Arrampicata Sportiva

Filip Schenk: “Mi sto concentrando su una 9B. Primo podio in Coppa del Mondo, sogno le Olimpiadi”

Alessandro Passanti

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Filip Schenk / © Jan Virt/IFSC

Filip Schenk è stato l’ospite dell’ultima punta di OA Focus, speciale arrampicata sportiva, in onda sul canale YouTube di OA Sport. L’atleta azzurro classe 2000 si è raccontato a 360 gradi, partendo dai suoi primi passi in questo mondo, passando per i risultati ottenuti, per andare poi a concludere con gli obiettivi a media e lunga scadenza.

Il nativo di Vipiteno ha iniziato la sua chiacchierata partendo proprio dal suo presente: “Solitamente ho sempre gareggiato su Lead e Boulder. Quest’anno mi sono concentrato maggiormente sul Lead e penso che andrò avanti in questa direzione. Qual è la differenza rispetto alle altre discipline? Nella Lead si sale con la corda per affrontare una parete più alta, che arriva anche a 16-18 metri. Dai blocchi il muro è più basso, attorno ai 4 metri e casi sui materassi. La difficoltà della Lead è salire e trovare le prese giuste”.

L’atleta altoatesino racconta come ha iniziato nel mondo dell’arrampicata sportiva:A 6 anni mi sono iscritto al primo corso. La passione l’ho da sempre per merito dei miei genitori, dopotutto ho iniziato con loro. Mia madre non era professionista a differenza di mio padre. Non penso che si sarebbero mai immaginati di vedermi a questi livelli. Dopo le prime gare, nelle quali sono sempre stato bravo, forse hanno iniziato a capire che potevo farcela”.

Nel Lead quali sono le doti richieste?Occorrono tecnica, forza e la mentalità giusta soprattutto quando si parla di gare. La tecnica è anche intesa come sensibilità dei piedi e come si usa la forza nel modo giusto, evitando quindi di esagerare. Se la sprechi sotto ti manca poi nella parte finale. La forza è fondamentale perché dobbiamo sorreggerci con braccia e addominali. La parte mentale, infine, soprattutto in gara, è decisiva. Hai solo un tentativo e devi dimostrare tutto in quella occasione”.

Filip Schenk racconta poi quali sono le sue caratteristiche migliori: “Il mio punto di forza sicuramente è la tecnica. Sin da piccolo sono stato molto talentuoso e l’ho sempre sfruttato. So bene come muovermi nella salita. Magari altri pensano di più ai movimenti da fare, io invece vado molto di più con l’istinto. Una dote che mi ha sempre aiutato. La parte mentale mi ha sempre visto come un atleta ideale per le gare. Rimango freddo nei momenti giusti. Forse non sono il più forte negli allenamenti, ma in gara cambio marcia. La parte fisica è il mio punto debole e piano piano proverò a migliorarlo. Ho 25 anni, penso che fino ai 30 nella mia specialità si possa ancora crescere e lo sto facendo”. 

Siamo ormai alla conclusione dell’anno. Qual è il bilancio del 2025?Sicuramente va a chiudersi un anno meraviglioso. Non potevo chiedere di più a questa stagione. Non avevo iniziato bene perché mi ero infortunato ad un dito per cui per un mese non ho potuto scalare con una mano indisponibile. I miei allenamenti? Nei momenti più duri faccio due sessioni di 3 ore di lavoro al giorno. Dopodiché ho disputato la prima tappa della Coppa del Mondo in Cina e, anche se non mi sentivo benissimo, ho fatto subito la finale a 8 chiudendo settimo. Con il senno di poi mi ha aiutato quell’infortunio perché ho iniziato l’anno senza grosse aspettative. Se inizi bene tutto è più facile. A Chamonix è arrivato il primo podio in Coppa del Mondo. Bellissimo. La gara francese per me è la più bella, con tanto pubblico. Ho avuto anche la fortuna che sono venuti a vedermi i miei genitori, per cui tutto perfetto”.

L’arrampicata sportiva sta diventando una realtà nello sport italiano: “Sono contento che lo sport stia crescendo. Grazie alle Olimpiadi abbiamo fatto un bel salto in avanti, stanno aprendo tante palestre per allenarci e nel complesso stiamo avendo sempre più modo di vivere questo sport nel migliore dei modi. Dal mio punto di vista mi è sempre piaciuto essere di ispirazione per gli altri. Mi fa piacere se i ragazzini o le ragazzine prendono spunto da me, se mi chiedono un consiglio o un autografo. A volte, però, preferisco allenarmi da solo. Metto le cuffie e mi impegno al massimo”. 

Ultima battuta sugli obiettivi a medio e lungo termine: “In vista del 2026 mi sto concentrando su una 9B, che sarebbe la prima per me. Un percorso non facile ma che potrebbe darmi spunti importanti. Per tutto il mese di novembre e un po’ di dicembre mi allenerò su quella via. Andrò ad Arco di Trento e lavorerò nel centro federale. Spero di fare una bella annata, quindi penserò a Los Angeles 2028. Secondo me le Olimpiadi sono fattibili. Non sarà facile, ovviamente, ma con il fatto che avremo 3 gare ci saranno meno posti. Non sappiamo ancora quanti saremo, penso 12 per disciplina, ma nella Lead sono arrivato settimo quest’anno a livello complessivo, quindi potrei essere dentro”. 

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