Tennis
Monaco avvisa: “Auger-Aliassime può essere pericoloso per Sinner. Le prodezze di Alcaraz? Accidenti…”
Oggi, lunedì 10 novembre, sarà una giornata storica per l’Italia del tennis che assisterà per la prima volta alle gesta di ben due giocatori azzurri. Stiamo ovviamente parlando di Lorenzo Musetti, che nel pomeriggio sfiderà lo statunitense Taylor Fritz, e di Jannik Sinner, il quale in serata se la vedrà con il canadese Félix Auger-Aliassime. Ieri, invece, ha fatto il suo debutto Carlos Alcaraz, abile a battere Alex De Minaur. Tantissimi i temi sul tavolo, di cui ha parlato ampiamente Guido Monaco in occasione di TennisMania, rubrica di approfondimento in onda sul canale YouTube di OA Sport a cura di Dario Puppo con lo stesso Monaco e Massimiliano Ambesi.
Il giornalista, presente all’Inalpi Arena di Torino, in prIma battuta ha commentato il successo di Alcaraz, lodandone alcune giocate e svelando anche alcune sensazioni sulla condizione del campo: “È stata una partita non continuativa a livello di set; poi c’è il solito discorso del vedere il tennis dal vivo e… accidenti. Che robe che hanno visto i miei occhi: dieci, quindici prodezze, scambi assurdi con De Minaur che come al solito si dannava l’anima. Non gli si può dire niente, ha fatto il massimo. E’ vero che Carlos poteva gestire il primo set in maniera diversa, dopo però la sfida è diventata anche combattuta, lo spagnolo ha perso qualche certezza e ha forzato il dritto. La sensazione, anche vedendo il doppio al mattino, è che il campo sia molto lento. Si scambia, si risponde. Qua e là ho visto delle cose da parte di entrambi da stropicciarsi gli occhi, soprattutto poi da parte di Alcaraz. Tolti quei due momenti in cui si è rilassato, ha fatto delle cose incredibili soprattutto sulla rete. A volte ho avuto la sensazione che non riuscisse a sfondare andando fuori giro con il dritto; quando ha capito che doveva prendere di più la rete ha fatto delle cose davanti impressionanti, grazie anche alla collaborazione dell’altro che prendeva dei recuperi disumani. Io ho visto molto tennis dal vivo. Ma mi sembra acclarato che la tendenza del tennis oggi sia diventata uno spostamento estremo, aspetto esaltato nella partita con tutti i rischi del mestiere”.
La voce di Eurosport ha poi offerto un ulteriore punto di vista sul campo in base ad alcune informazioni raccolte: “Qualcuno dice che hanno replicato Parigi. Ma cambia il colore, cambia la mescola, cambia chi stende il campo. Non è mai uguale esattamente. La sensazione a rimbalzo è abbastanza simile. Si è scambiato tanto, e i giocatori piano non tiravano. Anche nel doppio scambiavano più del normale, ma lo reputo simile a Parigi. Come cambia il calendario? Non abbiamo ancora una comunicazione ufficiale, ma qui siamo tutti portati a pensare che avendo giocato Alcaraz per primo e Sinner per ultimo, martedì si giocherà il girone di Alcaraz; è praticamente certo”.
Monaco ha poi detto la sua riguardo la sproporzione dei due gironi, esplicitando le sue aspettative su Musetti, reduce dalla sconfitta ad Atene dopo la maratona con Novak Djokovic: “Sono più morbido. Tra Fritz che è quinto e Shelton che è quarto, vogliamo dire che c’è tutta questa differenza? Forse Fritz è più attrezzato. Per Zverev è da capire la condizione. Musetti, che dopo Atene rientra nella categoria pollastri, non è intenzionato a fare la vittima sacrificale in quel girone; viene da tre vittorie consecutive con Fritz, anche in situazioni diverse. Ha tenuto accesa la spia dell’agonismo che altri hanno spento. Sono abbastanza convinto che sia con Fritz che con De Minaur possa giocarsi le proprie carte, poi chiaro che gli altri sono più attrezzati in questi campi, ma la sua crescita non va sottovalutata. Vorrei vedere almeno il primo giro di partite per dire che i due gironi non sono equilibrati, dal punto di vista numerico è invece evidente”.
Il telecronista ha poi parlato di Zverev: “I suoi infortuni hanno lasciato qualche perplessità: ad un certo punto lui parla di un problema alla schiena; sembrava limitante, in concomitanza con la Laver Cup. Lui però continua a giocare. Poi ha detto di avere male alla caviglia, mercoledì era qui ad allenarsi. Non dico che ci stia marciando, però si fa fatica a capire un po’ l’entità delle cose che dice nell’arco di tutto l’anno. Non abbiamo detto che le palle non sono quelle di Parigi, dovrebbero essere più veloci e performanti con il passare dei game, non dovrebbe esserci quindi lo stesso problema. Io credo comunque che il campo sia abbastanza lento, e Zverev potrebbe approfittarne, avere più tempo gli può dare una mano per tessere la sua ragnatela da dietro con ritmi medio alti”.
L’analista si è poi occupato della rinuncia di Dkokovic, trattando il Torneo di Atene in relazione a Musetti e allo statunitense Korda, eliminato in semifinale dall’italiano: “Nole è arrivato fino in fondo, cosa che io non mi aspettavo perché credevo andasse a Torino. A livello di logica ho sempre pensato che non fosse attrezzato a reggere il livello alto delle Finals. Sull’infortunio alla spalla, beh.. ieri serviva benissimo. Dice che ha giocato con gli infiammatori, può darsi. Korda in certi momento fa vedere un grande potenziale da numero 6 o 10 del mondo, che è un livello alto. Non riesce però a sporcarsi le mani, gli manca qualcosa sul piano caratteriale, ha avuto un sacco di infortuni. Un giocatore forte come Musetti non fa rientrare Korda e non fa rientrare Djokovic. D’altronde, perso in finale quel game allucinante, in un altro momento avrebbe tirato otto pallate fuori, invece Lorenzo ha recuperato. Non gli si può dire niente, se non che per fare quel salto quando si va avanti in certe situazioni con certi giocatori devi essere più determinante. Devi uccidere la partita. Vero che Djokovic è morto e risorto, ma lì era proprio morto. Se va 4-3, la partita non può sfuggirgli di mano”.
Monaco ha quindi proseguito: “La soluzione Djokovic l’aveva trovata ma gli stava scappando di mano. Era attaccato al servizio, aveva bisogno di rifiatare. Non credo che Musetti sia stato influenzato dalle finali precedenti. Mi viene da dire che nella categoria “pollastri”, tolti Sinner e a volte Alcaraz, rientrano tutti gli altri giocatori, inclusi i prossimi avversari di Musetti. E’ stata comunque una buonissima premessa per andarsela a giocare a Torino. Poi chiaro che davanti hai un monumento, lo devi battere e non ti devi fregare dalle scene che fa. Giocatori con la maturazione dei Fritz, dei De Minaur di Musetti queste occasioni non devono farsele scappare”.
Sulla questione sorteggi già affrontata in precedenza, l’esperto ha aggiunto: “Una situazione del genere non capiterà perché non ci saranno tornei a ridosso delle Finals e perché dei primi soltanto Nole può permettersi il lusso di rinunciare per due edizioni di fila. Questa volta non mi è piaciuto. Ci sono anche le regole non scritte, bisogna avere rispetto per gli avversari. Io credo che lui non abbia detto niente, ma forse tra management qualcosa si siano detti. Magari qualcosa come ‘tu, Musetti, salvami il torneo, io a Torino non ci vado. La sto immaginando eh, ma credo non sia andato tanto lontano da così. Tu non potrai mai arrivare alla certezza che il giocatore si senta male il giorno prima e si infortuni consentendo l’ingresso della riserva. Questa situazione è stata una roba al limite. Prevedere un piano B non è sbagliato, ma per esempio rifare il sorteggio con la comunicazione che c’è oggi rischia di creare confusione; io grandi differenze tra un girone all’altro ad oggi non ne vado, magari a fine girone cambierà idea. Tra l’altro non credo che Musetti avrà modo né occasione di lamentarsi, è stato un po’ un regalo questa qualificazione. Anche se c’è da dire che ha fatto quasi 4000 punti; credo che con 3900 e passa sarebbe stato negli otto nel 90% dei casi.
In ultimo Monaco ha terminato: “Le prime partite di Sinner e Musetti saranno le partite chiave del girone. Auger-Aliassime potrebbe essere più pericoloso, e la vittoria di Lorenzo con Fritz potrebbe spalancare delle grandi possibilità. E’ il coronamento del lavoro maturato negli ultimi due anni. Da notare che su 16 doppisti, soltanto sei saranno della partita a Bologna, così come solo tre degli otto singolaristi. Gli anglosassoni sono fuori dalle finali di Davis, ed è una cosa abbastanza anomala“.
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