Tennis
Jannik Sinner ignorato dai tennisti delle Next Gen ATP Finals: un plebiscito per Alcaraz nelle preferenze
Un vero e proprio plebiscito. Quest’oggi cala il sipario sull’edizione 2025 delle Next Gen ATP Finals di Jeddah, in Arabia Saudita. A contendersi il titolo saranno l’americano Learner Tien e il belga Alexander Blockx, protagonisti di una finale che si preannuncia ricca di spunti tecnici e tattici. Sulla carta, forte dell’esperienza già maturata nel circuito maggiore, Tien parte con i favori del pronostico, ma Blockx ha dimostrato nel corso del torneo di possedere qualità tutt’altro che banali, in particolare nella micidiale combinazione servizio-dritto.
Le Next Gen ATP Finals rappresentano da sempre una vetrina privilegiata per i migliori talenti emergenti del tennis mondiale, chiamati a mettersi in mostra con l’obiettivo di utilizzare questo palcoscenico come trampolino di lancio verso il grande tennis del futuro, già a partire dal 2026. Un panorama internazionale che, allo stato attuale, sembra dominato da due nomi su tutti: lo spagnolo Carlos Alcaraz e l’italiano Jannik Sinner.
Una rivalità splendida, costruita su caratteristiche tecniche e temperamentali diametralmente opposte: da un lato il genio, la fantasia e l’estro di Alcaraz; dall’altro la solidità granitica, la continuità e la precisione chirurgica di Sinner. Un confronto di stili che ha già regalato al pubblico match memorabili, come la finale del Roland Garros di quest’anno, vinta da “Carlitos” al super tie-break del quinto set dopo quasi cinque ore e mezza di battaglia.
Proprio ai protagonisti delle Next Gen ATP Finals è stato chiesto di esprimere una preferenza: chi sia oggi il tennista più apprezzato e chi, invece, il migliore di sempre. Fatta eccezione per Blockx, che ha indicato Sinner come suo favorito attuale, tutti gli altri – dagli spagnoli Rafael Jodar e Martín Landaluce al croato Dino Prizmic, fino allo stesso Tien – hanno scelto Alcaraz.
Una scelta che non sorprende, considerando quanto il tennis dello spagnolo sia spettacolare, creativo e capace di infiammare il pubblico, forse più di quello, essenziale e pragmatico, di Sinner. Un dibattito che ricorda da vicino quello che per anni ha accompagnato il confronto tra Roger Federer e Novak Djokovic. In un certo senso, Alcaraz e Sinner sembrano aver raccolto l’eredità dello svizzero e del serbo, incarnandone rispettivamente filosofia e visione tennistica.