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ATP Vienna 2025: Sinner e non solo, la carica degli azzurri in Austria

Federico Rossini

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Sinner / Felice Calabrò / IPA Sport

Ritorno a Vienna per il circuito ATP. La capitale austriaca, come ormai dal 1974, celebra un evento che è stato tra i pochi a rimanere non interrotto neppure dalla pandemia di Covid-19 nel 2020. Primo vincitore fu il compianto Vitas Gerulaitis, il maggior numero di successi lo colse Brian Gottfried (4), ci hanno vinto Roger Federer (2 volte), Andy Murray (2), Novak Djokovic (1). Con questo evento ha sempre litigato Thomas Muster, che mai lo ha vinto; degli austriaci ci sono riusciti Horst Skoff, Jurgen Melzer (2 volte) e Dominic Thiem. Nel 2024 ha trionfato Jack Draper, ma il britannico, per infortunio, non può difendere quanto compiuto un anno fa.

E nel 2023 c’è stata anche la prima, storica vittoria di un italiano in un torneo nel quale erano già arrivati all’ultimo atto Gianluca Pozzi nel 1992 (perse con Petr Korda) e Lorenzo Sonego nel 2020 (perse con Andrey Rublev dopo aver battuto Djokovic nei quarti). Jannik Sinner, ormai lanciatissimo dopo la cavalcata di Pechino, andò a conquistare anche il torneo che si tiene alla Wiener Stadthalle battendo Daniil Medvedev. Un ultimo atto che, teoricamente, potrebbe ripetersi anche nel 2025, visto che i due sono da lati opposti del tabellone. Per Jannik, però, ci sono ostacoli di un certo livello prima.

Turno d’apertura con il tedesco Daniel Altmaier, già affrontato e battuto poche settimane fa a Shanghai, poi c’è la possibilità di un derby con Flavio Cobolli. Questo se il numero 3 d’Italia avrà ritrovato una certa brillantezza sufficiente a battere il ceco Tomas Machac, che ha però vinto tutti i precedenti compreso l’unico ufficialmente contato dall’ATP, quello di United Cup a inizio anno (e in condizioni diverse dalle attuali). Il quarto è presidiato da Alexander Bublik, e il kazako è impossibile da prevedere, poi semifinale con uno tra Alex de Minaur e Andrey Rublev, e paradossalmente per Sinner tra l’australiano e il russo ci sarebbero meno problemi che con altri di quella parte. Nella parte alta si trova anche Matteo Berrettini, che ha stranamente incontrato l’australiano Alexei Popyrin a Vienna già quattro anni fa e ancora a livello di primo turno: vinse il romano, ma quest’anno è più incerta per varie ragioni.

La parte bassa, invece, è presidiata da Alexander Zverev, e il tedesco non può dire di essere stato sfortunato visto che troverà due qualificati nei primi due turni (a tal proposito, quest’oggi Matteo Arnaldi si giocherà contro l’australiano Tristan Schoolkate le possibilità di entrare). Il confronto forse più atteso è però quello tra Lorenzo Musetti e Stefanos Tsitsipas. Le domande sono soprattutto sulla situazione del greco, per via delle condizioni fisiche che sono state evidentemente precarie già al Six Kings Slam. Ad ogni modo, il toscano ha iniziato quest’anno a invertire la rotta sul discorso precedenti, anche se quanto accaduto contro Mpetshi Perricard in Belgio certo non lo rallegra. In questa zona anche Luciano Darderi, e ci potrebbero essere delle discrete scintille contro l’americano Brandon Nakashima.

Ci sarà una novità per quest’anno. Se il campo centrale rimane all’interno della sala più capiente della Wiener Stadthalle, quella che ha già ospitato l’Eurovision Song Contest nel 2015 e lo rifarà nel 2026, con circa 15.000 posti a sedere, cambia il luogo dov’è sito il campo 1. Questo, infatti, si trasferirà a oltre 40 minuti di auto dalla Stadthalle, vale a dire alla Marx Halle, normalmente uno spazio per eventi che si situa non lontano dal luogo di sepoltura di Wolfgang Amadeus Mozart.

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