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Pagelle Italia-Islanda 76-81 basket: Tessitori e Casarin positivi, male Tonut

Federico Rossini

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Casarin / Ciamillo

Non decolla l’Italia al debutto nelle qualificazioni ai Mondiali 2027. La squadra azzurra perde subito con l’Islanda e inizia complicandosi direttamente il cammino verso la seconda fase, e dovendo dunque dare ancora più peso alla trasferta contro una Lituania che si è salvata in maniera irreale in Gran Bretagna.

LE PAGELLE DI ITALIA-ISLANDA

Amedeo Della Valle 5,5: serata strana, la sua. Perché prima non riesce a togliersi le briglie della difesa islandese, che correttamente imposta la partita su di lui. Poi riesce a guadagnarsi di mestiere tanti liberi, e con quelli aiuta nel miglior momento azzurro. Sul più bello, però, quell’1/3 in lunetta pesa tantissimo. 10 con 2/7 dal campo per lui.

Stefano Tonut, 5: inconsistente nei 21’57” trascorsi in campo, l’ombra del giocatore che potrebbe essere ed è. Vero, prende 6 rimbalzi, ma da lui ci si sarebbe atteso molto di più.

Amedeo Tessitori, 7: nel suo caso il discorso dei liberi pesa meno, nel senso che non si può colpevolizzare uno che non ne fa la specialità della casa. Per costanza nel match è il migliore degli azzurri, doppia doppia da 10 punti e 10 rimbalzi cui aggiunge 5 assist. Riesce a trovarsi spesso al posto giusto nei momenti importanti.

Gabriele Procida, 6,5: di fatto per lui ci sono due partite. Una è quella che, per larga parte, lo vede incapace di incidere. L’altra è quella che lo porta a quota 16 punti, una fiammata a cavallo tra gli ultimi due quarti che lancia l’Italia in vantaggio e ce la tiene fino ai momenti del concitato finale. Gli viene fischiato un tecnico per motivi che sono difficili da comprendere.

Francesco Ferrari, 5,5: gli va dato il beneficio del dubbio perché si trova catapultato dall’A2 (dove è tra i migliori, ad ogni modo) all’azzurro che ha un livello molto alto. Il campo lo tiene bene, certo di punti ne segna solo due, ma l’atteggiamento finché è in campo è decisamente quello giusto.

Tommaso Baldasso, 6: da una parte è vero che, come molti, non tira bene, ma quell’elemento fa parte di un complessivo 35,6% dal campo dell’Italia. Dall’altra è altrettanto vero che, con lui in campo, la squadra acquisisce una certa sicurezza. E lui non è da meno nel prendersi tiri importanti, di quelli che pesano, una cosa cui è sempre stato abituato.

Luigi Suigo, sv: 3’09” nella sua notte d’esordio in cui viene inserito solo in un paio di momenti, il tempo di prendere un paio di rimbalzi. Con la sua altezza (e il fatto che comprende il basket) sarà utilissimo in futuro, questa però non è stata serata in cui inserirlo molto nel match.

Davide Casarin, 7: potrebbe essere anche di più se a un grandissimo primo quarto, a una serie di momenti in cui entra e semina il panico nella difesa islandese, non accoppiasse i problemi di falli che lo fanno uscire dalla partita molto presto e rientrare quando in difesa non può dare quello che dovrebbe. Chiude con 19 punti e una fiducia che si vede ritrovata.

Matteo Librizzi, sv: per lui appena 44 secondi in campo, il tempo di un’incomprensione con Ferrari.

Sasha Grant, 5: 9’12” in cui, a parte un paio di punti, si vede poco nonostante si vede come voglia provare ad avere fiducia. Certo, il problema è che non rendendo in attacco non c’è neanche un particolare tipo di resa difensiva che possa dargli supporto.

Luca Vincini, sv: per lui solo 2’19” in cui commette due falli e fa poco altro. Non è la sua serata, ma non c’è nemmeno un margine di minuti sufficiente a potergli dare un giudizio più complessivo.

John Petrucelli, 6,5: strepitosa la sua performance difensiva in 18 minuti con ben 3 stoppate rifilate e una lettura in questo senso del match che è importante. Questo al di là del plus/minus, che pur dicendo -19 con lui in campo non rende la misura del fatto che ha dato tutto il possibile.

Luca Banchi, 5: va bene il gruppo nuovo, ma c’è un problema fondamentale. Com’è possibile perdere una partita in cui i rimbalzi in più sono 14 (47-33)? Tra una gestione dei cambi che non convince totalmente e le scelte effettuate che forse fanno capire che non è stata compresa appieno l’importanza di ogni singola partita in questo contesto, il discorso vede un Banchi che non può dirsi certo soddisfatto. Attenzione: il punto non è non lanciare i giovani, perché è giusto che prima o poi queste sfide le affrontino. Il vero punto è: era davvero questo il momento in cui.

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