Ciclismo
Ciclismo, Jonas Vingegaard: “Dopo la caduta di un anno fa pensavo fosse tutto finito. Ho cambiato il mio modo di correre”
Jonas Vingegaard è senza dubbio uno dei volti più conosciuti del panorama del ciclismo mondiale. Il danese, nella sua personale bacheca, può già vantare due Tour de France ed una Vuelta a España, vinta nel 2025. Il corridore del Team Visma Lease a Bike, nella sua giovane carriera, ha anche dovuto superare un bruttissimo infortunio, causa di una caduta al Giro dei Paesi Baschi nel 2024.
In quell’occasione Vingegaard la frattura di sette costole, oltre a quella della clavicola e dello sterno. Ne è seguito un percorso di riabilitazione lungo e duro, al termine del quale il danese è riuscito dopo tanto tempo a riottenere la migliore forma fisica. Il Tour 2024 lo ha rilanciato ma il modo di correre del nativo Hillerslev non sarà più lo stesso dal giorno della caduta.
Come riporta cyclingpronet, Vingegaard ha dichiarato alla stampa i suoi pensieri dopo l’incidente: “È stata la prima volta in cui sono caduto e non ho cercato di tornare subito in bicicletta. Per un momento ho anche pensato che sarei molto per un’emorragia interna. In quegli istanti ho pensato che fosse tutto finito. Ho pianto molto. Continuavo a pensare a mia figlia Frida, a Trine e al nostro figlio che doveva ancora nascere. L’idea che avrei abbandonato tutti loro era insopportabile. Quando ero fermo a terra, dopo la caduta, ho pensato: ‘Se sopravvivo, chiudo comunque qui la carriera”.
“Alla fine, io e mia moglie abbiamo capito che avrei dovuto continuare a fare il ciclista, perché è la mia passione. Ma quando ero in ospedale, proprio non pensavo al Tour de France. Quando sei in terapia intensiva, non puoi neanche andare in bagno, figurati se puoi pensare al Tour. Abbiamo parlato molto del modo in cui devo comportarmi in gara. Siamo d’accordo sul fatto che, se mi rendo conto che la situazione è troppo pericolosa, rallento e piuttosto provo a recuperare dopo. L’ho fatto anche durante la tappa numero 11 del Tour 2024, quella che poi ho vinto. Pogačar aveva attaccato poco prima di una discesa e io non volevo correre rischi. Quindi, ho perso un po’ di tempo in quel frangente. Sulla questione-cadute, io sono sempre stato molto disinvolto. Pensavo che cose gravi a me non sarebbero mai successe, perché sono bravo a guidare la bici e perché so schivare gli incidenti. Ma a un certo punto succede e basta”, ha poi concluso il danese.