in una pista come quella di Innsbruck in realtà è il fatto che ora la sentiamo quasi più come una pista di casa, nel senso che prima per certi versi era la pista un po’ più comoda e più vicina, che comunque negli anni conoscevamo e avevamo la possibilità di provare tra allenamenti piuttosto che in Coppa Europa o in Coppa del Mondo. Adesso invece una nostra casa e quindi fondamentalmente ci è sembrata una pista come un’altra“, prosegue Bilotti.

Sull’evoluzione del rapporto con gli equipaggi più forti del circuito:Qualche cambiamento c’è stato, anche negli ultimi anni. In realtà secondo me intanto è cambiato come noi guardiamo gli altri. Io ho vissuto un po’ tutto questo percorso dal buio buio a questa crescita. Sono sempre stato convinto di non avere molto meno degli altri se non in struttura fisica, perché non sono magari il classico bobbista di 1,90 per 110 kg, però penso che dal punto di vista delle qualità tante volte ci siamo un po’ sottovalutati. Con il passare degli anni crescendo tutta la squadra si è resa conto che in realtà siamo più competitivi di quanto si pensava almeno inizialmente, e anche la percezione degli altri cambia. Si sono resi conto negli anni che la crescita c’è stata perché fondamentalmente quelli che sono veramente più competitivi e che vincono sono nel circuito di Coppa del Mondo da parecchi anni, praticamente come il nostro equipaggio se non di più, quindi ci conoscono e ci conosciamo da quando siamo giovani, e loro si sono resi conto della nostra crescita. Si stanno rendendo conto che siamo più vicini forse di quanto si aspettavano fino a un paio di anni fa e quindi niente, penso che sia solo positivo. Questa è una bella sfida. Io ogni tanto mi ritrovo magari nei campi di riscaldamento vicino a quelli che per la nostra disciplina sono dei mostri sacri e magari ogni tanto parte la sfida, ogni tanto qualche battuta, qualche consiglio da una parte e dall’altra, quindi a noi fa solo piacere“.

Sul peso specifico del risultato ottenuto a Igls:È un podio in una stagione olimpica, non in una stagione post-olimpica come fu il primo, che per chi vive lo sport o comunque le discipline olimpiche sa quello che può essere il livello di determinati atleti di alto livello nella stagione post-olimpica. Questo sicuramente ci inorgoglisce tanto. In realtà noi, come penso molti atleti o praticamente tutti gli atleti che competono, anche quando arrivavamo quindicesimi o ventesimi ci presentavamo sulla tavoletta dietro al bob per partire con l’obiettivo di fare il meglio possibile, ma di cercare di vincere o comunque raggiungere un traguardo importante. Poi magari non arrivava, ma era un percorso che dovevamo fare. Quindi ci siamo presentati a Cortina con l’obiettivo di fare il meglio possibile sulla nostra pista nella prima gara in Italia dopo decenni. Lo stesso abbiamo fatto a Innsbruck e continueremo a farlo da qui fino alle Olimpiadi, quindi sicuramente ci sarà l’occasione anche di Lillehammer. Vedremo come andrà, è una pista che sicuramente negli anni abbiamo affrontato più volte. In realtà adesso quello che veramente dobbiamo continuare a fare è cercare di capire quello che la gara ci dà, quindi sia gli aspetti positivi sia gli aspetti negativi, e saper affrontare i negativi o comunque risolverli o accantonarli per seguire la strada più positiva“.

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