Formula 1
F1, tutti pronti a salire sul carro di Kimi Antonelli? Non ragioniam di lor, ma guarda e passa
Avanti, c’è spazio! C’è posto! Manca qualcuno? Oh sì, mancano quasi tutti! Di sedili ce ne sono quanti ne volete, il carro era vuoto fino a ieri! Chi prima arriva, meglio alloggia! La prima classe è ancora tutta sguarnita, sul carro di Kimi Antonelli! “Venghino, siori, venghino! Più gente entra, più bestie si vedono!” gridava, un tempo, chi voleva attirare il pubblico nei circhi e nelle fiere di Paese.
Di bestie, però, qui ci sono solo quelle che avevano l’ardire di criticare il pilota Mercedes. Da che pulpito, non si sa. Verosimilmente quello costruito da loro stesse, dinamica che presuppone come tanto bestie non siano. Cionondimeno, avere il pollice opponibile è condizione necessaria, ma non sufficiente a essere considerati entità razionali.
Viviamo in un mondo malato, che ormai da due decenni è stato minato dai cosiddetti social network. Autentici vasi di Pandora dai quali è emersa ogni nefandezza, compresa la convinzione che la propria opinione su qualsiasi tema abbia pari dignità e valore rispetto a quella di tutti gli altri, compresi i proverbiali “addetti ai lavori”.
L’architetto Adrian Smith, al quale è stato affidato un progetto da 26 miliardi di dollari qual è il Burj Jeddah (il supergrattacielo in costruzione nella città che ospita il Gran Premio d’Arabia Saudita di F1) si curerà mai dell’eventuale opinione sul suo operato di un Pinco Pallino qualunque, che si sente in diritto di esprimere il proprio giudizio su un’opera a nove zeri?
La risposta la conosciamo tutti. O meglio, chiunque abbia una scintilla di intelligenza dovrebbe conoscerla. “La capacità di parlare non fa di te un essere intelligente” è una citazione contenuta in un film frivolo quale la Minaccia Fantasma, uno dei capitoli della saga di Guerre Stellari. Tuttavia, è una sacrosanta verità.
Al circo, non ci sono solo le bestie. Ci sono anche gli acrobati. Chissà quanti, dopo mesi e mesi di giudizi negativi emessi su Kimi Antonelli, effettueranno un triplice salto carpiato in volo, diventandone i primi estimatori dopo il poderoso weekend di Interlagos, al termine del quale il giovanissimo pilota bolognese ha ricevuto i complimenti sinceri e calorosi del suo collega più credibile e talentuoso, quel Max Verstappen al quale qualcuno lo aveva addirittura paragonato in passato.
Quello stesso qualcuno che, con tanta pazienza quanto sale in zucca, aveva magari già cominciato a dar contro al pupillo della Mercedes. Quel qualcuno, un salto carpiato lo ha già effettuato, ben sapendo di avere la rete di sicurezza a salvarlo in caso di caduta.
Sorride, Kimi Antonelli. Sorride Toto Wolff, che in lui ha creduto, lo ha difeso quando doveva essere difeso e lo ha criticato quando andava criticato, ma sempre costruttivamente. Chi ama la F1 sorride con loro, perché l’emersione di un nuovo talento è sempre dinamica lieta e gradita, indipendentemente dai passaporti e dai colori delle monoposto. Kimi e Toto come Dante e Virgilio. “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.