Tennis

Jannik Sinner risponde ai critici: “Sono orgoglioso di essere italiano, non sarò in Coppa Davis perché…”

Giandomenico Tiseo

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Sinner / LaPresse

Un’occasione per mettere i punti sulle i. Nella giornata di ieri, Jannik Sinner ha fatto visita al centro Oncologico di Candiolo, nella promozione insieme a Intesa San Paolo del progetto “Un ace per la ricerca“, volto a raccogliere fondi per nuovi macchinari grazie a ogni ace messo a segno dai protagonisti delle ATP Finals. Il pusterese, infatti, è arrivato a Torino con anticipo (lunedì sera) e si prepara all’ultimo impegno della propria stagione, con la voglia di confermare il titolo dell’anno scorso e lottare con lo spagnolo Carlos Alcaraz per il primato in classifica mondiale.

Ultimo torneo per Jannik, vista la sua rinuncia alla Final Eight di Coppa Davis, prevista dal 18 al 23 novembre a Bologna. La sua presenza nell’istituto Cardiolo è sta l’occasione dove concedere l’ormai consueta intervista al direttore di Sky Sport, Federico Ferri, denominata “Oltre il tennis: Capitolo 4“. Uno stralcio è stato diffuso ieri, relativo ad alcuni dei temi più dibattuti nelle ultime settimane.

La domanda che Ferri ha posto è stata la seguente: “Tu pensi mai che se fossi nato 50 chilometri più in giù, avresti meno critiche sul fatto di essere o non essere italiano?“. Il fuoriclasse altoatesino ha fornito, a questo proposito, una risposta degna di quelle che è in grado di realizzare sul campo da tennis, lasciando fermi gli avversari: “Questa è una domanda a cui non so rispondere, non lo so. Un po’ come dire perché oggi c’è il sole e non poteva piovere. Boh…Però sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice che sono nato in Italia e non in Austria o da un’altra parte. Questo perché, secondo me, come ho sempre detto e lo dico con tanta onestà, questo Paese si merita molto di più anche di quello che sto facendo io, perché abbiamo le strutture, gli allenatori, i giocatori e mentalità diverse. Che sono anche la nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente differente, però è anche la nostra fortuna, la forza nelle differenze, sì. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita“.

E sulla sua assenza in Davis, ha precisato: “A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme. E soprattutto a fine anno una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Se hai una settimana in più di preparazione, a parte che hai una settimana in più di vacanza e arrivi in preparazione più forte, più carico, con più energie e soprattutto con più voglia. Giochiamo a tennis tutti i giorni e quindi ci sta che, a volte, non hai tanta voglia… Però se tu inizi 7 giorni prima le settimane di carico, perché non è che inizi a mille già dal primo giorno, quelle sono importantissime, soprattutto per l’inizio della stagione ma anche a lungo termine e per la prevenzione degli infortuni. Quindi per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa fosse la scelta giusta. Invece l’anno scorso è stato diverso: nel 2024 non ho giocato a Parigi, ho detto ‘Io voglio giocare la Davis’ e ne ho discusso col mio team, ho detto che quest’anno voglio giocare perché l’avevo promesso a Berrettini. Quando abbiamo vinto nel 2023, lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto ‘Ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile’ e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che nel 2025 sicuramente non avrei giocato“.

A questo proposito, Sinner ha voluto anche aggiungere un concetto importante: “La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, ci possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile! Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta“.

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