Salto con gli sci
Salto con gli sci, Marius Lindvik parla dopo lo scandalo-Mondiali. Nessun mea culpa: “Che m…a! Ci hanno puniti abbastanza!”
Nell’imminente fine settimana, il salto con gli sci vivrà a Courchevel la prima delle sei tappe del proprio circuito estivo, il Summer Grand Prix. Le competizioni sono formalmente equiparate a quelle della Coppa del Mondo (difatti assegnano punti pesantissimi per la qualificazione ai Giochi olimpici) e rappresenteranno il momento del ritorno degli atleti norvegesi coinvolti nello scandalo-tute dei Mondiali di Trondheim.
Al riguardo, è interessante notare come Marius Lindvik, vincitore della medaglia d’oro iridata nella gara su trampolino piccolo e successivamente squalificato da quella su trampolino grande, dove aveva chiuso secondo, abbia parlato per la prima volta dopo il misfatto. Sono passati cinque mesi da allora e il ventisettenne scandinavo, senza dubbio l’uomo più in vista a essere finito nell’occhio del ciclone, era rimasto silente.
Forse, ma questa è un’opinione e non una notizia, era meglio continuare a tacere. Perché le dichiarazioni rilasciate dal nordico alla testata VG lasciano perplessi: “È stata una vera me..a, davvero! Il peggior inizio di preparazione della mia carriera. La vicenda mi ha fatto sprecare molte energie nervose, ora voglio lasciarmela alle spalle.
Siamo ancora sotto indagine e non ho idea di quando verrà conclusa. La cosa peggiore sono state le tante domande poste dalla Federazione Internazionale, oltre al fatto di non sapere nulla da mesi. Spero non ci siano ulteriori conseguenze, mi sembra che ci abbiano puniti a sufficienza”.
Ora, Lindvik è libero di dire ciò che vuole, ma francamente leggere certe parole fa cascare le braccia. Nessun mea culpa, nessuna ammissione di colpevolezza. Vero che le tute sono state manomesse da tecnici e sarti, ma a quel livello è impensabile credere che gli atleti non sapessero nulla.
La tecnica di salto è legata a doppio filo all’equipaggiamento indossato e non si salta in un determinato modo, se non si conosce a menadito ciò che si indossa. Primo per una questione di sicurezza, secondo per ragioni legati all’approccio da avere durante il salto stesso, in maniera tale da andare più lontano possibile.
Il norvegese sostiene di essere stato punito a sufficienza? Di grazia, quale sarebbe la punizione? Il fatto di essere stato privato della medaglia d’argento nella gara su trampolino grande (dove è stata comprovata la frode) e di non aver potuto partecipare alla fase finale della stagione 2024-25 perché sospeso dalla Fis?
Si prende atto di quanto dichiarato da Lindvik, peraltro campione olimpico in carica su Large Hill, ma si permetta di essere quantomeno perplessi di fronte a tutto ciò. La sospensione di cui sopra è stata annullata (e difatti può essere della partita nel Grand Prix) e la medaglia d’oro nella gara su trampolino piccolo, sulla quale si allungano inquietanti ombre, rimane al suo collo.
Per intenderci, è come se fosse conclamato che un’azienda abbia marcatamente falsificato i bilanci di un anno. La guardia di finanza lo scopre e comincia a indagare, ma uno degli amministratori delegati della ditta – oltre a lamentarsi della lunghezza del procedimento – dichiara di non saperne nulla, scaricando tutta la responsabilità sui contabili. Credibile? Inoltre, che figura verrebbe fatta? La risposta a quest’ultima domanda, l’ha data inconsapevolmente Lindvik stesso, all’inizio della sua intervista…