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Wimbledon 2025: Jannik Sinner all’esame Djokovic. Alcaraz super favorito con Fritz

Federico Rossini

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Sinner / LaPresse / Olycom

Dieci, se vogliamo il numero perfetto. Saranno tanti i confronti tra i due quando Jannik Sinner scenderà in campo sul Centre Court per affrontare Novak Djokovic, in quella che è la terza loro sfida a Wimbledon e quinta in uno Slam. L’aspettavano un po’ tutti, questo accoppiamento in questo venerdì: ecco accontentata una larga parte del pubblico nella rivincita del Roland Garros.

Non un torneo semplice per entrambi, ma questa è cosa nota: da una parte i tre set persi da Djokovic nel torneo e l’impressione che, soprattutto contro Flavio Cobolli, il serbo l’abbia vinta più d’esperienza e di piccoli dettagli che d’altro, dall’altra tutto quello che è accaduto dagli ottavi in poi per Sinner, uscito dal surreale match con Grigor Dimitrov con un gomito non proprio a posto. Tutto fortunatamente più stabilizzato nell’arco di due giorni, tant’è che è bastato accelerare in tre specifici momenti contro Ben Shelton per ottenere la vittoria, su quello stesso Campo 1 che li aveva visti protagonisti un anno fa, ma a livello di ottavi di finale.

A Wimbledon finora ha sempre vinto Djokovic: in cinque set nella rimonta del quarto datato 2022, in tre (ma con meno margine) nella semifinale del 2023. Dal novembre di quell’anno, però, la storia è cambiata, e lo è ancor più dalla semifinale di Coppa Davis in cui Jannik annullò tre match point. Di lì in avanti con il serbo ci ha sempre vinto, ed è per questo che, nei fatti, una serie necessariamente si interromperà. Da una parte Djokovic non perde più in semifinale (quando ci arriva) dal 2012, e oltretutto in finale c’è sempre dal 2018, dall’altra c’è l’attuale situazione per la quale, a livello di gioco, Sinner riesce ad avere qualcosa in più perché gli toglie spesso e volentieri il tempo. Djokovic insegue l’undicesima volta all’ultimo atto (a -1 da Roger Federer), mentre Sinner punta a diventare il secondo italiano, dopo Matteo Berrettini, a giungere in finale ai Championships. E, prima di lui, mai nessun azzurro era stato semifinalista per due volte da queste parti: una volta a testa ce l’avevano fatta il già citato Berrettini, Musetti e Pietrangeli. La storia, però, per lui è ben lontana dall’essere nazionale, perché è internazionale.

C’è un solo uomo che è riuscito a battere per cinque volte consecutive Djokovic: Rafael Nadal, in una sequenza che passò tra 2008 e 2009, quando i due sovente s’incontravano in semifinale. Per Sinner, inoltre, è aperta la caccia a essere l’undicesimo uomo nella storia a disputare la finale in tutti gli Slam. Per farcela, però, da battere è mister 52 semifinali nei quattro tornei maggiori. Non una bazzecola, ma qualcosa che lui comunque ha già saputo fare in passato. E che cercherà ancora di ripetere, mentre scendono le preoccupazioni per il gomito di Jannik e restano vive quelle per il ginocchio sinistro di Djokovic, anche in ragione dell’allenamento cancellato ieri (ma non è stato raro vederlo fare così e poi presentarsi in campo anche in buono stato).

Questa tra Sinner e Djokovic, però, in ordine temporale sarà la seconda semifinale. Nella prima, alle 14:30, Taylor Fritz cercherà di impedire che all’ultimo atto ci vada per la terza volta consecutiva Carlos Alcaraz. Per l’uno è la caccia a ridare agli USA un finalista ai Championships a 16 anni di distanza dalla partita più bella (e sfortunata) dell’intera carriera di Andy Roddick, per l’altro è l’assalto a quella doppietta Roland Garros-Wimbledon riuscitagli già nel 2024. Se Fritz servirà come ha servito nei quarti con Khachanov, soprattutto nei primi due set, avrà molte cose da dire, con o senza il fatto di avere davanti l’ottima capacità in risposta del murciano. Del resto lo si era detto: dietro i tre big era lui a essere potenziale candidato come quarto incomodo, e non solo per aver vinto due tornei in avvicinamento. Certo, avere dall’altra parte Alcaraz non è proprio un toccasana, anche al netto dei set lasciati per strada qui e là dal due volte campione. Per le ragioni del servizio dell’uno e per l’aleatorietà delle questioni di campo dell’altro potrebbe comunque esserci più incertezza di quanto venga dichiarato da molti quando i due usciranno dagli spogliatoi, passeranno gli storici versi di Rudyard Kipling e saranno accolti da tutto il Centre Court, dal Royal Box in poi.

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