Ginnastica e cultura fisica

Sofia Raffaeli, esploratrice di vette impensabili: ha svoltato la ritmica italiana, la reginetta delle prime volte

Stefano Villa

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Raffaeli / Simone Ferraro/FGI

La ginnastica ritmica tricolore dovrà per sempre rendere merito a Sofia Raffaeli, che ha proiettato l’Italia verso orizzonti inesplorati prima del suo avvento. Il Bel Paese aveva sempre faticato con le individualiste e spesso di doveva accontentare di piazzamenti di rincalzo mentre le Farfalle erano abituate a fare incetta di medaglie nei grandi eventi. I primi podi di specialità conseguiti da Alexandra Agiurgiuculese avevano un po’ squarciato la tela, ma è poi stata la fuoriclasse marchigiana a spedirci nell’empireo.

Prima italiana a laurearsi Campionessa del Mondo nel concorso generale individuale, prima italiana a salire sul podio alle Olimpiadi (dove si gareggia solo sul giro completo). Ci ha pensato il ribattezzato Vulcano di Chiaravalle a piantare la bandiera, da autentica pioniera, scalando montagne impervie, raggiungendo vette insperate fino a un lustro fa. Un fenomeno a tutto tondo che va coccolato e celebrato, pilastro di un movimento e fonte di ispirazioni per le future generazioni.

Con eleganza, pacatezza, semplicità, sobrietà. Quando i Mondiali chiamano, Sofia Raffaeli risponde sempre in maniera fragorosa: nel 2022 l’epocale apoteosi nell’all-around a Sòfia, nel 2023 l’argento a Valencia, stasera il bronzo a Rio de Janeiro. Dalla Bulgaria al Brasile, passando per la Spagna: confermarsi sul podio iridato nell’arco di tre anni, in uno sport dove nuovi elementi arrivano all’improvviso e dove il regolamento cambia con l’inizio di un ciclo a cinque cerchi è decisamente complesso.

La 21enne è sempre stata eccezionale nel rinnovarsi, nel rimodellare i propri esercizi, nello sperimentare, nel provare nuovi elementi (ne ha inventato uno ed è entrata nel Codice dei Punteggi con il suo nome), nel volersi migliorare costantemente. Non ha mollato la presa dopo il bronzo conquistato alle Olimpiadi di Parigi 2024, è rimasta ai vertici e oggi ha saputo battagliare con grande ardore in un contesto decisamente complesso, emozionando a tratti e tenendo a bada il tentativo di rimonta dell’ucraina Taisiia Onofriichuk.

Al momento è praticamente impossibile duellare con la tedesca Darja Varfolomeev nell’evento di punta della stagione (la Campionessa Olimpica ha difeso il titolo) e la bulgara Stiliana Nikolova ne aveva qualcosa in più. Il podio raggiunto da Sofia Raffaeli è sacrosanto e certifica ulteriormente la sua grandezza, che rimarrà per sempre nel corso dei prossimi decenni: un talento di questo calibro andrebbe clonato. Lunga vita e prosperità lungo il cammino che condurrà alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, ma già domenica si potrà rimpinguare il palmares con le finali di specialità (prove non previste ai Giochi).

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