Salto con gli sci

Salto con gli sci, la Coppa del Mondo femminile riparte abbagliata dalla ‘Supernova’ Nika Prevc

Francesco Paone Casati

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Nika Prevc / La Presse

La XIV edizione della Coppa del Mondo femminile di salto con gli sci comincerà da Lillehammer sotto il segno di una stella. Né buona, né cattiva. Semplicemente dominante. Parliamo dell’astro, ormai nato e non più nascente, Nika Prevc. Sorta con abbagliante prepotenza nell’ultimo biennio, la ventenne slovena (vincitrice delle Sfera di cristallo 2023-24 e 2024-25) si propone come la favorita assoluta anche per questa stagione.

Non potrebbe essere altrimenti, considerato il rendimento espresso nella seconda metà dell’inverno passato. L’ultimogenita di una famiglia fenomenale è verosimilmente il prodotto più pregiato di un DNA capace di generare un fuoriclasse quale Peter, una mente brillante rimasta agonisticamente inespressa quale Cene e un purosangue del volo quale Domen. Il meglio dei tre fratelli è però sintetizzato da Nika e le conseguenze sono ovvie.

Se sta bene e non sbaglia, è imbattibile. Lo testimoniano le 12 vittorie consecutive conseguite tra Coppa del Mondo e Mondiali nel periodo febbraio-marzo 2025. La slovena si è imposta sempre comunque, qualsiasi fosse la tipologia del trampolino e qualunque fossero le condizioni meteo. Una supremazia totale, capace di rendere impotenti le avversarie. Talvolta ha primeggiato di un’unghia, altre con distacchi spaventosi (i 51,4 punti di margine nell’ultima gara della stagione rappresentano qualcosa di epocale).

Dunque, Nika Prevc è diventata il fulcro del salto femminile stesso. Cosa possono fare le altre atlete per scardinare questo sistema di potere assoluto? Dare il meglio di sé stesse, essere perfette e sperare che la slovena non esprima il proprio potenziale, oppure che venga zavorrata da qualche inconveniente. Si parla di una disciplina dove il confine tra perfezione e difficoltà è talmente labile da essere attraversato di continuo. Però, per quanto ammirato in tempi recenti, la ventenne di Kranj potrebbe aver edificato una roccaforte sulle suddette frontiere.

Le “altre” provengono dalla Norvegia (la talentuosissima, ma fragile, Eirin Maria Kvandal e la giunonica Anna Odine Strøm), dalla Germania (l’eterna piazzata Selina Freitag e la blasonata veterana Katharina Schmid), dal Giappone (l’appannata Sara Takanashi, che in passato dominò come Prevc sta facendo ora), dall’Austria (seppur rimasta con la sola Lisa Eder dopo l’infortunio estivo di Eva Pinkelnig e l’improvviso ritiro di Jacqueline Seifriedsberger) e dal Canada (a sua volta restato esclusivamente con l’esuberante e tutta da scoprire Abigail Strate, poiché la puledra di razza Alexandria Loutitt ha patito un brutto incidente a settembre).

Tanti nomi, ai quali potrebbe aggiungersi qualche personaggio inatteso (nel salto con gli sci non mancano mai) o qualche stella apparentemente tramontata capace di tornare a brillare come un tempo. In tal senso, occhio eventualmente alla slovena Nika Vodan e alla norvegese Silje Opseth – se la fiducia dovesse assisterle – o alle tante nipponiche d’assalto propostesi nei quartieri nobili delle classifiche durante l’estate.

Dell’Italia e delle sue prospettive, si parla nella monografia dedicata. In questa sede, ci si limiterà a ricordare che la squadra azzurra dovrà fare a meno della propria punta di diamante Lara Malsiner, gravemente infortunatasi quest’estate. Per approfondire il tema, basterà leggere l’articolo focalizzato sul movimento tricolore.

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