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Jannik Sinner: “Non ancora al 100%. La rivalità con Alcaraz? Altri possono prenderci”. E svela un aneddoto personale…

Stefano Villa

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Sinner / IPA Agency

Jannik Sinner ha ricaricato le pile dopo il virus che lo aveva fortemente debilitato qualche giorno fa e che lo aveva costretto a ritirarsi durante la finale del Masters 1000 di Cincinnati contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. Il numero 1 del mondo si sta preparando per gli US Open, ultimo Slam della stagione che scatterà domenica 24 agosto sul cemento di Flushing Meadows a New York, dove il fuoriclasse altoatesino si presenterà per difendere il titolo conquistato lo scorso anno.

Il campione di Australian Open e Wimbledon ha parlato in conferenza stampa, tornando su quanto successo in Ohio: “Fisicamente non mi sento ancora al 100%, però ho recuperato dopo il malessere. Ci vorranno ancora un paio di giorni per recuperare del tutto, ma sto bene“. Jannik Sinner si è poi proiettato sul torneo ormai alle porte:Giocare a tennis qui è più facile rispetto a Cincinnati. Le sensazioni sono buone ma dobbiamo migliorare il servizio e stiamo lavorando per questo. Sono molto contento di come sono andate queste giornate, mi sento bene“.

Il fuoriclasse altoatesino si è soffermato sul duello con lo spagnolo Carlos Alcaraz: “Avere delle rivalità è bellissimo. È positivo per lo sport, ma anche da un punto di vista personale, perché, ad esempio, quando sei stanco in allenamento, cerchi di simulare certe situazioni che potrebbero verificarsi in partita. Al momento, io e Carlos ci stiamo dividendo i trofei più importanti, ma allo stesso tempo, le cose possono cambiare. Non si sa mai. Ci sono grandi giocatori là fuori, e arrivare in finale è comunque un percorso molto difficile. Come dico sempre, dobbiamo continuare a migliorare perché altrimenti gli altri giocatori ci raggiungeranno. Dal mio punto di vista, è positivo. Mi rende solo un tennista migliore per il futuro“.

Sempre sul testa a testa con lo spagnolo, che potrebbe togliergli lo scettro di numero 1 del ranking ATP al termine degli US Open: “Se io e Carlos non continuiamo a migliorarci, gli altri ci prenderanno. È solo questione di tempo. Io ho ancora aspetti del mio tennis che posso migliorare e dal mio punto di vista è solo che positivo. Siamo due giocatori molto diversi, l’unica cosa che abbiamo in comune è che lavoriamo tanto per migliorarci sempre“.

L’azzurro ha spento 24 candeline sabato scorso, in occasione della semifinale vinta a Cincinnati contro Atmane, e ha voluto svelare un aneddoto personale: “Quando ho lasciato casa ho detto che se a 24 anni non fossi stato top-200 avrei smesso di giocare. La mia famiglia non se lo sarebbe potuto permettere economicamente, è andata bene…“. Umberto Ferrara è tornato nel team del fuoriclasse altoatesino dopo il caso Clostebol ed è stato chiesto se sia il nuovo responsabile del suo programma antidoping: “Questo è un discorso interno e comunque abbiamo tutto sotto controllo“.

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