Ciclismo

Beppe Conti: “Giro d’Italia sempre più giù: vedo solo 3 big. Da capire per quanto Pogacar andrà ancora così forte”

Alessandro Passanti

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Tadej Pogacar / LaPresse

Beppe Conti è stato l’ospite dell’ultima punta di Bike Today, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il giornalista e scrittore ha toccato diversi argomenti, dal presente e dal futuro del ciclismo, passando poi per le sue ultima fatiche letteraria, ovvero i libri “Jacques Anquetil. Il Sultano” e “Il Giallo del Tour”.

“Il Giallo del Tour è un libero che parla delle storie, dei fatti, dei misfatti e dei misteri della Grande Boucle dal 1903 ad oggi. Ho vinto il premio del CONI per la saggistica e ne sono orgoglioso”.

Passiamo poi a Jacques Anquetil: “Una storia folle. Un personaggio clamoroso e un ciclista che ha fatto la storia. Il più grande francese di sempre assieme a Bernard Hinault. Il primo a vincere 5 Tour, colui che ha tolto il record dell’ora a Fausto Coppi che lo riteneva il suo erede, l’ultimo a vincere Giro e Tour nello stesso anno prima di Pantani. Aveva una classe, uno charme straordinari. Gli avversari ne parlano come Merckx. Nel libero parlo della sua incredibile storia dopo il ritiro. Visse una storia d’amore folle. Come Coppi portò via la moglie ad un medico. Quasi la rapisce. I suoi 2 figli vengono affidati al marito, ma poi scappano da lei. Lui cade in depressione perché non ha un figlio suo e lei non può darglielo. Allora lei tormentata gli concede sua figlia 18enne. Lui prima dice di no, poi accetta. La figlia finalmente arriva. Tutti pensano sia della madre, ma non è così. Poi, come ben sappiamo, morì giovanissimo a 53 anni per un tumore allo stomaco. Racconto prima il campione poi l’uomo. Uno che beveva champagne anche in gara”.

Passando al presente, Beppe Conti dice la sua sulla proposta di Tadej Pogacar di invertire nel calendario Giro e Vuelta. “Dobbiamo tornare ai primi anni ’90. La Vuelta si correva a fine aprile/primi di maggio e finiva pochissimi giorni prima del Giro. A quel punto si decide di spostarla a settembre. Prima si chiese al Giro, ma rifiutarono. A questo punto la Vuelta, che non aveva niente da perdere, accettò e fu un successo. Ormai a livello di partecipanti è la chiara seconda corsa a tappe. Magari potremmo pensare di invertirle ogni anno, perchè il Giro rischia di scendere sempre più giù. Pogacar, come si è letto, farà Tour e Vuelta. Vingegaard non verrà, Evenepoel ha già detto di no, persino Del Toro andrà al Tour assieme a Pogacar. Alla Corsa Rosa vedremo duellare Almeida, Pellizzari e Yates”.

Calendario ma non solo: “Un’altra criticità del Giro sono le vette oltre i 2.000 metri. Ormai sono stati ridotti e sono stati posizionati diversi arrivi in salita per evitare i problemi delle discese. Inutile girarci attorno. A maggio non vai su Stelvio o Gavia. Vingegaard verrebbe, ma la squadra poi teme di averlo non al meglio in Francia contro un Pogacar che non sarà al Giro. Magari lo sloveno tornerà nel 2027, con Finn che potrebbe esordire”.

A proposito di Pogacar, proseguirà il suo dominio? “La curiosità sarà vedere quanto riuscirà ancora ad andare così forte. Nel 2026 di sicuro. Ovviamente i suoi obiettivi sono noti. Vuole il sesto Tour, avendone già 4. Il sesto Tour è quello che si definisce ‘maledetto’ perché nessuno è stato in grado di vincerlo. Poi, come sempre, proverà la Sanremo, la Roubaix e la Vuelta”.

In casa Italia cosa dovremo aspettarci? “Io punto molto su Pellizzari che penso sia ideale per le corse a tappe. Abbiamo un ottimo velocista come Milan, poi non dimentichiamoci Ganna che penso sarà più sulla Sanremo che sulla Roubaix. Ci sono i giovani, come Tiberi che farà il Tour e penso abbia una grande classe. C’è Scaroni a sua volta molto forte, c’è Fortunato e, ovviamente, Ciccone che non punterà alle classifiche delle corse a tappe, ma sulle classiche e sui tapponi”.

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