Tennis
Djokovic racconta la sua verità su Federer e Nadal: cosa è successo tra i Big-Three
Novak Djokovic si racconta senza filtri e offre una riflessione lucida e personale sul rapporto con quelli che hanno segnato un’epoca del tennis mondiale: Roger Federer e Rafael Nadal. In un’intervista concessa a Slaven Bilic, ex calciatore e allenatore, il campione serbo ha ripercorso le dinamiche umane e professionali che hanno caratterizzato il leggendario triangolo della rivalità più iconica della storia del tennis.
Djokovic ha spiegato come il suo atteggiamento nei confronti dei due rivali sia rimasto coerente nel tempo, mentre a cambiare sarebbe stata la percezione del rapporto reciproco. “Il mio comportamento nei loro confronti non è mai cambiato. La situazione è cambiata perché hanno cambiato il loro atteggiamento nei miei confronti. Ho sempre cercato di essere, come dire… li ho sempre ammirati. E continuo a considerarli coloro che mi hanno aperto la strada”, ha raccontato il serbo, sottolineando il rispetto profondo che ha sempre nutrito per chi lo ha preceduto ai vertici del circuito.
Un passaggio particolarmente significativo riguarda il rapporto con Roger Federer, con il quale Novak ha ammesso di aver avvertito nel tempo una certa distanza. “Dal momento in cui ho sentito quella freddezza e quella distanza da lui, mi sono detto ‘Ok, nessun problema’“. Poi, quando si sono avvicinati a me, li ho accolti a braccia aperte“, ha spiegato, lasciando emergere una personalità pragmatica ma aperta al dialogo, capace di accettare i cambiamenti senza rancore.
Diversa, invece, la percezione nei confronti di Rafael Nadal, da sempre considerato il rivale più simile per percorso e sensibilità. “Ho sempre avuto l’impressione di capirlo meglio. Abbiamo quasi la stessa età, quindi forse è per questo“, ha ammesso Nole, evidenziando un legame costruito non solo sulla competizione serrata, ma anche su una condivisione generazionale che ha favorito una maggiore empatia.
Parole che restituiscono l’immagine di un campione come il nativo di Belgrado consapevole del proprio ruolo nella storia del tennis, spesso percepito come l’outsider in un duopolio già consolidato. Un giocatore che, pur avendo riscritto numerosi record, non ha mai smesso di confrontarsi anche sul piano umano con due figure che hanno definito un’epoca e che, nel bene e nel male, hanno contribuito a forgiare il suo percorso verso la leggenda.