Pallanuoto

Pallanuoto, da chi deve ripartire il Settebello? Altri giovani ci sono: serve coraggio. E i veterani…

Andrea Addezio

Pubblicato

il

Alessandro Campagna/LaPresse

Quando si archivia l’esito di un grande torneo, specialmente se il risultato non è stato all’altezza delle aspettative, la tentazione più forte è quella di pensare all’immediata ripartenza. L’Italia della pallanuoto maschile, con il settimo posto ottenuto nella rassegna iridata, inizia nel peggiore dei modi il nuovo quadriennio olimpico. Serve il coraggio delle scelte, urge trovare il giusto equilibrio tra giovani e veterani.

Il piazzamento è certamente al di sotto delle attese e delle ambizioni manifestate prima della partenza e il modo in cui quest’ultimo è maturato lascia aperto più di un interrogativo. La domanda più pressante per tutto l’ambiente in queste ore è una sola: da dove riparte il Settebello?

Il prossimo obiettivo in calendario sono i campionati europei di  gennaio 2026 in Serbia. In occasione della prossima rassegna continentale appare  più che lecito pensare a una squadra in grado di tornare a recitare un ruolo da protagonista e provare, magari, a migliorare il bronzo conquistato a Zagabria nel 2024.

Prima ancora di parlare dei nomi devono essere considerate come imprescindibili determinate caratteristiche. La calottina dell’Italia deve rappresentare un onore da indossare con orgoglio in ogni istante. Il bene della squadra deve essere sempre anteposto a qualsiasi interesse individuale: chi nutre dubbi a tale riguardo deve accettare di farsi da parte e accelerare così il processo di ricambio generazionale. Il gruppo deve avere la fame di chi, fin dal singolo esercizio di ogni allenamento, punta sempre al massimo. Nel contesto di una competizione chiusa con un risultato ampiamente al di sotto delle aspettative sarebbe, molto probabilmente, sbagliato individuare in Matteo Iocchi Gratta l’unico responsabile di una spedizione che nel momento topico ha mancato l’appuntamento più importante.

L’esperienza ad alti livelli deve, senza dubbio rappresentare una caratteristica pregnante di chi punta ad un cammino da protagonista. Marco Del Lungo ha ancora molto da offrire alla causa e, oltre all’importanza del contributo tecnico, può rappresentare un riferimento imprescindibile per la vita dello spogliatoio. La sua annata è stata fortemente condizionata dall’operazione alla schiena, Gonzalo Echenique, una volta recuperata la piena forma fisica, potrebbe ancora dir la sua sul lato cattivo. Andrea Fondelli e Vincenzo Dolce, per visione di gioco, qualità di tiro e presenza in vasca hanno ancora tutte le carte in regola per essere utili al progetto Italia.

Non mancano però i giovani rampanti pronti al definitivo salto di qualità. Il talento cristallino, la straordinaria qualità al tiro e la sana incoscienza di chi non ha paura di prendersi responsabilità in fase di tiro rendono Alessandro Balzarini un candidato ideale nel ruolo di bocca da fuoco sul fronte offensivo. Sul lato destro della vasca avanza la candidatura di Alessandro Carnesecchi, mancino toscano che nelle ultime stagioni con la calottina del Circolo Canottieri Ortigia è sensibilmente cresciuto ed è reduce dalla prestigiosa vittoria delle Universiadi. La pallanuoto moderna impone sempre più la presenza di giocatori in grado di disimpegnarsi in più posizioni. Davide Occhione e Andrea Condemi della BPER Rari Nantes Savona sono profili preziosi per la capacità di coniugare l’efficacia nel ruolo di marcatore all’abilità nell’incunearsi nel cuore dell’area avversaria.

Exit mobile version