Formula 1

Il paradosso di Leonardo Fornaroli. Vincere la Formula 2 porterà la sua carriera su un binario morto?

Francesco Paone Casati

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Lukas Raich / Licenza Creative Commons Wiki

La settimana di riposo in ambito motoristico rappresenta l’occasione per effettuare delle riflessioni a bocce ferme. Guardando all’Italia, si può disquisire di Leonardo Fornaroli, attualmente al comando del campionato di Formula 2, e al paradossale rischio di trovarsi su un binario morto proprio vincendo il titolo.

Il (quasi) ventunenne emiliano guida la classifica generale con 19 punti di vantaggio sullo statunitense Jak Crawford e 27 sul britannico Luke Browning. Sono più staccati l’olandese Richard Verschoor (-37) e l’irlandese Alex Dunne (-58). Nei due round restanti (Qatar ed Emirati Arabi) ci saranno in palio 78 punti.

La partita è ancora tutta da giocare, ma l’eventualità di vedere Fornaroli diventare il primo italiano a vincere la serie cadetta dai tempi di Davide Valsecchi è concreta. Non si scomoda a caso il nome del trentottenne lombardo, vincitore dell’allora GP2 nel 2012. Difatti, dopo quel successo, la sua carriera si arenò.

È lo stesso pericolo che fronteggia Fornaroli, poiché bisogna ricordare come il regolamento preveda che il campione della F2 non possa ripresentarsi nella stagione successiva. Un bel problema se non si hanno sbocchi in F1. Proprio la scomoda situazione in cui si trova il pilota dell’Invicta Racing.

L’unica speranza poteva essere rappresentata dall’Alpine, ma si trattava di un’eventualità puramente ipotetica. Peraltro, le ultime voci di corridoio affermano che possa essere confermato Franco Colapinto, dunque anche le esigue possibilità di essere preso in considerazione dovrebbero svanire a breve.

Dunque, che fare? Se si resta nell’ambito delle ruote scoperte, bisognerebbe volgersi all’IndyCar. Però anche negli Stati Uniti quasi tutti i sedili sono già stati occupati. A Fornaroli non resterebbe dunque che cambiare habitat, passando alle ruote coperte, oppure accontentarsi di un contratto da pilota di riserva con un team di F1. Quale però? Nessuno sembrerebbe interessato a lui.

Eccolo qua, il paradosso. Servito su un piatto d’argento. Laurearsi Campione in F2 significherebbe – di fatto – mettere la propria carriera in congelatore per almeno un anno (è capitato anche a Oscar Piastri nel 2022), senza alcuna garanzia di poterla estrarre dal freezer.

Peraltro, non si può pensare che perdere il titolo sarebbe meglio. Certi treni, di solito, passano una volta sola nella vita e non è detto che fra dodici mesi l’emiliano possa godere del medesimo status a livello cadetto. Insomma, meglio vincere, nell’augurio che non sia però un “titolo di Pirro”.

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