Tennis
Chi affronterà Matteo Berrettini al prossimo turno a Metz. Tabellone interessante, ma non mancano le insidie
Matteo Berrettini ha esordito in maniera brillante al torneo ATP 250 di Metz, sconfiggendo il francese Quentin Halys con il punteggio di 6-2, 6-4. Il tennista italiano, tornato in campo dopo aver perso contro l’australiano Alex de Minaur ai quarti di finale del torneo ATP 500 di Vienna lo scorso 24 ottobre, si è qualificato agli ottavi di finale sul cemento della località francese e attende di conoscere l’identità del proprio avversario.
L’attuale numero 63 del mondo se la dovrà vedere contro chi la spunterà nel match tra il francese Corentin Moutet (testa di serie numero 8 del tabellone) e l’australiano Aleksandar Vukic: il transalpino sarebbe un rivale non facile da battere, occupa la 31ma piazza nel ranking ATP e può creare dei grattacapi, l’unico precedente risale a quattro anni fa e premiò l’azzurro al secondo turno degli US Open (il romano era reduce dalla finale di Wimbledon); Vukic sarebbe più abbordabile, il nostro portacolori lo ha battuto per due volte nel Challenger di Phoenix (l’ultima nella semifinale del 2024). Ad ogni modo nulla di così insormontabile.
Il tabellone non sarebbe neanche così malvagio per Matteo Berrettini, perché ai quarti di finale ci sarebbe o lo statunitense Learner Tien (19enne numero 38 del mondo) o il tunisino Moez Echargui (lucky loser trentaduenne al 140mo posto della classifica internazionale). Tien è molto solido e promettente, si è reso protagonista di un’ottima annata e ha ampi margini, ma per un Berrettini in buone condizioni sarebbe un rivale non così insuperabile sfruttando al meglio il suo servizio.
L’asticella si alzerebbe in semifinale, visto che potrebbe trovarsi di fronte il kazako Alexander Bublik, ampiamente favorito nel suo spicchio (prima il lucky loser ucraino Sachko, poi uno tra Tabur, Passaro e Blockx). Dall’altra parte del tabellone spiccano Flavio Cobolli e Lorenzo Sonego (impegnati oggi nel derby), il britannico Cameron Norrie, il francese Arthur Rinderknech.