Biathlon
Biathlon, l’Italia femminile uno stormo pronto a spiccare il volo sotto le ali di Wierer e Vittozzi
Non tutti nascono con le ali. Solo pochi fortunati sono dotati delle appendici necessarie per librarsi nell’aria e spiccare il volo. Si presuppone, però, che chi pratichi sport in termini agonistici le abbia. Viceversa, non potrebbe issarsi in quota, perché tale è la Coppa del Mondo. Se ci si arriva, soprattutto nel biathlon, significa avere le qualità per esserci.
Poi, è chiaro, esistono le categorie. Una passera non è un’aquila e una gallina non è una falca. Dorothea Wierer appartiene sicuramente all’ambito dei rapaci e Lisa Vittozzi non è certo differente. Queste due hanno fatto strage nei boschi alpini, hanno razziato i pollai mitteleuropei e hanno spazzato le piane scandinave. Però non sono le sole componenti temibili dello stormo azzurro.
Michela Carrara e Samuela Comola non avranno l’apertura alare della trentacinquenne altoatesina o della trentenne di scuola friulana, ma con il duro lavoro hanno saputo raggiungere una frequenza nel battito delle proprie ali tale da renderle competitive per le medaglie nei grandi appuntamenti. Non le hanno conquistate, ma ci sono andate vicinissime. Tanto di cappello, alle due valdostane.
Il tandem sudtirolese composto da Hannah Auchenthaller e Rebecca Passler sinora ha spiccato il volo solo occasionalmente, senza restare in quota stabilmente. Pazienza, perché le due citate sono ancora giovani, soprattutto per gli standard attuali, e hanno tutto il tempo per maturare ed essere in grado di solcare il cielo perennemente e in maniera naturale.
Ci sono poi tante altre teste a far capolino fuori dal nido, dalle sorelle Martina e Beatrice Trabucchi a Linda Zingerle, dalle sorelle Sara e Ilaria Scattolo a Fabiana Carpella, passando per Birgit Schölzhorn e Carlotta Gautero.
Citarle tutte sarebbe pedante e ci perdoni se qualcuna non è stata chiamata in causa, non lo si è fatto per mancanza di rispetto o scarsa considerazione, bensì perché sono tante le potenziali componenti dello stuolo del biathlon femminile italiano, al cui interno non mancano le rapaci nel presente e non mancheranno neppure in futuro.