Pattinaggio Artistico

Guignard-Fabbri massacrati dalla giuria: alle radici di un risultato sconcertante e pericoloso verso le Olimpiadi

Fabrizio Testa

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Guignard-Fabbri/ IPA Sport

Rabbia, frustrazione, confusione, voglia di vederci chiaro. Non è facile descrivere lo stato d’animo di appassionati e addetti ai lavori italiani dopo il Grand Prix De France, tappa d’apertura del circuito ISU Grand Prix 2025-2026 di pattinaggio di figura, contrassegnata dall’attesissimo debutto di Charléne Guignard-Marco Fabbri, piazzatisi tra lo sgomento generale al quarto posto dopo due segmenti fortemente penalizzati dalla valutazione del pannello giudicante. Sul ghiaccio dell’Iceparc di Angers si è consumato qualcosa di sinistro, di cui avevamo già avuto l’antipasto in precedenza.

Per buona parte del quadriennio, gli allievi di Barbara Fusar Poli hanno sempre gravitato gerarchicamente in top 3, cedendo sempre il passo a Madison Chock-Evan Bates e battagliando di tanto in tanto con i canadesi Piper Gilles-Paul Poirier. Il resto era lontano anni luce.

Ai Mondiali 2023, per fare un esempio, Marco e Charlène conquistano l’argento con 219.85, cinque lunghezze in più rispetto a Lilah Fear-Lewis Gibson, quarti. L’anno successivo i nostri ragazzi ottengono invece il bronzo staccando i britannici di ben sei punti e rotti (216.52 contro 210.92). Poi, con oculata lentezza, secondo chi sta dall’altra parte della balaustra l binomio italico ha cominciato a perdere smalto, staccandosi dai primi due team venendo invece avvicinati in modo sempre più preoccupante dagli avversari D’Oltremanica.

Non a caso, nella stagione passata gli azzurri arrivano secondi alle Finali Grand Prix precedendo gli inglesi di un solo sigillo. Poi, dopo gli Europei (dove Fear-Gibson pasticciarono i twizzles nella rhythm dance), si verifica il sorpasso ai Campionati del Mondo di Boston, con i pattinatori stanziati a Montrèal che, malgrado il sesto libero, beffano gli italiani, ottenendo un piazzamento sul gradino più basso del podio con un punto di differenza.

L’appuntamento transalpino era atteso soprattutto per capire lo status di Guignard-Fabbri e il relativo peso di Fear-Gibson. La gara rappresentava un crocevia per comprendere se quanto successo negli Stati Uniti (e anche in un paio di tappe del Grand Prix sparse qui e lì) fosse un caso oppure un tentativo mirato per stravolgere le gerarchie nell’annata sportiva olimpica.

Inutile dire che sembra si sia trattato dalla seconda opzione, ma con una prospettiva ben peggiore. Il Grand Prix De France ha infatti provocato un vero e proprio terremoto, allontanando (sperando sia stato solo qualcosa di isolato) sensibilmente i nostri danzatori dalla vetta, relegandoli addirittura a quinta forza nella rhythm dance (passati persino dai georgiani Davis-Smolkin) e quarta nel libero, dietro non solo i citati Fear-Gibson, ma anche ai lituani Allison Reed-Saulius Ambrulevicius, perennemente (e comodamente) battuti in precedenza.

Una situazione surreale, provocata conti alla mano da un pannello giudicante oltremodo tirato nella valutazione dei rappresentanti della Nazionale italiana. Tralasciando il conto sui GOE, ormai da tempo incomprensibilmente sempre sulla linea di mezzo con un +3 in pianta stabile, uno degli aspetti più preoccupanti è legato al bassissimo riscontro nelle componenti del programma. Facendo una media, tra i due segmenti i veterani del nostro movimento hanno perso rispetto al solito due punti nella rhythm dance e ben tre nella free dance. Cinque punti dunque, soltanto nelle components. Incomprensibile, se non fosse che tutti i diretti avversari affrontati poche ore fa sono di casa all’Accademia di Montrèal, georgiani compresi.

Ma non finisce qui. Secondo quattro giudici presenti nel pannello, nello specifico (occhio alle nazionalità) il georgiano, l’inglese, il lituano e il bulgaro Marco e Charlène erano addirittura quinti praticamente in tutte le voci delle componenti del programma, segno di una presa di posizione netta e poco confutabile. Si tratta di uno switch troppo repentino per non essere sotto gli occhi di tutti, soprattutto considerando come i pattinatori non abbiano in realtà commesso chissà quali sbavature, reggendo bene l’urto con le musiche anni ’90 imposte dalla rhytm dance, non propriamente vicine al loro stile, e mettendo la quinta con una free dance ariosa ed in crescendo, pattinata sulla straordinaria “Diamanti” di Giorgia, tappeto perfetto per esaltare le loro migliori caratteristiche. Al di là dei gusti personali, ci sono fattori tecnici che non possono essere prevaricati. Invece è stato fatto, da capire per volere di che, o meglio dire di chi.

Se laddove ci fosse –  siamo nel campo delle ipotesi – la volontà di fare arretrare Guignard-Fabbri per far avanzare altri binomi, per esempio Fear-Gibson, anche in una eventuale chance olimpica, la cosa non tornerebbe comunque. Perché l’altra notizia fondamentale in chiave Milano Cortina 2026 emersa da Angers è la grandissima spinta della coppia di nuova formazione – anche loro ovviamente di base a Montrèal – composta da Laurence Fournier Beaudry-Guillaume Cizeron che, alla prima uscita internazionale, ha vinto stampato 211.02 punti, punteggio schizzato altissimo e finanche rallentato da una caduta del cavaliere sull’elemento coreografico nella rhythm dance.

I transalpini hanno già piantato la bandierina. E la sensazione palese, soprattutto dopo aver analizzato la free dance, è che né Chock-Bates né soprattutto Gilles-Porier (rispettivamente fino a questo momento primi e secondi della classe) potranno dormire sonni tranquilli.

Alla luce della nascita di una coppia che punterà subito alla top 3 negli eventi che contano, capire le manovre di Angers diventa sempre più macchinoso, anche se teoricamente i motivi per innervosire tutto un ambiente ci sarebbero tutti (vedi banalmente la gara a squadre di Milano-Cortina). Attenzione poi a non sottovalutare il fattore Accademia Montrèal stesso, che vorrebbe una egemonia a livello olimpico. Per questa congettura, si dovrà però giocoforza attendere anche l’ingresso alle competizioni di Gilles-Poirier, sì canadesi ma fuori dal cerchio magico in quanto accasati altrove (pagandone le conseguenze ai Mondiali 2023, quando arrivarono secondi nonostante una caduta di Chock-Bates). Il loro riscontro sarà fondamentale per comprendere in modo più chiaro a quale orribile gioco stiamo assistendo.

Ma adesso per Marco, Charléne ed il suo staff sarà il momento di concentrarsi sulla tappa giapponese dell’NHK Trophy, dove ci sarà un nuovo confronto con Fear-Gibson. C’è il tempo di correggere qualcosa. Bisogna essere superiori a tutto questo e camminare a testa alta, è il caso proprio di dirlo, contro tutti e tutto.

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