Atletica

I rimpianti di Gianmarco Tamberi: “Mi sento uno schifo: so che valevo 2.30”

Stefano Villa

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Tamberi / Lapresse

Gianmarco Tamberi non è riuscito a qualificarsi alla finale del salto in alto ai Mondiali 2025 di atletica, commettendo tre nulli a 2.21 dopo aver superato 2.16 al primo tentativo. Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 si era presentato nella capitale giapponese con poche gare nelle gambe, ma con la speranza di tirare fuori il coniglio dal cilindro e regalare una sorpresa. Il fuoriclasse marchigiano non difenderà il titolo iridato conquistato due anni fa a Budapest, ma proseguirà il cammino verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028.

Gianmarco Tamberi ha espresso la propria amarezza ai microfoni della Rai: “Ho poco da dire, grande rimpianto e rammarico. Sapevo che sarebbe potuta andare così: le sensazioni nel riscaldamento erano buone, con la rincorsa a nove passi ho fatto dei buoni salti ma appena ho rimesso la completa che non facevo da un po’ non facevo un salto giusto. Ho fatto un risultato pietoso, è giusto che sia arrabbiato. L’anno scorso avevo chiuso senza voglia di andare avanti, oggi avrei voluto una quarta prova per riprovarci“.

Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 ha proseguito: “I bassi servono per ripartire. L’anno è stato difficile, ma quando sei lì… Voglio tornare a casa dalle mie donne, che mi faranno passare questo stato. Tornassi indietro rifarei la scelta di andare avanti per le Olimpiadi. Mi sono presentato in condizioni non buone, ma ero consapevole di poter saltare sopra 2.30, altrimenti non avrei lasciato a casa mia figlia di un mese. Mi sento uno schifo anche per questo: non è questo il mio valore, ma è inutile dirlo e bisogna dimostrarlo“.

Il ribattezzato Gimbo ha poi parlato da capitano della Nazionale:Sono molto orgoglioso del modo in cui gli atleti lottano, scendendo in pedana senza la paura di fallire. Purtroppo le cose non vanno sempre bene, ma se ci si mette in gioco si torna a casa con un bottino. Faccio i complimenti a chi ha già vito una medaglia e a chi si mette in gioco, come Jacobs adesso. Bisogna reagire alle sconfitte. per la prima volta nella mai vita finisco una gara e non vedo l’ora di iniziare la preparazione: so di potermi giocare ancora grandi cose“.

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