Tennis
Alexander Zverev critico sui Masters1000 più lunghi: “Non funzionano e piacciono poco”
Alexander Zverev ha parlato chiaro in conferenza stampa a Toronto, dove è impegnato nel Masters1000 canadese, dell’impostazione data dagli organizzatori degli eventi proprio della tipologia del torneo nordamericano. Come è noto, con l’eccezione di Montecarlo e Parigi indoor, il resto dei 1000 in calendario hanno aderito al cambiamento di durata, ovvero 12 giorni di incontri e non la classica settimana in cui tutto deve esaurirsi.
Approfondendo il tema nel podcast Nothing Major, il tedesco ha evidenziato come questo mutamento di spartito non sia gradito né dai giocatori e neanche dal pubblico, invitando l’ATP a rivedere la propria posizione e tornare all’impostazione precedente.
“Ci sono i nove eventi 1000, che sono obbligatori; la maggior parte di essi ora dura due settimane, tranne Montecarlo e Parigi. Credo che siano le due settimane migliori del calendario ATP. Penso che per un appassionato e per ogni singolo tennista, Paris-Bercy sia stato fantastico l’anno scorso. L’ho vinto, il che è stato ancora più fantastico per me, ma ci arrivi, giochi le tue cinque partite e te ne vai. Non devi rimanere lì o allenarti tra una partita e l’altra. Era così che si svolgevano i Masters e credo che a tutti i tennisti andasse bene“, ha dichiarato Sascha.
Il teutonico ha poi citato uno dei colleghi di spicco, per rendere ancor più chiaro il concetto: “Prendiamo ad esempio Alex de Minaur. Ha giocato la sua ultima partita in Coppa Davis il 25 novembre e la sua prima in United Cup il 27 dicembre. Quindi hai un mese di pausa. Come fai a prenderti due settimane di pausa e preparare il corpo per una nuova stagione? Non hai più il tempo di fare queste cose“.
In buona sostanza, Zverev chiede una modifica per lo scarso gradimento generale dell’impostazione descritta: “Penso che questo sia un argomento su cui l’ATP debba riflettere seriamente e trovare una soluzione, e a dire il vero, non ho sentito un solo giocatore dire di gradire i Masters di due settimane. Non credo che piaccia nemmeno ai tifosi aspettare due giorni prima che il loro giocatore preferito torni a giocare. Capisco che il tennis sia un business, ma non sono sicuro che il piano aziendale stia funzionando molto bene in questo momento“.