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Nuoto di fondo, Ginevra Taddeucci pilastro di un settore femminile dell’Italia che fatica a rinnovarsi

Enrico Spada

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Taddeucci/Foto di Andrea Staccioli e Andrea Masini / DBM

Nel presente del nuoto di fondo italiano al femminile c’è un nome che spicca su tutti: quello di Ginevra Taddeucci. L’atleta fiorentina classe 1997 è ormai diventata un punto di riferimento assoluto per il movimento azzurro in acque libere. La conferma è arrivata dai recenti Mondiali di Singapore, dove ha conquistato la bellezza di quattro medaglie d’argento, entrando di diritto nella storia del nuoto di fondo azzurro e dimostrando non solo continuità ma anche la capacità di adattarsi con successo alle varie distanze e formule di gara, comprese le staffette.

Taddeucci è una veterana del gruppo, ma non è mai stata così forte come oggi. Il bronzo olimpico conquistato nella 10 km sulla Senna, ai Giochi di Parigi 2024, ha segnato una svolta nella sua carriera, sbloccandola anche sotto il profilo mentale. Da quel momento Ginevra ha cambiato passo, diventando sempre più solida, costante e capace di reggere la pressione anche nei contesti più prestigiosi. A Stari Grad, agli Europei 2025, ha centrato l’oro nella 5 km e l’argento nella 10 km, confermando di essere la grande protagonista della squadra azzurra.

Alle sue spalle, però, la situazione del settore femminile del nuoto in acque libere italiano è in una fase di transizione, accelerata dagli addii in rapida sequenza di Rachele Bruni ed Arianna Bridi, che hanno portato in alto il nome dell’Italia nell’ultimo periodo. Dopo un decennio ricco di risultati, si avverte una certa difficoltà nel ricambio generazionale. Le storiche protagoniste di tante battaglie internazionali, come Giulia Gabbrielleschi e Barbara Pozzobon, sono atlete che hanno dato moltissimo e restano competitive, ma i risultati recenti indicano una lieve flessione, comprensibile dopo tanti anni ad altissimo livello.

Per il futuro, il movimento guarda con interesse a qualche riconversione dalla piscina, come quella di Antonietta Cesarano, che ha iniziato a cimentarsi nel fondo partendo dalla 3 km KO sprint, distanza inserita di recente nel programma internazionale e sempre più frequentata da nuotatori con un background “indoor”. La sua esperienza potrebbe rivelarsi preziosa se il processo di adattamento proseguirà in modo efficace.

A dare respiro e speranza sono soprattutto i risultati ottenuti a livello giovanile. L’Italia, anche nel 2025, ha confermato di avere una base solida di talenti. Due nomi su tutti: Viola Giraudo, argento nella 10 km agli Europei Juniores di Setubal, e Ginevra Bagaglini, seconda nella 7.5 km, a dimostrazione che le nuove leve ci sono e stanno crescendo nel modo giusto. Nella staffetta 4×1500 m juniores, poi, il trionfo è stato tricolore con Rebecca Rimoldi e ancora Viola Giraudo tra le protagoniste dell’oro europeo.

Il movimento, insomma, è tutt’altro che fermo, ma ha bisogno di tempo per consolidare la nuova generazione. Al momento, però, l’Italia resta saldamente Taddeucci-dipendente: non solo per i risultati, ma anche per il ruolo guida che Ginevra svolge in squadra, trasmettendo esperienza e determinazione. La speranza è che il suo esempio possa ispirare le giovani che stanno emergendo, per riportare al più presto una pluralità di protagoniste ai vertici internazionali.

Nel contesto globale, infatti, il livello si è alzato: nazionali come quelle di Australia (spinta dal fenomeno Moesha Johnson), Usa, Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi stanno investendo in modo strutturato anche nel settore femminile del fondo. L’Italia dovrà rispondere con un programma tecnico altrettanto solido, valorizzando non solo le veterane ma anche i tanti talenti che stanno facendo il salto dalle categorie giovanili. Il prossimo biennio, con l’avvicinarsi dei Giochi di Los Angeles 2028, sarà decisivo per costruire una squadra competitiva e completa. Intanto, il presente parla chiaro: Ginevra Taddeucci è la leader di un’Italia che resiste, vince e spera nel futuro.

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