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Basket femminile, Capobianco conferma il gruppo del bronzo europeo. Ma non mancano le novità in America, in attesa di Matilde Villa

Federico Rossini

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Capobianco / Ciamillo

Quanto grande è il bacino cui può attingere Andrea Capobianco per le manifestazioni internazionali in relazione alla Nazionale italiana femminile? Parecchio, e questo è sicuro. A maggior ragione dopo che il gruppo azzurro ha preso la via del bronzo al Pireo, nella scorsa estate, quella più bella del basket femminile delle nostre parti da trent’anni a questa parte.

Chiaramente, poi, il tutto dev’essere modulato anche dalle situazioni che esistono sul momento. Per fare un esempio, tra piccoli problemi fisici e quant’altro, al torneo di La Linea, in Spagna, non ci saranno in diverse: da Cecilia Zandalasini che ha avuto dei problemi di salute negli ultimi tempi (tant’è che ha saltato Schio-Venezia), fino a Martina Fassina, Francesca Pasa e Francesca Pan a dover dare forfait lasciando solo Santucci e Cubaj nel ruolo di portacolori della Reyer in azzurro in questa fase.

Il gruppo che andrà in Spagna, oltre che dalle azzurre di bronzo, porta in dote anche alcune novità: Carlotta Zanardi, che ha iniziato ad avere un ruolo più importante a Schio, Caterina Gilli, che sta provando ad affermarsi definitivamente a San Martino di Lupari, Adele Cancelli, che ancora il suo spazio lo deve trovare al Geas, e Francesca Leonardi, che sta pian piano salendo di giri al Derthona Basket.

Chiaramente, è anche una Nazionale che aspetta, e aspetterà, Matilde Villa, alla quale prima di qualsiasi cosa va augurato il recupero pieno e totale dalla rottura del legamento crociato che l’ha fermata proprio quando stava per spiccare il volo in maniera definitiva. E anche quando tornerà, se pure non sarà subito quella di prima, il discorso è sempre lo stesso: attenderla, perché gli infortuni di quel genere hanno bisogno di tempo anche per essere smaltiti mentalmente dopo il lato fisico. Non serve andare tanto lontano per capire la questione, ricordando quanto già accaduto a Danilo Gallinari e, per citare la NBA, a Derrick Rose. Ma la traiettoria di Matilde può, e deve, essere diversa soprattutto da quella di Rose, anche in virtù del talento pressoché infinito in suo possesso.

C’è poi un lato d’Italia poco noto agli occhi del pubblico dei più semplicemente perché è stato spesso difficile fare una summa di chi ha deciso di fare la traversata oltreoceano. Il lato è chiaramente quello delle giocatrici sull’onda della NCAA. Dalle università americane sono passate in tante (Elisa Penna, Lorela Cubaj, Francesca Pan e Mariella Santucci tra i casi più celebri), ma il contingente azzurro mai come ora si è riempito alla grande anche di talenti importanti.

Tra questi meritano una citazione Candy Edokpaigbe, vista con grandi onori all’ultima edizione degli Europei under 20 e ora a San Francisco, Vittoria Blasigh, scuola Costa Masnaga e adesso all’anno da junior a Miami, ed Eleonora Villa, ormai una certezza di Washington State e che, quando e se tornerà di qua dall’Oceano, avrà molto da dire. Siccome la stagione NCAA è iniziata da poco sia tra gli uomini che tra le donne, vale la pena anche scoprire come sono state queste partenze azzurre.

Si parte da Blasigh, che aveva avuto due stagioni da 13.5 e 10.4 punti di media alle Hurricanes e che, per il momento, su due partite disputate è stata a quota 6 e 5 punti, ma siamo all’inizio della stagione e la ACC Conference (quella di Duke, North Carolina State e Louisville) è ancora lunga. Straordinario invece il via di Eleonora Villa: la sorella di Matilde, dopo due annate da 12.9 e 13.6 punti di media alle Cougars, sta infilandone oltre 20 ad allacciata di scarpe in West Coast Conference; la squadra, dopo aver migliorato di tanto il suo rendimento con il terzo posto di conference dell’annata passata, ha tutto l’interesse a salire ancora. Quando a Edokpaigbe, alle Dons, dove trascorre la sua seconda stagione, ha rifilato 26 punti nell’esordio a UNC Greensboro.

E le altre? Beh, c’è materiale in abbondanza. Partiamo dalle giocatrici al primo anno. Chi ha più spazio è Caterina Piatti, due bronzi in fila con l’Under 20 e a quota 9 punti di media nelle prime 3 partite delle Florida Gators, che le concedono possibilità abbondanti (oltre 21 minuti a gara). Per Greta Ramon performance altalenanti, ma con 4 di media a North Alabama può migliorare. 6 minuti e 4 punti per Elisa Leghissa, triestina di Sacramento State, all’esordio; Martina Fantini, altra giocatrice importante nel bronzo della citata Under 20 agli ultimi Europei, viaggia da Faenza ad Arizona State, ma c’è ancora da guadagnare spazio per lei. Stesso discorso per Giorgia Gorini, altro prodotto di Costa Masnaga ora a Ball State (che ha un’anima molto europea), per Matilde Motta a George Mason, per Valentina Penna a UC Santa Barbara, per Fiamma Serra a Hawaii Rainbow e per Emma Zuccon ad Albany. A Texas A&M c’è Anita Franchini, che ancora deve fare il suo esordio.

Capitolo sophomore (2° anno): detto di Edokpaigbe, molto bene anche Sofia Ceppellotti, 28 minuti e 11.7 punti con 6.3 rimbalzi di media a North Alabama (dov’è compagna di Ramon, in sostanza) per l’ala di Udine. Di due junior abbiamo già parlato, e sono Blasigh ed Eleonora Villa. Emma Arcà, a Stonehill, ha avuto un bell’esordio: la romana viaggia a 8,7 punti e 3,3 rimbalzi di media nelle primissime fasi dell’annata. A Tulsa oltre 23 minuti di media per Laura Di Stefano, che finora assomma 7.5 punti ad allacciata di scarpe. Infine le senior. Promise Keshi, a Stetson, ha ingranato una marcia in più rispetto alle scorse annate co 6 punti e 6.5 rimbalzi finora; ad American State c’è Anna Rescifina che ne ha pizzati 13 all’esordio contro Delaware con la sua American University. Ndack Mbengue si trova a UTEP, e per l’ala di Bergamo finora 8 punti e 7.3 rimbalzi di media, in linea con la scorsa stagione. Laura Toffali, infine: per lei un’autentica esplosione da 15.5 punti e 7 rimbalzi di media nelle prime con Morehead State.

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