Pallavolo

Francesco Recine: “Nazionale tasto dolente, dopo Parigi ho vacillato. Reggers miglior opposto della Superlega”

Alessandro Passanti

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Francesco Recine / IPA Sport

Francesco Recine è stato l’ospite di Volley Night, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Lo schiacciatore della PowerVolley Milano ha parlato della situazione attuale del club meneghino, tra sogni e speranze per una stagione da protagonisti, chiudendo poi con gli obiettivi personali.

Il primo punto all’ordine del giorno è stata la sua esperienza in Giappone con i Toray Arrows Shizuoka: “Sicuramente sto meglio qua a casa, ma devo ammettere che mi sono divertito tantissimo. Nel Paese del Sol Levante è stata una esperienza unica. Anzi, spero di poterla rifare più avanti nella mia carriera ma, dopo un anno, ho pensato che fosse meglio tornare in Italia. La Superlega, dopotutto, è più adatta a me anche a livello tecnico, il campionato è diverso. Milano mi ha dato questa opportunità e l’ho colta. Mio padre (ex pallavolista, ndr)? È venuto un mese in Giappone a trovarmi ed è entrato nella società. Com’è quel Paese? Mi ero sempre detto che, se dovessi uscire dall’Italia, sarei voluto andare là. Anche per una questione di culture. Ero dall’altra parte del mondo e mi dava carica, come il campionato più tecnico. Ricevevo tantissimi palloni da attaccare, numeri che di solito collezionavo in molte partite. Come ci vedono in Giappone? Dopo gli ultimi risultati della Nazionale siamo sempre più famosi e importanti, nel complesso ci vedono un popolo simpatico che sa vivere e mangiare bene”.

Come si vive la pallavolo in Giappone? Il classe 1999 lo racconta:Si pensa che si lavori tanto sulla tecnica, ma è una fissa che abbiamo noi in Italia. Anche qui da noi si punta tantissimo su questo aspetto, come mi è successo a Piacenza. A volte in Giappone si lavora di meno perchè si devono affrontare due match di fila. Da una parte, però, il campionato nipponico è più tecnico perchè mancano i centimetri. Io, dopotutto, con 185 di altezza, ero nella media. I padroni di casa non erano tanto più alti di me, gli stranieri magari sì. Un altro aspetto: si dice che manchi la potenza in quel campionato. Vi assicuro, però, che in battuta spingono fortissimo. La statura? In passato per me è stata un problema, quando ero giovane. Ora è un fattore che mi fa divertire di più. Quando affronto giocatori di 2.10, mi dà ancora più gusto”.

Dal Paese del Sol Levante a Milano:Una squadra che mi piace. Abbiamo, a mio parere, il miglior opposto del campionato ovvero, Ferre Reggers, quindi un palleggiatore come Fernando Kreling  “Cachopa” e un bel gruppo. Ora ci attendono 7 match importanti. In 4 di questi dobbiamo andare a punti. Padova sarà sicuramente uno di questi, una di quelle sfide che potrebbero rappresentare un punto di svolta importante. Abbiamo avuto qualche infortunio ma non ci siamo mai fatti prendere dallo sconforto. Tra Monza, Piacenza e Verona abbiamo comunque conquistato 5 punti che non ci aspettavamo. Siamo ambiziosi perché penso che possiamo dare molto fastidio, conoscendo anche il gioco di Piazza. Siamo carichi. Se ho scelto Milano per Cachopa? L’ho detto ai dirigenti – scherza – “Se non c’è lui non vengo””.

Quali sono le prospettive di Milano?Ci attende un campionato molto bello, ne sono convinto. Ci saranno ostacoli, certo, ma così sarà ancor più bello. Ci toglieremo degli sfizi. A fine anno come sarei contento? Direi che giocassimo la Final 4 di Coppa Italia e la semifinale Scudetto. Senza dimenticare un bel percorso europeo. Chi vincerà il titolo? Domanda complicata. Verona non lo so, Trento è in difficoltà ma è sempre Trento, come Perugia è sempre Perugia. Civitanova? Perchè no?”
Francesco Recine passa poi a parlare del suo sogno personale e del suo rapporto con la Nazionale:Ovviamente le Olimpiadi sono il mio grande obiettivo, sono sempre nel mio cuore. La mancata convocazione del 2024, devo essere sincero, l’ho accusata. Avevo praticamente tutti e 2 i piedi dentro, ma sono stato lasciato a casa subito prima di partire. La mia forza mentale, che è sempre stata forte, è stata colpita nel profondo. Devo ammettere che in quel momento ho vacillato. Ho impiegato tanto tempo per recuperare. Quando un sogno svanisce davanti alla tua faccia è davvero dura. Per fortuna ho avuto tanto tempo per recuperare, poi sono andato in Giappone e, grazie anche alle 8 ore di differenza, non seguivo più niente. Passando al club, ovviamente, sogno di vincere lo Scudetto e, dal mio punto di vista, rimanere sempre in Superlega”.
Ultima battuta ancora sulla Nazionale:Per me è un tasto dolente. Sono sempre stato nella lista ma, anche questa estate, ho dovuto rinunciare per un problema all’anca purtroppo. Per com’è andata in generale è un vero peccato. Ad ogni modo, mai dire mai”.

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