Ciclismo

Jasper Philipsen guarda alle Monumento: “L’idea di vincere la Roubaix mi dà grande motivazione”

Andrea Addezio

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Jasper Philipsen/LaPresse

È tempo di iniziare a guardare alla nuova stagione, si delineano gradualmente le strategie e si fissano gli obiettivi per un 2026 in cui continuare a provare a recitare un ruolo da protagonisti. Jasper Philipsen non vuole smettere di coltivare un sogno: la Parigi-Roubaix. Il belga, una delle punte di diamante dell’attuale Alpecin-Deceuninck, ha già raccolto due secondi posti nella corsa delle pietre del Nord della Francia, sempre alle spalle dell’illustre compagno di squadra Mathieu van der Poel. Il sogno di vincere la Monumento francese si scontra con la concorrenza spietata di fenomeni come il compagno di squadra olandese e quel Tadej Pogačar, deciso a portare a casa il trofeo della “maxi-pietra” almeno una volta nella sua carriera.

In un’intervista a Nieuwsblad il velocista belga ha raccontato Il grande sogno Roubaix: “La Parigi-Roubaix è davvero la corsa per cui vivo, che mi scatena una grande passione e che mi fa emozionare al solo pensarci. Ho iniziato a correre in bici per gare come la Roubaix. Sono nel mio DNA, oltre che in quello della mia squadra e sono felice di potermi concentrare su corse come queste. Magari fra qualche anno cambierò approccio e mi concentrerò ancora di più sulle volate, anche perché sono le cose che per natura mi riescono meglio, ma se non rischi, non vinci”.

Il forte legame con l’Inferno del Nord:Se riesco a immaginarmi vincitore della Roubaix? Non è facile dirlo, ma nel momento in cui devi riprendere ad allenarti e farlo con l’idea di essere pronto per la primavera, hai bisogno di qualcosa che ti aiuti. Indossare la divisa da ciclismo tutte le mattine richiede per forza una prospettiva, altrimenti la cosa si fa difficile. La Roubaix è il tipo di corsa che mi dà quella prospettiva”.

Il ricordo della vittoria alla Milano-Sanremo 2024 e le ridotte possibilità di un suo bis: “Corridori con le mie caratteristiche devono solo sperare che non succeda granché prima del Poggio e poi, una volta lì, cercare di tener duro. Se iniziano ad attaccare sulla Cipressa, allora ciao…“.

Dopo le Classiche di Primavera Philipsen si concentrerà sulle volate di gruppo: “Non è una cosa molto facile, perché ti trovi in una modalità di allenamento a cui ti sei abituato e, a un certo punto, devi cambiarla radicalmente. Soprattutto perché si passa da un allenamento di gruppo a uno puramente solitario. Un velocista ha carichi di lavoro o molto leggeri o molto pesanti e quanto ti alleni in un modo così marcatamente definito, devi farlo principalmente da solo“.

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