Formula 1

F1, Jenson Button: “In Ferrari tutti hanno paura di sbagliare ed essere cacciati. Hanno i piloti migliori ma…”

Alessandro Passanti

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IPA Sport

La situazione in casa Ferrari è elettrica. La macchina, e non è certo una novità, non va. I piloti sono al limite della sopportazione, mentre Frederic Vasseur passa sempre più spesso dal ruolo di team principal a quello di pompiere per spegnere le (tantissime) polemiche che albergano su Maranello. La scuderia più famosa del mondo non riesce ad uscire dalla sua crisi e gli aspetti che vanno valutati sono molteplici.

Tra i tanti, Jenson Button, campione del mondo di Formula Uno 2009 ne trova uno decisamente particolare. “La mia sensazione è che all’interno del team tutti siano travolti dalla paura di fallire. Non è un bello scenario. Non si può avere paura di fallire, ed è così che ci si sente in Ferrari. Credo che tutti pensino che sia facile essere cacciati, e non è una bella sensazione. Bisogna avere coerenza in tutto il team, questo dà fiducia all’ambiente e ai piloti. Quindi, spero che non sia così l’anno prossimo. Spero che affrontino insieme l’intero anno, perché ci saranno molti cambiamenti per la prima gara, ma anche per la 24a. Cambieranno tante cose nel corso dell’anno. È un grande team, e penso che abbia una leadership davvero eccezionale, e non si può trovare una formazione di piloti migliore di questa”. (Fonte: Crash.net).

In casa Ferrari, quindi, l’ambiente è tutto tranne che tranquillo e sereno e non potrebbe essere altrimenti se hai sulla fiancata il Cavallino Rampante e non vinci un titolo da ben 18 anni. La pressione, già di per sé è inevitabile e enorme, figuriamoci quando i risultati non arrivano e la sensazione è che ogni anno venga vissuto come la “terra promessa” che, regolarmente, non viene mai avvistata mai in lontananza. Sono passati team principal (da Maurizio Arrivabene a Stefano Domenicali, passando per Mattia Binotto e Frederic Vasseur) sono passati piloti (dal due-volte campione del mondo Fernando Alonso, al quattro-volte iridato Sebastian Vettel, solo per citarne due) ma il tran tran è sempre quello. Tante parole, illusioni a non finire ma, tirando le somme, zero successi.

La frustrazione dei tifosi è immensa e quella della scuderia non è da meno. Incominciando dai piloti. Lewis Hamilton, giunto a Maranello con il sogno di puntare all’ottavo titolo che lo avrebbe portato nell’empireo, non sa più da che parte guardare per trovare un bandolo della matassa disperso, mentre il suo vicino di box Charles Leclerc assomiglia sempre più ad una pentola a pressione a rischio esplosione. Il monegasco sognava una carriera ben diversa in Ferrari e per ora sta vivendo solo delusioni. Una dopo l’altra, dal 2019 ad oggi.

Ogni weekend di gara la storia è sempre quella. Il team emiliano brilla al venerdì quando non conta, salvo poi sparire nel corso delle qualifiche, arrivando poi alla gara con situazioni spesso anche peggiori. Quello che più fa male a tifosi e piloti, però, sembra essere lo scollamento tra loro e il team. Ogni volta Frederic Vasseur getta acqua sul fuoco, parla di SF-25 performante e che “non sono stati messi assieme tutti i pezzi del puzzle”.

Dall’altra parte, invece, i due piloti continuano a porre la loro attenzione sui problemi della vettura, sullo sviluppo di questa vettura e soprattutto sulla strada da intraprendere in direzione del 2026, il campionato che vedrà la rivoluzione tecnica. Anche nel sabato di Marina Bay le parole dei piloti hanno ricalcato molti altri post-qualifica. Hamilton ha criticato il programma che viene messo in atto dalla scuderia tinta di rosso, mentre Leclerc ha sbottato: “C’è sempre una spiegazione, ma alla fine le spiegazioni non sono buone abbastanza. Quando un team come la Mercedes che sulla carta dovrebbe faticare col caldo in una pista come questa la mette in pole position, non è che abbiamo da trovare scuse, dobbiamo fare meglio. Non so più cosa dire, mi spiace tanto, ce l’ho messa tutta, ma la macchina era veramente difficile da guidare“.

In poche parole, la situazione è esplosiva e allarmante. Il finale di stagione della Ferrari sta peggiorando una china che, già di suo, era tutto tranne che entusiasmante, acuita dal fatto che i rivali migliorano le rispettive vetture a differenza di una SF-25 che prosegue nel suo status quo. Dopo 18 anni senza titoli è in arrivo un 2026 decisivo, se non definitivo. Fallire anche questo nuovo progetto non solo non potrebbe lasciare strascichi a Maranello, ma potrebbe addirittura ricoprire tutto di macerie. Se ti chiami Ferrari non puoi permettertelo. Sarebbe giunto il momento di prendere una direzione chiara, univoca e, soprattutto, giusta. Il Gran Premio di Singapore segnerà una pagina di speranza o lascerà tutto nell’incubo sportivo?

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