Combinata nordica

Combinata nordica, l’Italia illuminata dal figliol prodigo Samuel Costa. Lotta serrata per il secondo pettorale olimpico

Francesco Paone Casati

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Samuel Costa / LaPresse

La combinata nordica italiana benedice il ritorno in azione di Samuel Costa, che dopo essersi preso un anno di riflessione è tornato sui propri passi, riguadagnandosi il ruolo di luce guida del movimento azzurro.

In realtà, il trentatreenne sudtirolese aveva deciso di smettere, ma il suo si è rivelato un semplice inverno di transizione. L’equivalente dei quaranta giorni passati nel Deserto della Giudea da parte di chi venne messo alla prova, pur restando fermo nel suo ruolo.

I due piazzamenti a ridosso della top-10 conseguiti a Ramsau illuminano il primo scorcio della stagione dei combinatisti, per il resto alquanto opaco, seppur con un’eccezione. Alessandro Pittin merita una menzione d’onore per la determinazione mostrata. L’obiettivo è essere uno dei quattro atleti italiani in grado di partecipare sia a Torino 2006 che a Milano Cortina 2026.

Con il figliol prodigo rientrato all’ovile e pronto a guidare i fratelli tricolore verso i Giochi olimpici, la lotta per l’altro pettorale a Cinque cerchi è piuttosto serrata. Sic stantibus rebus, l’Italia avrà due quote per le prestigiose competizioni di febbraio. Si può salire a tre grazie a rinunce altrui e ripescaggi, ma ora come ora è uno scenario improbabile (seppur non impossibile).

Costa non predica nel deserto, ma è indubbiamente il pastore del gruppo, essendone il punto cardine. Pittin e Aaron Kostner si stanno giocando la convocazione diretta e la partita si giocherà in gran parte a gennaio. Allo stato attuale delle cose il trentacinquenne friulano trapiantato in Trentino è in vantaggio, ma il match è ancora lungo.

Potrebbe aggiungersi Raffaele Buzzi, che però in questo momento è in palese difficoltà. La cancellazione della tappa di Schonach (prevista a inizio gennaio) genererà una pausa di tre settimane prima degli appuntamenti di Otepaa, dove comincerà la lotta per ricevere lo status olimpico. Vedremo se gli stati di forma e i rapporti di forza si modificheranno o meno.

Sul settore femminile si sorvola. Ci si limita a seguire la linea di condotta suggerita da Rosa Falasca, madre di Giulio Andreotti, nella speranza di poter affrontare l’argomento durante il proseguo dell’inverno 2025-26, che perle ragazze non sarà comunque olimpico.

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