Editoriali

La stagnazione del Settebello: qualche ingranaggio si è rotto. Urge cambiare o sarà restaurazione?

Federico Militello

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Sandro Campagna / IPA

Diciamo la verità: l’Italia stava vivendo delle settimane entusiasmanti, per non dire inebrianti, negli sport di squadra, a tal punto che sembrava di essere tornati indietro nel tempo di un quarto di secolo. Dopo tre decenni sono ritornate al vertice continentale le Nazionali di calcio femminile e basket femminile; nel lacrosse (che nella sua variante sixes sarà olimpico a Los Angeles 2028) gli azzurri si sono fermati ad un passo dall’oro europeo; il volley, sia con gli uomini sia con le donne, ha confermato la propria competitività, in attesa degli esami della Final Eight di Nations League e, soprattutto dei Mondiali; anche nel basket maschile, in attesa degli Europei di fine agosto, ha fatto piacere il successo agli Europei U20, sinonimo di vitalità del movimento; sul calcio maschile, invece, stendiamo un velo pietoso. Persino la pallamano, per anni pecora nera incontrastata dello sport italiano, adesso si qualifica regolarmente ad Europei e Mondiali con la Nazionale maschile, mentre nel rugby a 7 l’Italia ha conquistato un bronzo agli Europei con gli uomini dopo ben 16 anni.

Insomma, sembrava tutto bellissimo, tutto perfetto. Poi è arrivata la tremenda doccia fredda dai Mondiali di pallanuoto. E non ce l’aspettavamo. O meglio: eravamo consapevoli che per il Setterosa l’obiettivo massimo fossero i quarti di finale, perché si tratta di una squadra rinnovata e oggettivamente ancora molto distante dalle contendenti alla zona medaglie; ma il discorso per il Settebello è decisamente diverso, perché in questo caso, dichiarazioni di facciata a parte, l’obiettivo era quello di giocarsi un posto in finale.

Alcune frasi tendono a confondere i meno attenti, ma non gli addetti ai lavori. Si è parlato di una squadra rinnovata, che avrà bisogno di tempo per consolidarsi verso Los Angeles 2028. Eppure, su 15 convocati, i debuttanti erano 4, non 10. E l’ossatura della squadra, lo zoccolo duro, era praticamente lo stesso delle Olimpiadi di Parigi 2024. Rispetto ad allora erano due i pilastri mancanti, peraltro in due ruoli in cui siamo oggettivamente scoperti: il portiere Marco Del Lungo (siamo sicuri che si possa fare a meno di lui a 35 anni? Abbiamo visto in passato estremi difensori disimpegnarsi ad altissimi livelli sino all’alba dei 40) ed il mancino Gonzalo Echenique. Proprio la mancanza di mancini è un problema: in rosa figurava il solo 33enne Luca Damonte (oltre a Tommaso Gianazza, ma è un centroboa), interprete esperto e affidabile, ma non in grado di fare la differenza.

Tuttavia, se andiamo a misurare il peso dei singoli, sono poche le avversarie al livello del Settebello: forse solo la Serbia? Bocche da fuoco come Francesco Di Fulvio, Giacomo Cannella, Francesco Condemi ed Edoardo Di Somma sono gioielli con pochi eguali al mondo. Eppure, dopo aver steccato le Olimpiadi (con tutto quel che ne è conseguito a seguito della protesta legata al torto arbitrale che costò sei mesi di squalifica), è arrivato un flop ancora più fragoroso ai Mondiali. Il non aver disputato tornei ufficiali di preparazione con le nuove regole può avere inciso sul rendimento? A nostro avviso, la risposta è negativa.

La sensazione è che il Settebello stia vivendo una fase di stagnazione. Sandro Campagna è il ct di questa Nazionale addirittura dal 2008: in qualsiasi sport si tratterebbe di un lasso di tempo lunghissimo, per non dire insolito. Di crisi il tecnico siciliano ne ha attraversate e superate tante. Come ad esempio ai Mondiali di Roma 2009, quando l’Italia venne eliminata addirittura agli ottavi, prima di andare a prendersi il titolo iridato 2 anni dopo. Ma siamo sicuri che a questa squadra non serva una scossa? Una nuova guida che porti un nuovo metodo, rinnovati stimoli e, in generale, qualcosa di diverso? Quello che si è notato, negli ultimi anni, è un nervosismo piuttosto dilagante. Anche ieri non ha alcuna giustificazione il gesto di Matteo Iocchi Gratta: una ginocchiata gratuita ad un avversario che, nei fatti, ha compromesso la spedizione iridata e mesi di lavoro. Qualche ingranaggio si è rotto, e non da oggi. Toccherà alla Federazione valutare se sia arrivato il momento di prendere nuove strade o riaffermare una nuova e perentoria restaurazione.

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