Milano Cortina 2026
Elisa Confortola: “Dalle migliori mi manca qualcosa, ma posso giocarmela. Non potremo provare il ghiaccio di Milano”
Elisa Confortola è intervenuta insieme a Pietro Sighel e Thomas Nadalini nel corso della nuova puntata di Salotto Bianco, trasmissione di approfondimento sulle discipline olimpiche invernali trasmessa sul canale Youtube di OA Sport e condotta da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi. La 23enne valtellinese è una delle punte di diamante della Nazionale italiana femminile di short track che si presenterà tra un paio di mesi con ambizioni importanti sul ghiaccio di Assago per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.
“A livello femminile siamo una squadra che ha avuto un po’ un gap generazionale, quindi passiamo da Fontana e Valcepina a magari io, Ioriatti e Betti che siamo 2000/2002 e con appunto Arianna Sighel che è un po’ a metà. Sicuramente noi giovani abbiamo dovuto carburare qualche anno, quindi entrare in gara e capire appunto come si corrono le staffette a quei livelli. C’è stata appunto una crescita globale, soprattutto poi negli ultimi anni abbiamo iniziato ad avere un livello sempre più alto, quindi effettivamente anche a gareggiare con gente un pochino più forte e anche le gare cambiano, le tattiche sono un po’ diverse, il ritmo della gara è anche un po’ diverso. Poi inizi comunque ad avere anche sempre di più una consapevolezza che puoi giocarti qualcosa, puoi effettivamente magari vincere qualcosa e quindi secondo me. oltre ad una crescita fisica. C’è stata poi una crescita un po’ mentale, quindi appunto da dire ‘cavoli, oggi entriamo e possiamo vincere’“, dichiara l’azzurra classe 2002.
Sui piazzamenti a ridosso del podio raccolti tra 1000 e 1500 metri a Danzica e Dordrecht: “Ci ho provato proprio fino alla fine, poi le gambe non hanno retto. Era più il coraggio che la gamba in quelle finali lì. Però l’obiettivo prima di queste tappe di Coppe del Mondo era quello di appunto disputare più semifinali possibili e poi dopo eventualmente finali A o B, in modo da trovarmi a gareggiare più volte possibili con atlete di quel livello lì. Poi in ogni finale cercavo di sperimentare un po’ delle cose diverse, cercando effettivamente di fare esperienza contro di loro e provare a rubare qualcosa. Le ultime due finali le ho gareggiate in realtà in modo molto simile, ma non volutamente. A Danzica ho voluto provare una cosa del genere perché ho detto: ‘Cerchiamo di andare davanti e vedere un po’ come funziona, come posso reagire io’. Non è andata molto bene perché poi negli ultimi due giri mi hanno sorpassata proprio all’esterno al doppio della velocità, però comunque ho provato qualcosa”.
“Invece in Olanda mi sono un po’ trovata in quella situazione, non volendo. Mi sono trovata a metà gara dietro a Sarault e ho detto: ‘Vabbè, quando si muove lei provo a partire anch’io’. Forse ho fatto un po’ il suo gioco, quindi mi sono trovata davanti a tirarle gli ultimi cinque giri, lei poi mi ha sorpassato negli ultimi due e poi di conseguenza anche le coreane. Non lo so, forse tornando indietro avrei fatto qualcosa di diverso, ma sono comunque contenta dell’approccio alle gare che ho avuto quest’anno. Sono stata molto più costante rispetto alla scorsa stagione, poi sicuramente gareggiare le finali contro di loro non è facile perché certe atlete hanno un livello veramente alto, soprattutto negli ultimi giri riescono ancora ad accelerare e fare velocità chiudendo veramente forte, quindi non è facile. Ci ho provato comunque e adesso sicuramente sarà uno stimolo per lavorare in questi due mesi“.
Su quanto si sente lontana da una big assoluta come Stoddard: “Abbastanza. Ora come ora l’ho vista soprattutto in Canada tirare le gare davanti e fare tempi abbastanza importanti. Non credo di avere quel passo in più da fare la gara davanti e tirarla tutta e vincerla come ha fatto lei. Comunque col giusto lavoro e con la giusta tattica di gara penso di poter riuscire a star dietro per poi magari provare ad attaccare alla fine“.
Sulla preparazione in vista delle Olimpiadi: “Dato che gli Europei saranno a metà gennaio, molto probabilmente non si punterà alla prestazione della vita. Sarà solamente una gara di avvicinamento alle Olimpiadi. Si arriverà carichi, si farà quello che si può e sarà forse più un’occasione per rientrare in gara anche perché noi abbiamo finito la Coppa del Mondo adesso a fine novembre, quindi avremo appunto tutto dicembre e gennaio senza gare se non appunto per l’Europeo, quindi sicuramente farà bene una gara di avvicinamento. Noi non avremo neanche la possibilità di pattinare sulla pista olimpica. Sarebbe stata una buona cosa avere appunto la disponibilità di allenarsi lì almeno dicembre e gennaio, però purtroppo non si riesce. Sicuramente poi cercheremo di fare il possibile sul ghiaccio qua a Bormio. Comunque è un buon ghiaccio, adesso parlerò da patriota (sorride, ndr), però sicuramente è uno dei ghiacci migliori che abbiamo in Italia. La struttura è vecchia, però al momento è anche una delle meno peggio, quindi si fa quello che si può ecco, ma sarebbe stato bello essere già a Milano“.
Sul suo rapporto con i 500 metri: “Ho gareggiato su quella distanza solo ai Campionati Italiani e ai Trials di inizio stagione, ma è meglio così (ride, ndr). Il mio problema più grande è la partenza, ma rispetto a qualche anno fa si è visto un miglioramento, quindi sono fiduciosa. Poi ecco, devo sistemare un po’ di cose. Quest’anno non era quello giusto per provare a fare troppe cose diverse, anche perché davanti a me ho persone tipo Fontana, Valcepina e anche Betti che ogni tanto la sua la dice, quindi non è che ho proprio campo libero in Italia. Comunque nei prossimi anni sicuramente sarà un obiettivo che mi sono prefissata e vediamo. C’è sicuramente da sistemare la partenza, il primo giro e mezzo di accelerazione, perché è quello che mi manca effettivamente. Poi una volta che sono lanciata la velocità mi viene anche abbastanza, soprattutto in questi ultimi due anni, però dobbiamo sistemare un po’ di cose prima“.
Sui vari episodi negativi avvenuti in stagione con le staffette: “Nella mista è stata proprio questione di sfortuna. In Olanda eravamo terzi quindi non potevamo essere avanzati, ma i cinesi hanno atterrato me e Valcepina. In Canada è stato prima Cassinelli che ha perso il filo, poi nel secondo weekend Valcepina che è caduta ai quarti di finale. Poi a volte è facile dire: “Eh, siete stati sfortunati. La sfortuna, il ghiaccio di qua, il ghiaccio di là”. Però secondo me in tante occasioni è stata veramente solamente una questione di sfortuna secondo me, perché soprattutto forse nella terza e quarta tappa di Coppa del Mondo ho percepito la squadra come forse un po’ più agguerrita e sicura, o almeno è stata una mia impressione, però comunque non abbiamo raccolto tanto purtroppo. Speriamo poi appunto più avanti. Per la staffetta femminile invece sicuramente abbiamo fatto tre finali A su quattro a disposizione. In una siamo andate a podio, quindi secondo me è un buon segno. Nelle altre due siamo cadute, quindi non proprio una cosa buona. A Danzica mi sentivo molto bene in quella finale, ero molto fiduciosa, poi vabbè è andata com’è andata e pazienza, però mi sarei aspettata un buon risultato per come si era messa la gara“.
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