Sci di fondo

Sci di fondo, il 2025-26 già segnato? Se Johannes Høsflot Klæbo “vorrà”, allora potrà?

Francesco Paone Casati

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Johannes Hoesflot Klaebo / LaPresse (AP Photo/Matthias Schrader)

La Coppa del Mondo maschile 2025-26 di sci di fondo avrebbe già potuto essere inserita nella teca di Johannes Høsflot Klæbo, andando a far compagnia alle cinque già conquistate dallo scandinavo (2017-18, 2018-19, 2021-22, 2022-23, 2024-25). Sarebbe ipocrita sostenere un concetto differente, perché il fenomenale ventinovenne norvegese ha dimostrato che nel suo caso “volere” e “potere” sono sovrapponibili.

In contumacia dei russi, e dunque del suo coetaneo Alexander Bolshunov (l’unico in grado di sfidarlo ad armi quasi pari), il vichingo di Trondheim può spadroneggiare da fine novembre a fine marzo. Se così fosse, arriverebbe la sesta Sfera di cristallo, un conseguimento che gli permetterebbe di eguagliare il leggendario connazionale Bjørn Dæhlie, sei volte vincitore della classifica generale negli anni ’90, quando essa aveva un valore anche superiore rispetto a quello attuale.

Sul “poter” dominare non ci sono dubbi, la domanda è se Klæbo “vorrà” dominare. Ci sono i Giochi olimpici, questo inverno, e nello sci di fondo tutti i grandi protagonisti subordineranno la stagione al supremo obiettivo a Cinque cerchi. Per JHK così è stato anche nel 2024-25, annata culminata con i Mondiali di casa (nel senso più letterale del termine), nei quali ha calato un fenomenale e mai visto poker di medaglie d’oro individuali.

La sua ambizione è fare altrettanto nel contesto della Val di Fiemme, dove saranno conferite le medaglie olimpiche 2026. Nell’inverno scorso, concupire gli ori di Trondheim non gli ha impedito di prendere parte al Tour de Ski, ovviamente vinto. L’appuntamento multi stage è il viatico fondamentale se ci si vuole fregiare della Coppa del Mondo.

In un momento storico in cui il sistema di punteggio premia il presenzialismo e nel quale una pletora di punti viene concentrata nelle competizioni che si tengono nel periodo natalizio, non si può pensare di stringere fra le mani la Sfera di Cristallo se non si arriva almeno sul podio nel Tour de Ski.

Se Klæbo, “vorrà”, allora “potrà”. Al lordo dei malanni, beninteso, ma quelli sono un’incognita che vale per tutti e non può essere prevista. Viceversa, se Klæbo non vorrà, allora campo libero a chi sta immediatamente alle sue spalle, come accaduto nel 2023-24 con Harald Østberg Amundsen. Andare oltre queste previsioni è impossibile, perché visto il valore di JHK, tutto il resto è contorno.

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