Ciclismo

Paolo Savoldelli: “La squadra di Pogacar preoccupa, la Visma prova ad isolarlo. Evenepoel non lo considerano”

Andrea Addezio

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Tadej Pogacar/LaPresse

Nell’ultima puntata di Bike Today, trasmissione in onda sul canale YouTube di OaSport, Gian Luca Giardini ha ospitato Paolo Savoldelli. L’ex corridore, vincitore del Giro d’Italia nel 2002 e nel 2005, ha esaminato i diversi temi proposti dalla prima parte del Tour de France 2025: il duello Pogacar-Vingegaard, la gara di Remco Evenepoel, la straordinaria corsa di Mathieu van der Poel, il successo di Jonathan Milan che ha interrotto il lungo digiuno italiano nei successi di tappa nella corsa francese e le ambizioni del velocista friulano per la seconda parte di gara.

Sull’ultima tappa prima della pausa: “È stata una tappa spettacolare in cui è successo di tutto. C’è stata una fuga partita da lontano, ma come abbiamo visto in questo Tour le fughe sono sempre composte da uomini molto forti perché in fuga al Tour, con questo livello, non ci vanno dei corridori che vanno piano. Ha preso la maglia Ben Healy, è stato bravo, è andato fortissimo perché ha tirato tantissimo, poi ovviamente non ha più lottato per la vittoria di tappa ma se non avesse vinto la tappa qualche giorno fa sarebbe stato il vincitore della tappa perché, probabilmente, era ancora il più forte lì davanti. Poi ha vinto il vincitore del Giro d’Italia Simon Yates e questo fa piacere a tutti. Assistiamo ad un Tour de France di alto livello, ancora aperto”.

Sulla rivalità Pogacar-Vingegaard: “Vingegaard e Pogacar, non appena si muovono, staccano tutti. Evenepoel aveva provato un attacco cercando di sorprenderli, ma ho quasi l’impressione che non lo considerino neanche. Pogacar sta attento, più che altro a Jorgenson, il compagno di squadra del danese, perché non vuole cadere nella trappola di dover inseguire un corridore che è vicino in classifica generale. Si sono complicate un po’ le cose con il ritiro di Almeida perché con il portoghese in corsa Pogacar era in una corazzata, perché Almeida ha conquistato il quarto posto nel 2024, ha vinto il Giro di Svizzera e andava fortissimo e con lui lì davanti non credo che sarebbero riusciti a mettere Pogacar in difficoltà a meno di qualche suo crollo. Da un lato la corsa diventa un po’ più aperta perché abbiamo capito tutti che la Visma sta cercando di attaccare per rendere la corsa dura, per cercare di isolare Pogacar che ha preso la maglia gialla molto presto e quindi sta spendendo tanto come squadra. La tappa del Massiccio Centrale era tra le peggiori da controllare perché con tutti questi saliscendi i corridori che tirano spendono molto. La tattica della Visma sarà sempre la stessa, manderanno un uomo in fuga per trovarselo davanti nel caso in cui Vingegaard riesca a staccare Pogacar. Attualmente questa cosa non la vedo molto facile, però i corridori non hanno ancora affrontato una salita lunga, fino ad ora di grandi montagne non ce ne  sono state, quindi staremo a vedere quando arriveranno le montagne e la cronoscalata come saranno veramente i valori in campo perché Pogacar, lo sappiamo tutti, sugli arrivi, sugli strappi, sui cambi di ritmo è più forte di Vingegaard. Credo che alcuni corridori avranno delle crisi, dei grossi cedimenti perché il ritmo con cui stanno correndo è veramente folle in tutte le giornate e stanno spendendo tutti veramente tanto. Mi preoccupa un po’ la situazione della squadra di Pogacar che ha lasciato andare la maglia gialla alla EF perché poteva benissimo accelerare e tenersela per cercare di risparmiare i suoi uomini. Ha perso Almeida, Sivakov non era in formissima nell’ultima tappa perché ha smesso di tirare subito e nel finale aveva Adam Yates che non era brillantissimo. Nel momento in cui attaccava Jorgenson è dovuto intervenire direttamente Pogacar che non ha speso più energie degli altri, perché quando segui un corridore, sugli attacchi come quelli, se lo segui subito gli vai a ruota e costringi gli altri a fare la stessa cosa e spendono anche loro. Nel finale mi aspettavo un attacco di Pogacar che c’è stato, quando però ha visto che Vingegaard gli ha risposto subito non ne ha fatto un altro, anche perché non voleva andare a riprendere la maglia gialla. Sono lì, vanno più o meno uguali, c’è stata la defaillance di Vingegaard nella cronometro dove ha perso qualche secondo di troppo. Credo che sarà cruciale la cronoscalata per capire cosa succederà”.

Sulle possibilità del danese di battere lo sloveno: “Questo sarà tutto da capire. Lo scorso anno Pogacar era nettamente superiore, Vingegaard arrivava dall’incidente dei Paesi Baschi, non aveva fatto l’avvicinamento al Tour perfetto e non sarà stato al 100%. Al Delfinato, la corsa che precede la Grande Boucle, Pogacar ha dimostrato di essere ancora superiore e l’ha staccato in salita accusando però lui una giornata di defaillance nella prova contro il tempo del Delfinato. Il Tour è ancora aperto, la Visma sa i numeri di Pogacar e sa che è un pochino più forte di Vingegaard e per questo si sono tenuti Jorgenson lì vicino e stanno cercando di isolarlo, di attaccarlo e di far spendere alla sua squadra tutti i giorni un sacco di energie perché in parecchie giornate si sono mossi come squadra nei momenti finali andando a tutta dove sapevano già che Vingegaard non sarebbe riuscito a guadagnare nulla. Con Almeida sarebbe stato tutto più tranquillo perché nella vittoria di tappa in cui Pogacar aveva battuto van der Poel la differenza l’aveva fatta Almeida all’imbocco della salita e per rintuzzare tutti gli attacchi. Era l’unico corridore della UAE che era rimasto lì in quella situazione. Dal punto di vista dello spettacolo, probabilmente, la mancanza di Almeida darà un qualcosa in più al Tour de France perché io credo che con Almeida in corsa ci sarebbe stato poco da fare, adesso si apre un po’ tutto. Pogacar ha già perso un Tour con Vingegaard, il primo Tour lo ha buttato perché c’era Roglic che correva con la Visma, Pogacar ha iniziato ad inseguirlo e poi si è staccato. La Visma si è trovata davanti con diversi uomini e ha guadagnato tanto terreno. Credo che Vingegaard sia arrivato già al top un paio di anni fa della sua capacità di andare forte in bicicletta, mentre Pogacar lo scorso anno è riuscito a fare ancora un salto di qualità e lo vedo leggermente superiore a Vingegaard che comunque è un duraccio, ha una squadra gestita meglio della UAE, si muovono meglio, sono più uniti ed è più forte. C’è anche da dire che la UAE ha il corridore più forte al mondo e quindi spende molto di più per controllare la corsa perché tutto ricade sulle sue spalle”.

Sull’ottima corsa fin qui di van der Poel: “Van der Poel ha fatto delle cose eccezionali, ha dimostrato ancora il suo grandissimo valore. La prima vittoria, dove è riuscito a battere proprio Pogacar, è  stata veramente brava. Nella seconda quando è stato battuto dallo sloveno hanno fatto la corsa dura dura per tagliarlo fuori e portarlo stremato al traguardo, nonostante questo è stato bravissimo perché sul rettilineo finale in salita ha lanciato la volata davanti anche se era un po’ lungo, sapeva probabilmente di essere battuto da Pogacar, ma è riuscito a tenere il secondo posto e non farsi rimontare da Vingegaard. Ricordiamo che poi ha lavorato per la vittoria del suo compagno di squadra Philipsen che poi è caduto e probabilmente senza di lui non sarebbe riuscito a vincere. Lo abbiamo visto l’altro giorno tirare la volata nel finale a Groves che poi ha fatto terzo, probabilmente se ci fosse stato il velocista principe della squadra avrebbero battuto anche Milan e poi nella penultima tappa ha fatto questo attacco con il suo compagno di squadra, un attacco pazzesco. È stato ripreso a 700 metri dal traguardo solo perché il gruppo non l’ha voluto riprendere prima, altrimenti avrebbe attaccato qualcun altro. Lui ha distrutto la Lidl-Trek di Milan che è rimasta senza uomini nel finale e lui e il suo compagno di squadra hanno fatto 50 km/h di media per 173 km sui 176 della tappa. Una prestazione atletica incredibile. Van der Poel mentalmente è un vincente e fa delle cose fuori dal comune. La cosa che mi fa pensare è che Pogacar ha corso la Roubaix e per trovare un corridore in grado di batterlo c’è voluto il miglior van der Poel, olandese che ha dichiarato di essere il miglior van der Poel di sempre. Rendiamoci conto di quale ciclismo abbiamo davanti perché ci sono alcuni corridori che hanno una classe immensa e fanno delle cose incredibili, si prendono anche un sacco di responsabilità perché Pogacar e Vingegaard non si sottraggono mai dal fare la corsa dura  attaccare e via dicendo. L’unica cosa di Pogacar è che non deve commettere l’errore di esagerare e, da come l’ho visto muoversi, credo che lo abbia capito. Adesso sta cercando di contenere e gestire questa sua irruenza, questa voglia di vincere che in alcuni momenti potrebbe creare qualche problema”.

Sulla gara di Evenepoel: “Nella cronometro Evenepoel era il favorito, è campione del mondo e campione olimpico della specialità. Ha dimostrato di essere il più forte, credo che avrebbe potuto vincere con qualche secondo in più se non ci fossero state tutte quelle curve nella cronometro dove lui non è abilissimo e ha perso sicuramente 15 o 20 secondi. Le curve però fanno parte delle gare e anche quella è una dote di un corridore. È uno di quelli che può migliorare, mi è piaciuto quando ha aiutato il proprio compagno di squadra a riportarsi davanti e a vincere la tappa, una cosa molto importante per lo spirito della squadra che un capitano si ricordi di aiutare un compagno. È stato molto intelligente perché lui ha vinto una tappa, il suo compagno due, si trovano con tre vittorie nella corsa più importante al mondo. Ha avuto quell’errore all’inizio dove ha perso un po’ di secondi regalati e senza quelli avrebbe potuto indossare la maglia gialla che è sempre una cosa importantissima. Poi sappiamo tutti che la magli gialla conta averla a Parigi, ma ovviamente conta indossarla anche durante la corsa per gli sponsor, per la squadra. Il palcoscenico del Tour per il ciclismo non ha eguali”.

Su Jonathan Milan: “Son contento anche perché ha rinunciato al Giro d’Italia per venire al Tour e ha costruito la squadra intorno. Vincere le volate non è mai facile, arrivare nella posizione giusta è sempre complicato. Nella prima volata gli è mancato un compagno di squadra e il loro meccanismo si è inceppato un po’ . Da quello che ho visto non è un corridore che ha un guizzo vincente, parte sempre lungo, se trova qualcuno sulla ruota che ha questo guizzo può essere battuto. La cosa più importante è riuscire a partire nel punto giusto e la distanza giusta in base all’arrivo. Fare questo al Tour de France non è assolutamente facile, può succedere che i meccanismi si inceppino un po’. Ha interrotto questo digiuno che mancava da tantissime tappe, da cinque anni, da Vincenzo Nibali e questo ci dà un pochino di soddisfazione perché vincere delle tappe al Tour in un ciclismo globalizzato come è adesso non è per nulla facile, ci sono alcuni corridori e alcune squadre che da soli portano a casa la metà delle vittorie di tappa, agli altri ne rimangono poche”.

Sull’importanza per i velocisti di arrivare con il serbatoio carico a Parigi: “Conta tanto arrivare con il serbatoio con un po’ di benzina, adesso non so se ricordo male se quest’anno ci sia l’arrivo sui Campi Elisi. L’arrivo è comunque sempre sui Campi Elisi. Normalmente nell’ultima tappa c’è un accordo non scritto che si va piano fino all’arrivo del circuito dei Campi Elisi perché al Tour de France si va a tutta sempre e nell’ultima tappa, dove si parte anche più tardi, si parte piano, si fanno le fotografie e via dicendo. Si arriva sul circuito, da quando si arriva sul circuito inizia la corsa e si può iniziare a scattare. Quando correvo io era così, se fosse così in quelle salitelle Milan non dovrebbe temere nulla, spero per lui che sia così”.

Sulle difficoltà dei velocisti in montagna:Non dimentichiamoci che da qui ad arrivare a Parigi manca tanto e per Milan non sarà così semplice arrivare a Parigi perché fa fatica. Anche nella tappa di oggi i corridori sono arrivati staccati di tanto, dopo poco i velocisti erano già staccati ma anche perché se in gruppo interpretano le corse in questa maniera diventa difficile per loro. Per un velocista il problema più grosso è quando ci sono le salite in partenza che se si stacca subito ovviamente deve inseguire tutto il giorno. L’importante è che quando qualcuno si stacca si ritrovi in un gruppo abbastanza folto che ha lo stesso obiettivo di arrivare nel tempo massimo cercando di gestire al meglio la situazione della tappa”.

Sul livello stratosferico del ciclismo contemporaneo:Correre in questo ciclismo, per chi non va tanto forte e per chi è leggermente sotto, diventa veramente difficile perché, come vediamo tutti, gli uomini che rimangono davanti, sono sempre gli stessi. Le squadra che hanno questi capitani così forti sono esagerate. Almeida, che potrebbe fare il capitano in un’altra squadra, tira da gregario per Pogacar. Se tu sei anche un buon corridore come ero io ti trovi il quarto in classifica che tira a tutta in salita per far sì che Pogacar riesca a staccare van der Poel o Vingegaard, mi capisci che tutto diventa veramente complicato. È diventato importantissimo anche mantenere la posizione giusta al momento giusto, si va talmente forte che se ti fai prendere un attimo di sorpresa non riesci più a rientrare perché se davanti vanno a 60 all’ora e guadagnano 20 secondi, per rientrare devi andare a 70. Come fai ad andare a 70, è un ciclismo dove lo stress è altissimo. La responsabilità se la prendono le squadre più forti, ma tutte le altre corrono all’arrembaggio per giocarsi le poche possibilità che hanno”.

Sul rapporto di Vingegaard con la squadra e la strategia della Visma: “Vingegaard secondo me è un po’ più costruito, è gestito dalla squadra, c’è stata la polemica della moglie che si è intromessa in questa situazione. Vingegaard guadagna qualche milione di euro, al sua squadra fa di tutto per vincere le corse, quindi non credo che per questi suoi anni di carriera possa pretendere di andare in vacanza quando vanno gli altri o faccia le cose che fa una persona normale. La dichiarazione c’è stata il giorno precedente alla cronometro, può darsi anche che questa cosa gli sia pesata un po’. La squadra secondo me è gestita molto bene, ho vista che la cosa non è andata oltre e la squadra si sta muovendo al meglio. Pogacar si è lamentato per Jorgenson che mentre stava prendendo la borraccia l’ha superato sulla sinistra e ha fatto sì che lui non riuscisse a prendere la borraccia e ha dichiarato che solo loro fanno queste cose. Probabilmente le tensione c’è, la Visma sta facendo di tutto per vincere il Tour e mettere Pogacar in difficoltà in qualsiasi situazione. Come c’è un pochino di vento loro attaccano e si muovono perché non vogliono mai perdere l’occasione, ma questo lo fanno perché sanno che Pogacar è più forte di Vingegaard. Io credo che il motivo sia questo

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